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Inammissibilità del ricorso: il caso delle foto negate

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un detenuto in regime differenziato. Il detenuto aveva impugnato il diniego del direttore del carcere di effettuare tre scatti fotografici invece di uno. La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché riproduceva le stesse censure già respinte dal Tribunale di Sorveglianza, senza sollevare specifiche critiche giuridiche contro l’ordinanza impugnata.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del ricorso: quando le censure sono ripetitive

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, offre un’importante lezione sui requisiti formali di un ricorso, sottolineando come la mera riproposizione di argomenti già vagliati porti a una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Il caso nasce dalla richiesta, apparentemente semplice, di un detenuto di poter effettuare tre scatti fotografici anziché uno solo, ma si trasforma in un paradigma delle regole procedurali che governano l’accesso alla giustizia di ultima istanza.

I Fatti del Caso

Un detenuto, sottoposto a un regime penitenziario differenziato, si è visto negare dal direttore dell’istituto di pena il permesso di effettuare tre scatti fotografici, essendogliene stato concesso solo uno. Contro tale diniego, il detenuto ha presentato un reclamo al Magistrato di Sorveglianza, che lo ha respinto. Successivamente, ha proposto un ulteriore reclamo al Tribunale di Sorveglianza, il quale ha confermato la decisione precedente.

Non arrendendosi, il detenuto, tramite il suo legale, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione di diverse norme, tra cui articoli dell’Ordinamento Penitenziario, della Costituzione, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e del codice di procedura penale. Le censure sollevate riguardavano un presunto vizio di motivazione, la violazione di diritti soggettivi e una disparità di trattamento rispetto ad altri istituti penitenziari.

La Decisione sulla Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito della questione (se fosse giusto o meno concedere tre fotografie), ma si è fermata a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità dell’impugnazione. La Corte ha stabilito che i motivi presentati dalla difesa non erano idonei a superare il vaglio di legittimità.

Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende, una sanzione prevista per i casi di ricorso inammissibile per colpa del ricorrente.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni addotte dalla Suprema Corte. I giudici hanno spiegato che l’inammissibilità del ricorso deriva da due ragioni fondamentali.

In primo luogo, i motivi proposti erano meramente ‘riproduttivi’ delle censure già esaminate e respinte dal Tribunale di Sorveglianza. In altre parole, la difesa non ha introdotto nuovi argomenti di diritto o criticato specificamente il ragionamento giuridico del provvedimento impugnato, ma si è limitata a ripetere le stesse lamentele. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica puntuale e specifica dell’ordinanza precedente, evidenziando gli errori di diritto in cui il giudice inferiore sarebbe incorso. La semplice riproposizione delle stesse doglianze non è sufficiente.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato che le censure non erano ‘scandite dalla necessaria specifica critica’ degli argomenti contenuti nell’ordinanza censurata. Questo significa che il ricorso era generico e non si confrontava dialetticamente con le ragioni esposte dal Tribunale di Sorveglianza, mancando di quel livello di specificità richiesto per un giudizio di legittimità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ripresentare all’infinito le stesse questioni di fatto o le stesse lamentele. È, invece, un rimedio straordinario finalizzato a controllare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici di merito.

Per gli operatori del diritto, la lezione è chiara: un ricorso efficace deve essere costruito come una critica mirata e argomentata della decisione che si intende impugnare, non come una semplice riedizione delle difese precedenti. Per i cittadini, il messaggio è che l’accesso alla giustizia è governato da regole precise, la cui inosservanza può comportare non solo il rigetto della propria istanza, ma anche conseguenze economiche negative.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non conteneva nuove e specifiche critiche legali all’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza, ma si limitava a riproporre gli stessi argomenti già esaminati e respinti in sede di reclamo.

Qual era la richiesta originale del detenuto?
Il detenuto aveva richiesto di poter effettuare tre scatti fotografici invece di uno solo, permesso che gli era stato negato dalla direzione dell’istituto penitenziario.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile per colpa?
In base all’ordinanza, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile per colpa del ricorrente, quest’ultimo viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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