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Inammissibilità appello parte civile: il caso Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22709/2024, ha confermato l’inammissibilità dell’appello della parte civile relativo a un caso di tentata truffa. La decisione si fonda sulla constatazione che il reato si era già estinto per prescrizione prima della sentenza di primo grado, rendendo l’impugnazione priva di interesse. La Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo il corretto calcolo dei periodi di sospensione della prescrizione, e ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Appello Parte Civile: Quando Impugnare è Inutile

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame affronta un tema cruciale della procedura penale: l’inammissibilità dell’appello della parte civile quando il reato è già estinto per prescrizione. La Suprema Corte ha confermato la decisione della Corte d’Appello, ribadendo un principio fondamentale: senza un reato perseguibile, viene meno anche l’interesse della parte civile a ottenere un risarcimento in sede penale. Questo caso offre spunti importanti sul calcolo dei termini di prescrizione, soprattutto in relazione ai periodi di sospensione eccezionali.

I Fatti del Caso: un Appello contro il Tempo

Due parti civili proponevano ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Brescia, la quale aveva dichiarato inammissibile il loro precedente appello. L’oggetto del contendere era un reato di tentata truffa ascritto a un imputato. I ricorrenti sostenevano che, al momento della pronuncia di primo grado, il termine massimo di prescrizione non fosse ancora maturato e che, pertanto, il loro appello fosse pienamente legittimo.

La Decisione sull’Inammissibilità dell’Appello della Parte Civile

La Corte di Cassazione ha giudicato il ricorso ‘manifestamente infondato’. I giudici hanno stabilito che la Corte d’Appello aveva correttamente applicato i principi giurisprudenziali in materia di impugnazione della parte civile. Il punto centrale è che l’interesse della parte civile a impugnare una sentenza penale sussiste solo finché il reato non è estinto. Una volta intervenuta la prescrizione, l’azione civile nel processo penale perde la sua ragion d’essere, rendendo l’appello inammissibile per carenza d’interesse.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Suprema Corte si concentra sul corretto calcolo dei termini di prescrizione, che ha determinato l’esito del giudizio. I giudici hanno chiarito diversi aspetti:

* Sospensione per Emergenza Sanitaria: A seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 140/21, la sospensione dei termini di prescrizione dovuta all’emergenza COVID (prevista dall’art. 83, comma 9, D.L. 18/2020) deve essere computata nella misura massima di 64 giorni, senza eccezioni.

* Ulteriori Sospensioni: Al calcolo sono stati aggiunti sei mesi e cinque giorni, relativi a un precedente rinvio d’udienza per astensione degli avvocati.

* Maturazione della Prescrizione: Anche sommando tutti i periodi di sospensione, la Corte ha accertato che la causa estintiva del reato si era perfezionata in una data (8/9/2020) antecedente alla pronuncia della sentenza di primo grado. Di conseguenza, già in quel momento, il processo penale non poteva più proseguire verso una condanna. La declaratoria di inammissibilità della Corte territoriale è stata quindi ritenuta immune da censure, in quanto fondata su una corretta applicazione delle norme procedurali e dei principi affermati dalla giurisprudenza di legittimità.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. Questa decisione riafferma un principio fondamentale: la parte civile non può proseguire la propria azione in sede penale se il reato è prescritto. L’eventuale pretesa risarcitoria dovrà, in tal caso, essere fatta valere nel competente giudizio civile. Per le vittime di reato, ciò sottolinea l’importanza di monitorare attentamente i termini di prescrizione, poiché il loro decorso preclude la possibilità di ottenere un risarcimento all’interno del processo penale.

Perché l’appello della parte civile è stato dichiarato inammissibile?
L’appello è stato dichiarato inammissibile per carenza d’interesse, poiché il reato di tentata truffa si era già estinto per prescrizione prima ancora della pronuncia della sentenza di primo grado.

Come è stata calcolata la sospensione dei termini di prescrizione?
La Corte ha calcolato una sospensione massima di 64 giorni per l’emergenza sanitaria (ex D.L. 18/2020, come interpretato dalla Corte Costituzionale), a cui si sono aggiunti sei mesi e cinque giorni per un legittimo impedimento (astensione degli avvocati). Nonostante ciò, il termine era già decorso.

Quali sono le conseguenze per i ricorrenti che hanno presentato un appello inammissibile?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, i ricorrenti (le parti civili) sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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