Inammissibilità del Ricorso: Quando un Appello in Cassazione Viene Respinto
L’inammissibilità del ricorso per Cassazione rappresenta uno degli esiti più comuni e, per il ricorrente, più sfavorevoli del giudizio di legittimità. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce ancora una volta i rigorosi paletti imposti dalla legge per la formulazione dell’atto di impugnazione, pena il rigetto in rito e la condanna a sanzioni pecuniarie. Analizziamo insieme la decisione per comprendere quali sono i requisiti di specificità richiesti e quali errori evitare.
I Fatti del Caso: Dal Tentato Furto alla Cassazione
Il caso trae origine da una condanna per tentato furto aggravato, emessa dal Tribunale di primo grado. La Corte d’Appello, pur riformando parzialmente la sentenza riconoscendo alcune circostanze attenuanti, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato. Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando vizi di motivazione e un’errata applicazione della legge penale. In particolare, il ricorrente chiedeva una riconsiderazione del materiale probatorio che, a suo dire, avrebbe dovuto portare a un’assoluzione.
I Motivi del Ricorso e la Decisione della Corte
Il ricorrente sollevava un unico, ma articolato, motivo di impugnazione, denunciando una presunta contraddittorietà della motivazione della sentenza d’appello e un’erronea applicazione della legge. Si contestava sia la qualificazione giuridica del fatto sia la mancata assoluzione, sostenendo che il fatto non sussistesse o che, comunque, non fosse stato commesso da lui.
La Corte di Cassazione, tuttavia, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un presupposto procedurale chiaro e invalicabile: la genericità e la natura del motivo sollevato.
Le Motivazioni: La Specificità del Ricorso come Requisito Fondamentale
Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 581 del codice di procedura penale. La Corte ha stabilito che l’atto di impugnazione era “privo delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono le richieste”. In altre parole, il ricorrente non ha adeguatamente specificato in cosa consistessero gli errori di diritto commessi dalla Corte d’Appello, limitandosi a proporre una lettura alternativa delle prove già esaminate nei precedenti gradi di giudizio.
La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire due principi fondamentali:
1. Rigore Formale: L’art. 581 c.p.p., specialmente dopo le modifiche introdotte dalla legge n. 103 del 2017 e dal d.lgs. n. 150 del 2022 (c.d. Riforma Cartabia), impone un onere di specificità stringente. I motivi di ricorso devono essere chiari, dettagliati e devono indicare precisamente le parti del provvedimento impugnato e le norme che si ritengono violate.
2. Natura del Giudizio di Legittimità: Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito. La Corte non può rivalutare le prove o sostituire la propria interpretazione dei fatti a quella dei giudici precedenti. Il suo compito è esclusivamente quello di verificare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità). Chiedere, come ha fatto il ricorrente, una “rilettura alternativa delle fonti probatorie” è un’istanza estranea a questo tipo di giudizio.
Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Inammissibilità del Ricorso
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta conseguenze gravi e immediate. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello diventa definitiva e irrevocabile. In secondo luogo, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e, inoltre, al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o meramente dilatori.
Questa ordinanza funge da monito per gli operatori del diritto sull’importanza di redigere atti di impugnazione tecnicamente ineccepibili, focalizzati su precise violazioni di legge e non su generiche doglianze relative all’apprezzamento dei fatti, per evitare di incorrere in una secca dichiarazione di inammissibilità.
Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile, come nel caso di specie, quando è privo dei requisiti di specificità richiesti dall’art. 581 del codice di procedura penale. Ciò accade se non indica chiaramente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno delle censure, o se si limita a chiedere una nuova valutazione delle prove, estranea al giudizio di legittimità.
Cosa significa che la Corte di Cassazione svolge un giudizio di legittimità?
Significa che la Corte non riesamina i fatti del processo né valuta nuovamente le prove (giudizio di merito). Il suo compito è unicamente quello di controllare che i giudici dei gradi precedenti abbiano interpretato e applicato correttamente le norme di legge al caso concreto.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Nell’ordinanza in esame, tale somma è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 33261 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 33261 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 14/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOMENOME nato a PESCARA il 08/06/1993
avverso la sentenza del 21/02/2025 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con la sentenza in epigrafe indicata, la Corte di appello di L’Aquila, in parziale riforma della pronuncia resa il 26 giugno 2024 dal Tribunale di Pescara per avere riconosciuto le circostanze attenuanti generiche e la circostanza attenuante di cui all’art. 62 n. 4 cod. pen., ha confermato la penale responsabilità di NOME COGNOME per il reato di cui agli artt. 56, 624-bis e 625, n. 2, cod. pen.
Ritenuto che l’unico motivo sollevato (Contraddittorietà della motivazione ed erronea applicazione della legge penale; mancata assoluzione perché il fatto non sussiste o perché l’imputato non lo ha commesso; errata qualificazione giuridica del fatto) è inammissibile in quanto privo delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono le richieste. L’art. 581 cod. proc. pen., nel disciplinare la forma dell’impugnazione, prescrive che i motivi debbano essere enunciati con l’indicazione specifica delle censure proposte: esigenza di specificità che – già prima della introduzione del comma 1-bis, ad opera dell’art. 33, comma 1, lett. d), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 – era stata rafforzata dalla legge 23 giugno 2017, n. 103, la quale, nel riformulare l’art. 581 del codice di rito, intendeva disciplinare in modo più stringente il contenuto dell’atto di impugnazione. Il ricorso è inoltre volto ad invocare una rilettura alternativa delle fonti probatorie estranea al giudizio di legittimità;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammenae.