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Inammissibilità appello penale: quando è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un appello penale poiché il motivo sollevato, ‘manifesta illogicità’, era privo dei requisiti di specificità richiesti dall’art. 581 c.p.p. La Corte ha sottolineato come la legge richieda l’indicazione precisa delle censure, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità dell’appello penale: la specificità è un requisito non negoziabile

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: la necessità di formulare motivi di appello specifici e dettagliati. Un ricorso generico, che non articola chiaramente le censure mosse alla sentenza impugnata, è destinato all’inammissibilità dell’appello penale, senza che il giudice entri nel merito della questione. Questa pronuncia offre uno spunto essenziale per comprendere come le recenti riforme legislative abbiano rafforzato questo requisito, rendendo ancora più cruciale la precisione nella redazione degli atti di impugnazione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello nei confronti di un imputato per il reato previsto dall’articolo 187, comma 8, del Codice della Strada (guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti). L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo: la ‘Manifesta illogicità della sentenza’. Questo motivo, tuttavia, non era accompagnato da un’analisi dettagliata delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che avrebbero dovuto sostenerlo.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’inammissibilità dell’appello penale

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sull’articolo 581 del codice di procedura penale, che disciplina la forma dell’impugnazione. Secondo i giudici, il motivo sollevato era del tutto generico e, pertanto, non rispettava l’esigenza di specificità richiesta dalla norma. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che l’obbligo di specificità dei motivi di appello è un cardine del sistema processuale. L’articolo 581 c.p.p. prescrive che l’atto di impugnazione debba contenere l’enunciazione specifica delle censure proposte, indicando le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno di ogni richiesta. I giudici hanno sottolineato come questa esigenza sia stata ulteriormente rafforzata da recenti interventi legislativi, in particolare dalla legge n. 103 del 2017 e, più recentemente, dal d.lgs. n. 150 del 2022 (la cosiddetta ‘Riforma Cartabia’).

Queste riforme miravano a rendere più stringente il contenuto dell’atto di impugnazione per garantire l’efficienza del processo e impedire ricorsi meramente dilatori o esplorativi. Limitarsi a denunciare una ‘manifesta illogicità’ senza spiegare in cosa consista tale illogicità, quali passaggi della motivazione della sentenza precedente siano viziati e quali prove siano state travisate, equivale a non formulare un vero motivo di impugnazione. L’appello si trasforma così in una richiesta generica di riesame, che non è consentita nel giudizio di legittimità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito per gli operatori del diritto: la redazione di un atto di impugnazione richiede rigore, precisione e un’analisi approfondita della sentenza che si intende contestare. La superficialità e la genericità non sono tollerate e portano a una declaratoria di inammissibilità dell’appello penale, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Per l’imputato, ciò significa la definitiva chiusura del processo e la conferma della condanna, senza che le sue ragioni siano state esaminate nel merito. È quindi fondamentale che ogni censura sia supportata da argomentazioni chiare e puntuali, ancorate a specifici elementi fattuali e riferimenti normativi.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo sollevato (‘Manifesta illogicità della sentenza’) era troppo generico e privo delle specifiche ragioni di fatto e di diritto richieste dall’articolo 581 del codice di procedura penale per contestare la decisione impugnata.

Cosa richiede la legge per presentare un appello valido?
La legge, in particolare l’art. 581 c.p.p., richiede che i motivi di appello siano enunciati in modo specifico, indicando chiaramente le censure mosse al provvedimento e le argomentazioni giuridiche e fattuali che le sostengono. Tale requisito è stato reso ancora più stringente da recenti riforme legislative.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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