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Inammissibilità appello: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha confermato l’inammissibilità di un appello contro una condanna per furto in una cantina condominiale. La sentenza ribadisce che per evitare una declaratoria di inammissibilità appello, i motivi devono essere specifici e criticare puntualmente le argomentazioni della sentenza di primo grado, non limitarsi a riproporre tesi difensive generiche.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità appello: quando i motivi sono generici

L’inammissibilità appello è una delle questioni procedurali più rilevanti nel diritto penale. Un’impugnazione non sufficientemente dettagliata rischia di essere respinta senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio fondamentale, offrendo importanti chiarimenti su come redigere un atto di appello efficace. Analizziamo il caso e le conclusioni dei giudici.

I Fatti del Caso: Furto in Cantina e la Contestazione

Il caso ha origine da una condanna in primo grado per il reato di furto in abitazione, ai sensi dell’art. 624-bis del codice penale. L’imputato era stato accusato di essersi impossessato di alcuni oggetti (un soffiatore, un tubo di aspirazione e un kit) custoditi nella cantina di un condominio. La difesa aveva proposto appello, contestando principalmente la qualificazione giuridica del fatto. Secondo l’appellante, il furto non poteva essere considerato ‘in abitazione’ perché la cantina non costituiva una privata dimora e l’accesso al condominio era stato casuale, non fraudolento.

La Decisione della Corte d’Appello: Inammissibilità per Genericità

La Corte d’Appello, tuttavia, non ha esaminato nel merito la questione. Con un’ordinanza, ha dichiarato l’appello inammissibile per difetto di specificità dei motivi. I giudici di secondo grado hanno ritenuto che l’atto di impugnazione non si fosse confrontato adeguatamente con le motivazioni della sentenza di primo grado. Quest’ultima, infatti, aveva specificato che l’imputato era entrato nel palazzo approfittando del portone aperto, senza il consenso dei condomini e con il chiaro scopo di commettere il furto. L’appello, secondo la Corte territoriale, si era limitato a proporre una ricostruzione alternativa senza smontare punto per punto il ragionamento del primo giudice.

Il Ricorso in Cassazione e l’analisi sull’inammissibilità appello

Contro l’ordinanza della Corte d’Appello, la difesa ha proposto ricorso per cassazione. Il ricorrente sosteneva che i giudici d’appello avessero erroneamente dichiarato l’inammissibilità, entrando di fatto nel merito della questione ma senza rispondere alle argomentazioni difensive. Secondo la difesa, l’appello non era generico, ma contestava un punto specifico: la qualificazione della cantina come pertinenza di una privata dimora.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo a sua volta inammissibile. I giudici supremi hanno colto l’occasione per riaffermare i principi consolidati, anche dalle Sezioni Unite, in materia di specificità dei motivi di appello. Per essere ammissibile, un’impugnazione non può limitarsi a ripetere le argomentazioni già esposte in primo grado o a contestare genericamente la decisione. È necessario, invece, che l’appellante si confronti in modo critico e puntuale con la motivazione della sentenza impugnata. Deve indicare gli specifici passaggi che ritiene errati e spiegare, con elementi di fatto e di diritto, le ragioni del proprio dissenso. Nel caso di specie, la Cassazione ha ritenuto che il ricorso fosse esso stesso aspecifico, poiché articolava una doglianza astratta sulla configurabilità del furto in abitazione senza confrontarsi con le precise ricostruzioni fattuali della sentenza di primo grado, che la Corte d’appello aveva ritenuto non adeguatamente contestate. L’appello si era limitato a contrapporre una propria versione dei fatti, ignorando il percorso logico-giuridico seguito dal primo giudice. Questo vizio, definito ‘aspecificità estrinseca ed intrinseca’, ha giustificato la declaratoria di inammissibilità appello.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nell’Appello Penale

La sentenza in esame è un monito fondamentale per gli operatori del diritto. La redazione di un atto di appello richiede un’analisi critica e dettagliata della sentenza di primo grado. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione; è indispensabile strutturare una critica argomentata che dialoghi direttamente con le motivazioni del giudice, evidenziandone le presunte falle logiche o giuridiche. In assenza di questo confronto specifico, il rischio di una declaratoria di inammissibilità è estremamente elevato, con la conseguenza che la sentenza di condanna diviene definitiva senza un riesame nel merito.

Quando un appello penale viene considerato inammissibile per mancanza di specificità?
Un appello è considerato inammissibile quando i motivi non si confrontano criticamente con il percorso argomentativo della sentenza di primo grado, ma si limitano a opporre una diversa ricostruzione dei fatti o doglianze astratte e generiche, senza indicare in forma puntuale i rilievi critici sulle ragioni di fatto e di diritto espresse nel provvedimento impugnato.

È sufficiente riproporre in appello le stesse questioni già respinte in primo grado?
No, non è sufficiente. L’appellante deve confrontarsi con le considerazioni contenute nella sentenza impugnata, spiegando le ragioni per cui non le condivide. La semplice riproposizione delle stesse tesi, senza una critica specifica alla motivazione del primo giudice, rende l’appello inammissibile.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, come nel caso di specie, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, poiché si presume una colpa nella presentazione di un ricorso privo dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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