LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità del ricorso: i requisiti di specificità

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza del primo motivo, relativo al bilanciamento delle circostanze, e sulla totale assenza dei requisiti di specificità del secondo motivo, che contestava la motivazione della sentenza impugnata. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando la Cassazione Chiude la Porta per Mancanza di Specificità

L’inammissibilità del ricorso è uno degli esiti più temuti nel processo penale, poiché impedisce alla Corte di Cassazione di entrare nel merito della questione. Una recente ordinanza della Suprema Corte offre un chiaro esempio dei rigorosi requisiti formali che un ricorso deve possedere per superare questo primo, fondamentale vaglio. Il caso analizzato dimostra come la genericità e la mancanza di una critica argomentata possano portare a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento di spese e sanzioni.

I Fatti del Caso: Il Ricorso Contro la Decisione d’Appello

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. L’impugnazione si fondava su due principali motivi di doglianza. Con il primo, il ricorrente contestava il giudizio di bilanciamento tra le circostanze aggravanti e quelle attenuanti, operato dai giudici di merito ai sensi dell’art. 69 del codice penale. Con il secondo motivo, invece, si criticava la correttezza della motivazione del provvedimento impugnato, ritenuta carente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione non è entrata nel vivo delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello preliminare, riscontrando vizi insanabili nell’atto di impugnazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile.

Le Motivazioni dietro l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte ha analizzato separatamente i due motivi, evidenziando per ciascuno le ragioni della loro inammissibilità. Questa analisi è fondamentale per comprendere i criteri che guidano la valutazione della Suprema Corte.

Il Primo Motivo: Il Bilanciamento delle Circostanze

Il primo motivo è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il bilanciamento delle circostanze è una valutazione discrezionale tipica del giudice di merito. Il sindacato della Cassazione su questo punto è limitato a verificare che la decisione non sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico. Nel caso di specie, il ricorrente non è riuscito a dimostrare tali vizi.
Inoltre, la Corte ha sottolineato come le argomentazioni proposte fossero in palese contrasto con la normativa, in particolare con il divieto, sancito dall’art. 69, quarto comma, c.p., di far prevalere le circostanze attenuanti sull’aggravante della recidiva qualificata (art. 99, quarto comma, c.p.).

Il Secondo Motivo: La Carenza di Specificità

Il secondo motivo è stato giudicato completamente privo dei requisiti di specificità richiesti dall’art. 581 del codice di procedura penale. La mancanza di specificità, spiega la Corte, può essere valutata sotto un duplice profilo:

1. Intrinseco: i motivi erano esposti in modo generico e indeterminato, senza indicare chiaramente le ragioni di fatto e di diritto a sostegno della censura.
2. Estrinseco: le argomentazioni del ricorso erano apparenti e scollegate dalla motivazione della sentenza impugnata. In pratica, il ricorrente non ha costruito una critica argomentata e puntuale contro la decisione della Corte d’Appello, ma ha presentato deduzioni generiche che non permettevano al giudice di legittimità di individuare i punti specifici della contestazione.

In assenza di questa correlazione, il ricorso perde la sua funzione tipica, che è quella di sottoporre al giudice superiore una critica mirata e non un generico riesame del caso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Redazione di un Ricorso

Questa ordinanza ribadisce l’importanza cruciale della tecnica redazionale nell’atto di impugnazione. Per evitare una pronuncia di inammissibilità del ricorso, non è sufficiente lamentare un’ingiustizia, ma è necessario articolare le proprie censure in modo specifico, puntuale e pertinente. Ogni motivo deve confrontarsi direttamente con la motivazione del provvedimento impugnato, evidenziandone le presunte illogicità o violazioni di legge. Una critica generica o astratta, come dimostra questo caso, è destinata a non superare il vaglio preliminare della Suprema Corte, con l’ulteriore conseguenza di una condanna economica per il ricorrente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il primo motivo è stato giudicato manifestamente infondato e in contrasto con la legge, mentre il secondo motivo era totalmente privo dei requisiti di specificità richiesti dalla procedura penale.

Cosa significa “mancanza di specificità” in un ricorso?
Significa che le ragioni dell’impugnazione sono esposte in modo generico, indeterminato e non sono correlate in modo diretto e critico alla motivazione della sentenza che si sta contestando. Questo impedisce al giudice di individuare i precisi rilievi mossi alla decisione.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. In questo specifico caso, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati