LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità del ricorso: genericità e sanzione

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. I motivi sono stati ritenuti troppo generici e non correlati alla sentenza impugnata. La Corte ha inoltre chiarito che le attenuanti generiche erano state correttamente bilanciate con la recidiva. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del ricorso: quando i motivi sono troppo generici

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 8197/2024 offre un’importante lezione sull’ inammissibilità del ricorso nel processo penale. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale: per contestare una sentenza, non basta sollevare critiche astratte, ma è necessario confrontarsi direttamente e specificamente con le motivazioni del giudice precedente. In caso contrario, il ricorso non supererà il vaglio di ammissibilità, con conseguenze economiche per il ricorrente.

I Fatti del Caso

Un soggetto condannato dalla Corte d’Appello di Bari decideva di presentare ricorso per Cassazione. I motivi del suo appello si basavano essenzialmente su due punti: un presunto vizio di motivazione della sentenza impugnata e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto portare a una riduzione della pena.

Analisi dei Motivi e l’Inammissibilità del Ricorso

La Suprema Corte ha esaminato entrambi i motivi, giudicandoli entrambi inammissibili.

Il primo motivo, relativo al vizio di motivazione, è stato respinto perché totalmente generico. Le doglianze del ricorrente erano formulate come proposizioni astratte, senza un reale e puntuale collegamento con le argomentazioni specifiche contenute nella sentenza della Corte d’Appello. In pratica, mancava un dialogo critico con la decisione che si intendeva contestare.

Anche il secondo motivo è stato dichiarato inammissibile. Il ricorrente lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, ma la Cassazione ha evidenziato come, in realtà, la Corte di merito le avesse riconosciute. Tuttavia, le aveva correttamente bilanciate in un giudizio di equivalenza con la recidiva specifica, reiterata e infraquinquennale dell’imputato. Questo bilanciamento, pur non portando a un’ulteriore riduzione, aveva comunque già permesso di applicare una pena significativamente più mite.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale. Un ricorso per Cassazione non può essere un’occasione per riesaminare l’intero processo, ma deve individuare vizi specifici della sentenza impugnata. La genericità dei motivi, ovvero la loro incapacità di colpire un punto preciso e argomentato della decisione precedente, conduce inevitabilmente all’ inammissibilità del ricorso.

Inoltre, la Corte ribadisce che, una volta dichiarata l’inammissibilità, e in assenza di prove che dimostrino una mancanza di colpa del ricorrente in tale esito (richiamando la sentenza della Corte Costituzionale n. 186/2000), scattano due conseguenze automatiche: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende. In questo caso, la sanzione è stata fissata in 3.000 euro, ritenuta una somma equa.

Le Conclusioni

Questa ordinanza serve da monito: l’impugnazione di una sentenza è un atto tecnico che richiede precisione e specificità. Le critiche generiche e astratte sono destinate al fallimento e comportano costi aggiuntivi per chi le propone. La decisione conferma che il corretto bilanciamento tra circostanze aggravanti (come la recidiva) e attenuanti rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non può essere messo in discussione in Cassazione se la motivazione è logica e coerente. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, emerge chiaramente l’importanza di formulare ricorsi ben argomentati e pertinenti per evitare una declaratoria di inammissibilità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano totalmente generici e astratti, non si correlavano specificamente con la motivazione della sentenza impugnata. Inoltre, uno dei motivi era infondato, in quanto le attenuanti generiche erano state di fatto riconosciute e bilanciate dalla corte di merito.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Significa che il motivo è formulato in termini vaghi e astratti, senza contestare in modo puntuale e specifico le argomentazioni e le ragioni esposte dal giudice nella sentenza che si sta impugnando. Non basta esprimere un dissenso generico, ma bisogna indicare precisamente dove e perché la motivazione del giudice sarebbe errata.

Quali sono le conseguenze dell’inammissibilità del ricorso in questo caso?
Le conseguenze sono due: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Questo avviene perché non è stata ravvisata un’assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati