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Inammissibilità appello: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione conferma la dichiarazione di inammissibilità di un appello contro una condanna per violazione della sorveglianza speciale. La sentenza sottolinea che i motivi di impugnazione devono essere specifici e puntuali, come richiesto dall’art. 581 cod. proc. pen., altrimenti si incorre nell’inammissibilità dell’appello. Il ricorso è stato respinto perché anch’esso generico e perché sollevava questioni non presentate nel precedente grado di giudizio.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Appello: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Con la recente sentenza n. 23721/2024, la Corte di Cassazione torna a ribadire un principio fondamentale del diritto processuale penale: la specificità dei motivi di impugnazione. La mancata osservanza di questo requisito conduce a una conseguenza drastica: la declaratoria di inammissibilità dell’appello, che impedisce al giudice di entrare nel merito della questione. Questa pronuncia offre un’importante lezione sull’onere di diligenza che grava sulla difesa nella redazione degli atti di impugnazione.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo, pronunciata dal Giudice dell’udienza preliminare all’esito di un giudizio abbreviato, alla pena di un anno di reclusione. L’accusa era quella di aver violato ripetutamente la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza cui era sottoposto. La misura, inizialmente imposta nel gennaio 2020, era stata successivamente aggravata nel marzo 2021 a causa delle continue trasgressioni.

Contro questa sentenza, la difesa proponeva appello, chiedendo l’assoluzione del proprio assistito. Tuttavia, la Corte d’Appello di Milano dichiarava l’impugnazione inammissibile.

La Decisione della Corte d’Appello e l’inammissibilità dell’appello

La Corte territoriale ha ritenuto l’atto di appello non solo generico, ma del tutto privo dell’indicazione delle ragioni a sostegno della richiesta di assoluzione. In pratica, la difesa si era limitata a formulare la richiesta nelle conclusioni, senza articolare alcuna critica specifica e puntuale rispetto alle motivazioni della sentenza di primo grado. Questa carenza ha portato i giudici di secondo grado a dichiarare l’inammissibilità dell’appello, senza poter valutare se l’imputato meritasse o meno l’assoluzione.

Il Ricorso in Cassazione e i Motivi di Doglianza

Non arrendendosi, la difesa proponeva ricorso per Cassazione, lamentando due vizi principali:

1. Vizio di motivazione: Si sosteneva che l’atto d’appello, seppur sommario, contenesse un’esposizione chiara e univoca della domanda e dei motivi.
2. Violazione di legge: Si introducevano nuove argomentazioni, sostenendo che la condotta dell’imputato non fosse finalizzata a violare la misura di sorveglianza, ma a procurarsi sostanze stupefacenti. Inoltre, si contestava la genericità delle prescrizioni e la mancata attualizzazione della pericolosità sociale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. Le motivazioni dei giudici di legittimità sono chiare e si fondano su due pilastri.

In primo luogo, il ricorso stesso è stato giudicato generico. La difesa si è limitata a negare la genericità del precedente atto di appello, senza però indicare quali fossero le specifiche ragioni che avrebbero dovuto sorreggerlo. Come affermato dalla Corte, un motivo di appello generico non può essere sanato da un ricorso altrettanto generico.

In secondo luogo, e in modo ancora più dirimente, la Corte ha sottolineato che il secondo motivo di ricorso era estraneo al devolutum, ovvero all’oggetto del giudizio d’appello. Le questioni relative alla finalità della condotta (procurarsi droga) e alla genericità delle prescrizioni non erano mai state sollevate davanti alla Corte d’Appello. Introdurle per la prima volta in Cassazione è proceduralmente inammissibile. Il giudice di legittimità non può esaminare questioni nuove, ma solo verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti sui punti che gli sono stati sottoposti.

La Corte ha richiamato l’art. 581, comma 1-bis, del codice di procedura penale, che codifica un principio già consolidato in giurisprudenza: l’appello è inammissibile se, per ogni richiesta, non vengono enunciati in forma puntuale ed esplicita i rilievi critici in relazione alle ragioni di fatto o di diritto della sentenza impugnata.

Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un monito per gli operatori del diritto. La redazione di un atto di impugnazione non è un mero esercizio formale, ma richiede un’analisi critica, dettagliata e specifica della decisione che si intende contestare. Limitarsi a conclusioni generiche o introdurre argomentazioni nuove in fasi processuali successive espone al concreto e serio rischio di una declaratoria di inammissibilità. Questo non solo preclude la possibilità di una revisione nel merito della decisione, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Perché un appello può essere dichiarato inammissibile?
Un appello viene dichiarato inammissibile quando manca di specificità, ovvero quando non enuncia in modo puntuale ed esplicito le critiche di fatto e di diritto contro la sentenza impugnata, limitandosi a richieste generiche.

Cosa significa che i motivi di ricorso devono rientrare nel ‘devolutum’?
Significa che le questioni sottoposte al giudizio di una corte superiore (come la Cassazione) devono essere le stesse già presentate e discusse nel precedente grado di giudizio (l’appello). Non è possibile introdurre per la prima volta argomenti nuovi in Cassazione.

Quali sono le conseguenze dell’inammissibilità del ricorso per Cassazione?
L’inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, poiché il ricorso non viene esaminato nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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