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Inammissibilità del ricorso: i limiti del rinvio

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sul principio che, in sede di giudizio di rinvio, non possono essere sollevate nuove questioni non comprese nell’annullamento originario. Nello specifico, la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata ritenuta inammissibile perché esulava dai punti specifici (espulsione e circostanze attenuanti) per cui la Cassazione aveva precedentemente annullato la sentenza.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando i Motivi d’Appello Non Possono Essere Riesaminati

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un’importante lezione sulla inammissibilità del ricorso e sui rigidi confini del giudizio di rinvio. Quando la Suprema Corte annulla una sentenza e la rinvia a un’altra corte per un nuovo esame, i temi da trattare sono strettamente limitati a quelli indicati nella decisione di annullamento. Qualsiasi tentativo di introdurre nuove censure è destinato a fallire, come dimostra chiaramente questo caso.

Il Contesto del Ricorso e la Decisione della Corte d’Appello

Il caso ha origine da una condanna per violazione della legge sugli stupefacenti (art. 73, comma 4, d.P.R. n. 309/90). Dopo una prima sentenza, la Corte di Cassazione aveva annullato la decisione della Corte d’Appello, ma solo su due punti specifici: una statuizione relativa all’espulsione dell’imputato (che è stata eliminata) e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. La causa era stata quindi rinviata alla Corte d’Appello di Perugia per una nuova valutazione limitata a questi aspetti.

Nel successivo giudizio di rinvio, la Corte d’Appello ha confermato la condanna, operando nei limiti tracciati dalla Cassazione. Tuttavia, l’imputato ha presentato un nuovo ricorso per Cassazione, sollevando una questione completamente nuova: la violazione di legge per il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

L’Inammissibilità del Ricorso secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il nuovo ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella natura stessa del giudizio di rinvio, che non riapre l’intero processo, ma lo circoscrive ai soli punti per i quali è stato disposto l’annullamento.

Le Limitazioni del Giudizio di Rinvio

Il principio cardine applicato è che il giudice del rinvio ha un potere di cognizione limitato. Non può esaminare questioni che non siano state oggetto dei motivi di annullamento della Cassazione. Nel caso di specie, la prima pronuncia della Suprema Corte aveva definito in modo tassativo l’oggetto del nuovo giudizio: le attenuanti generiche e la misura dell’espulsione. La questione della non punibilità ex art. 131-bis c.p. era, pertanto, al di fuori di questo perimetro e non poteva essere introdotta per la prima volta in quella sede.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato l’inammissibilità del ricorso sottolineando che l’annullamento precedente aveva cristallizzato i temi della discussione. La Corte d’Appello, quindi, aveva agito correttamente nel non considerare la censura relativa alla particolare tenuità del fatto, poiché non era un punto devoluto al suo esame dalla Cassazione. L’imputato non poteva utilizzare il giudizio di rinvio per sollevare doglianze nuove o diverse da quelle che avevano portato all’annullamento originario. Di conseguenza, il tentativo di introdurre tale argomento nel successivo ricorso per Cassazione è stato giudicato come un’iniziativa processualmente scorretta e palesemente infondata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ‘thema decidendum’ del giudizio di rinvio è fissato irrevocabilmente dalla sentenza di annullamento della Corte di Cassazione. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la strategia difensiva deve essere completa fin dal primo ricorso, poiché non sarà possibile ‘aggiungere’ motivi di gravame nelle fasi successive a un annullamento con rinvio. La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la fine del processo, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, a conferma della serietà con cui l’ordinamento sanziona l’abuso degli strumenti di impugnazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ha sollevato una nuova questione legale (la non punibilità per particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p.) che era al di fuori dell’ambito del giudizio di rinvio, il quale era limitato ai soli punti specificati dalla precedente sentenza di annullamento della Cassazione.

Quali argomenti potevano essere discussi nel giudizio di rinvio?
Nel giudizio di rinvio potevano essere discussi esclusivamente i due punti per i quali la Cassazione aveva annullato la precedente sentenza: la statuizione sull’espulsione dell’imputato e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che la Corte non esamina il merito della questione sollevata. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle Ammende, come sanzione per aver presentato un ricorso non ammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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