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Inammissibilità del ricorso: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da diversi imputati condannati per traffico di stupefacenti e associazione a delinquere. La sentenza evidenzia come vizi procedurali, quali la tardiva richiesta di continuazione tra reati o l’impugnazione di pene concordate in appello, rendano l’impugnazione non esaminabile nel merito, confermando le condanne.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando l’Appello in Cassazione non ha Speranza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34993 del 2024, ha ribadito principi fondamentali della procedura penale, dichiarando l’inammissibilità di tutti i ricorsi presentati da un gruppo di imputati. La decisione sottolinea l’importanza del rigore formale e dei limiti procedurali nell’impugnazione delle sentenze. Questo caso offre spunti cruciali sul concetto di inammissibilità del ricorso, specialmente in contesti complessi come i reati associativi legati al traffico di stupefacenti.

Il Caso: dal Primo Grado alla Cassazione

Il procedimento trae origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Napoli nei confronti di diversi soggetti per reati connessi al traffico di sostanze stupefacenti, inclusa la partecipazione a un’associazione a delinquere. La Corte di Appello di Napoli, in un secondo momento, aveva parzialmente riformato la prima sentenza, riconoscendo alcune attenuanti e rideterminando le pene per alcuni imputati, in particolare per due di essi che avevano raggiunto un accordo sulla pena ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. (c.d. “concordato in appello”). Nonostante ciò, tutti gli imputati avevano deciso di presentare ricorso per cassazione, sollevando diverse questioni di legittimità e di merito.

La Decisione della Suprema Corte: Tutti i Ricorsi Inammissibili

La Suprema Corte ha adottato una linea di estremo rigore, dichiarando l’inammissibilità di ogni singolo ricorso. La decisione non è entrata nel merito delle singole doglianze, ma si è fermata a una valutazione preliminare, riscontrando in ciascun ricorso la presenza di vizi procedurali insanabili che ne hanno impedito la trattazione. Questo esito conferma come il giudizio di Cassazione non sia una terza istanza di merito, ma un controllo di legittimità che richiede il pieno rispetto delle regole processuali.

Le Motivazioni: Analisi dell’Inammissibilità del Ricorso

Le ragioni dell’inammissibilità sono molteplici e toccano diversi aspetti procedurali. La Corte ha analizzato distintamente le posizioni dei ricorrenti, evidenziando per ciascuno i motivi ostativi all’esame del ricorso.

Impugnazione della Pena Concordata in Appello

Per due ricorrenti, la Corte ha sottolineato un principio consolidato: la pena concordata in appello non può essere oggetto di ricorso per cassazione se la doglianza riguarda la sua presunta eccessività o la mancata motivazione sulla sua determinazione. L’accordo sulla pena implica una rinuncia ai motivi di appello relativi al trattamento sanzionatorio, salvo che la pena applicata risulti illegale (ad esempio, perché fuori dai limiti edittali), circostanza non verificatasi nel caso di specie. L’impugnazione su questo punto è stata quindi ritenuta palesemente inammissibile.

Utilizzabilità delle Prove e delle Dichiarazioni Spontanee

Alcuni ricorrenti hanno contestato l’utilizzabilità di dichiarazioni spontanee rese da un co-imputato alla polizia giudiziaria, ritenendole non attendibili e alla base di intercettazioni illegittime. La Corte ha respinto la censura, affermando che le dichiarazioni spontanee, anche se annotate sommariamente, possono essere utilizzate come indizio per autorizzare le intercettazioni in procedimenti per criminalità organizzata. Inoltre, la natura congetturale e non specifica delle contestazioni sollevate dalla difesa non era sufficiente a inficiare la valutazione operata dai giudici di merito.

Qualificazione dei Reati di Droga e Ruolo Associativo

Altri motivi di ricorso vertevano sulla errata qualificazione giuridica dei fatti, in particolare sulla mancata applicazione dell’ipotesi di reato di lieve entità. La Cassazione ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di merito, i quali avevano escluso la lieve entità sulla base di elementi oggettivi come la quantità e la tipologia della sostanza (cocaina), nonché l’inserimento delle condotte in un contesto associativo strutturato e professionale. La partecipazione a un sodalizio criminale è stata ritenuta logicamente incompatibile con la qualificazione del fatto come lieve.

Termini per la Richiesta di Continuazione tra Reati

Infine, è stata dichiarata inammissibile la richiesta, avanzata per la prima volta con motivi aggiunti in appello, di applicare la continuazione tra i reati del presente procedimento e altri giudicati con una sentenza precedente divenuta irrevocabile. La Corte ha chiarito che tale richiesta deve essere formulata tempestivamente, ovvero con l’atto di appello principale. La possibilità di presentarla con motivi aggiunti è un’eccezione ammessa solo se la sentenza per gli “altri” reati diventa definitiva dopo la scadenza del termine per l’appello, condizione non rispettata nel caso concreto.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un importante monito sull’importanza della tecnica processuale e del rispetto dei termini perentori. L’inammissibilità del ricorso non è una mera formalità, ma la sanzione per un’impugnazione che non rispetta i presupposti richiesti dalla legge. Le conclusioni pratiche sono chiare: le strategie difensive devono essere attentamente ponderate fin dal primo grado, le richieste devono essere tempestive e i motivi di ricorso per cassazione devono concentrarsi su effettive violazioni di legge, evitando di riproporre questioni di fatto già decise nei gradi di merito. La rinuncia a determinati motivi, come nel caso del concordato in appello, ha effetti definitivi che non possono essere aggirati in sede di legittimità.

È possibile impugnare in Cassazione una pena concordata in appello?
No, non è possibile contestare la determinazione della pena oggetto di un concordato in appello, a meno che la sanzione inflitta non sia illegale (ad esempio, perché non rispetta i limiti minimi o massimi previsti dalla legge). L’accordo implica la rinuncia a contestare l’entità della pena.

Quando può essere richiesta la continuazione tra reati oggetto di sentenze diverse?
La richiesta di applicare la continuazione con reati giudicati in un altro procedimento deve essere presentata tempestivamente, di norma con l’atto di appello. Può essere proposta con motivi aggiunti solo se la sentenza relativa agli altri reati è diventata irrevocabile dopo la scadenza del termine per proporre l’appello principale. Una richiesta tardiva è inammissibile.

Le dichiarazioni spontanee rese alla polizia giudiziaria da un indagato sono utilizzabili?
Sì, secondo la Corte le dichiarazioni spontanee di soggetti indagati, anche se raccolte in forma sommaria dalla polizia giudiziaria, possono essere utilizzate come indizi per disporre mezzi di ricerca della prova, come le intercettazioni telefoniche, specialmente nell’ambito di procedimenti per criminalità organizzata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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