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Impugnazione sentenza non luogo a procedere: Appello

Un procuratore ha presentato ricorso diretto in Cassazione contro una sentenza di non luogo a procedere. La Corte ha riqualificato il ricorso, stabilendo che in caso di impugnazione di una sentenza di non luogo a procedere, l’unico strumento corretto è l’appello. La Cassazione ha chiarito che, a seguito delle riforme legislative, tali sentenze sono appellabili esclusivamente davanti alla Corte d’Appello e non tramite ricorso per saltum, trasferendo di conseguenza gli atti al giudice competente.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione sentenza di non luogo a procedere: la Cassazione fa chiarezza sulla via da seguire

L’impugnazione di una sentenza di non luogo a procedere rappresenta un momento cruciale nel processo penale, determinando se un’accusa verrà archiviata o se proseguirà verso il dibattimento. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con fermezza un principio procedurale fondamentale: l’unico strumento per contestare tale decisione è l’appello, escludendo la possibilità di un ricorso diretto in Cassazione. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale e offre preziose indicazioni agli operatori del diritto.

I fatti del caso: da un’accusa di indebita percezione a una questione procedurale

Il caso trae origine da un’accusa mossa nei confronti di un’imputata per aver percepito indebitamente un sussidio statale tra il 2019 e il 2022. L’accusa sosteneva che la donna avesse omesso di dichiarare significative vincite da gioco, ottenendo così il beneficio economico senza averne diritto. Tuttavia, il Giudice per l’Udienza Preliminare (GUP) del Tribunale di Teramo, con sentenza del 24 gennaio 2024, aveva dichiarato il non luogo a procedere, ritenendo che la norma incriminatrice fosse stata abrogata e che, pertanto, il fatto non fosse più previsto dalla legge come reato.

L’impugnazione della sentenza di non luogo a procedere: la scelta del Procuratore

In disaccordo con la decisione del GUP, il Procuratore della Repubblica decideva di impugnare la sentenza. Invece di presentare appello presso la Corte d’Appello competente, sceglieva la via del ricorso diretto per Cassazione, noto come ricorso per saltum. La Procura sosteneva che il GUP avesse commesso un errore di diritto nell’interpretare le norme sulla successione delle leggi penali nel tempo, ritenendo che la condotta fosse ancora penalmente rilevante.

La decisione della Corte di Cassazione: la corretta via è l’appello

La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura come ricorso per cassazione. Tuttavia, applicando il principio di conservazione degli atti giuridici, non ha semplicemente respinto l’impugnazione. La Corte ha invece proceduto alla riqualificazione del ricorso, convertendolo in un atto di appello. Di conseguenza, ha ordinato la trasmissione di tutti gli atti alla Corte d’Appello de L’Aquila, l’organo funzionalmente competente a decidere nel merito della questione.

Le motivazioni della Corte

La decisione della Cassazione si fonda su un’analisi rigorosa dell’evoluzione normativa in materia di impugnazioni. I giudici hanno sottolineato come, a seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 23 giugno 2017, la sentenza di non luogo a procedere emessa ai sensi dell’art. 425 del codice di procedura penale sia esclusivamente appellabile. È stata, infatti, reintrodotta la competenza della Corte d’Appello a decidere su queste impugnazioni, eliminando la precedente possibilità di un ricorso diretto in Cassazione che era stata prevista dalla legge n. 46 del 2006.

La Corte ha chiarito che il ricorso per saltum, disciplinato dall’art. 569 c.p.p., è un rimedio eccezionale, consentito solo contro le sentenze che definiscono il merito del giudizio di primo grado (le sentenze dibattimentali). La sentenza di non luogo a procedere, al contrario, è una pronuncia di natura processuale che chiude la fase dell’udienza preliminare e, come tale, non rientra nell’ambito di applicazione del ricorso per saltum.

Questa interpretazione, secondo la Corte, è logica e razionale. La sentenza di non luogo a procedere può essere revocata in presenza di nuove prove, il che ne conferma la natura non definitiva. Affidare il riesame a una Corte d’Appello, che può valutare nuovamente i fatti e il merito, garantisce un doppio grado di giudizio e una maggiore tutela, in linea con i principi del giusto processo. Solo dopo la decisione della Corte d’Appello, la parte soccombente potrà eventualmente ricorrere in Cassazione per motivi di legittimità.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

L’ordinanza in commento ribadisce un principio consolidato e di fondamentale importanza pratica: l’impugnazione di una sentenza di non luogo a procedere deve essere proposta mediante appello alla Corte d’Appello. Tentare la via del ricorso diretto per Cassazione è un errore procedurale che, sebbene in questo caso sanato dalla riqualificazione, può comportare ritardi e complicazioni. La pronuncia serve da monito per tutti gli operatori del diritto, sottolineando la necessità di scegliere con attenzione il corretto mezzo di impugnazione previsto dal codice di rito, al fine di garantire l’efficacia e la tempestività della tutela giurisdizionale.

È possibile impugnare una sentenza di non luogo a procedere direttamente in Cassazione?
No. Secondo la costante giurisprudenza e la normativa vigente, la sentenza di non luogo a procedere emessa al termine dell’udienza preliminare è esclusivamente appellabile dinanzi alla Corte d’Appello. Il ricorso diretto per Cassazione (c.d. ricorso per saltum) non è ammesso per questo tipo di provvedimento.

Cosa succede se viene presentato un ricorso per cassazione invece di un appello?
La Corte di Cassazione, in base al principio di conservazione degli atti processuali (art. 568, comma 5, c.p.p.), può qualificare il ricorso come appello e trasmettere gli atti alla Corte d’Appello competente. L’impugnazione non viene quindi dichiarata inammissibile, ma viene incanalata nel percorso procedurale corretto.

Perché il ricorso per saltum non si applica alle sentenze di non luogo a procedere?
Il ricorso per saltum è previsto dall’art. 569 c.p.p. per le sentenze che definiscono il primo grado di giudizio nel merito (es. dopo un dibattimento). La sentenza di non luogo a procedere, invece, è un provvedimento di natura processuale che conclude la fase dell’udienza preliminare, senza una piena delibazione del merito, e pertanto è esclusa dal campo di applicazione di tale impugnazione straordinaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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