LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Impugnazione sentenza assente: il mandato è decisivo

Un cittadino straniero, condannato in sua assenza per ingresso e soggiorno illegale, ha presentato ricorso in Cassazione contestando sia la dichiarazione di assenza sia la sussistenza del reato. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione si fonda sulla mancata allegazione di uno specifico mandato ad impugnare, rilasciato dal difensore d’ufficio dopo la pronuncia della sentenza. Secondo i giudici, questo onere formale, previsto dall’art. 581, comma 1-quater, c.p.p., è necessario per l’impugnazione sentenza assente, in quanto prova che l’imputato ha effettiva conoscenza della condanna e della volontà di procedere nei successivi gradi di giudizio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione Sentenza Assente: La Cassazione Conferma l’Obbligo del Mandato Specifico

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in tema di impugnazione sentenza assente, stabilendo che la mancanza di uno specifico mandato ad impugnare, rilasciato dopo la condanna, rende il ricorso inammissibile. Questa decisione solidifica l’orientamento giurisprudenziale post-riforma Cartabia, chiarendo gli oneri formali a carico della difesa, anche quando si contesta la legittimità della stessa dichiarazione di assenza.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla condanna di un cittadino straniero da parte del Giudice di Pace. L’uomo era stato fermato a bordo di un treno diretto in Svizzera e, privo dei documenti necessari, era stato condannato alla pena di 500,00 euro di ammenda per il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato. Il processo si era svolto in assenza dell’imputato, che, secondo quanto riportato, non aveva mai avuto contatti con il suo difensore d’ufficio.

L’Impugnazione e i Motivi del Ricorso

Il difensore ha proposto ricorso per cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Errata dichiarazione di assenza: La difesa sosteneva che l’imputato non avesse mai avuto effettiva conoscenza del processo a suo carico (vocatio in iudicium) e che, pertanto, il giudice avesse errato nel dichiararne l’assenza, violando il suo diritto a partecipare al giudizio e a difendersi.
2. Insussistenza del reato: Si argomentava che il fatto non costituisse reato ai sensi dell’art. 10-bis, comma 2, del d.lgs. 286/1998. Tale norma esclude la punibilità per lo straniero identificato durante i controlli di frontiera in uscita dal territorio nazionale. Poiché l’imputato era stato fermato su un treno diretto all’estero, la sua condotta rientrava in questa ipotesi di non punibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’impugnazione sentenza assente

Nonostante le argomentazioni della difesa, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un presupposto formale ritenuto insuperabile: la mancanza dello specifico mandato ad impugnare.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha basato la sua decisione sull’interpretazione dell’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), stabilisce che il difensore di un imputato giudicato in assenza debba allegare all’atto di impugnazione uno specifico mandato, rilasciato dopo la pronuncia della sentenza, contenente anche la dichiarazione o elezione di domicilio.

I giudici hanno chiarito i seguenti punti cruciali:

* Finalità della norma: L’obbligo del mandato specifico serve a garantire in modo “incontrovertibile” che l’imputato assente “conosce e vuole” non solo l’esistenza del processo, ma anche la sua prosecuzione nei gradi successivi. È una prova della sua effettiva consapevolezza e volontà di contestare la decisione.
* Applicabilità anche in caso di contestazione dell’assenza: La Corte ha affermato che questo onere formale non viene meno neppure quando l’impugnazione contesta la legittimità della dichiarazione di assenza stessa. Il sistema processuale offre altri rimedi, come la restituzione nel termine per impugnare (art. 175 c.p.p.), per tutelare l’imputato che non abbia avuto effettiva conoscenza del processo senza sua colpa.
* Valenza per il difensore d’ufficio: La recente modifica legislativa (L. 114/2024) ha abrogato tale onere per il difensore di fiducia, ma lo ha mantenuto per il difensore d’ufficio. Pertanto, nel caso di specie, l’obbligo sussisteva pienamente.

In sostanza, la Corte ha stabilito che la necessità di garantire la consapevole partecipazione dell’imputato ai gradi di giudizio successivi prevale, imponendo un adempimento formale dal quale non si può prescindere per procedere all’esame del merito dell’impugnazione.

Conclusioni

Questa sentenza consolida un’interpretazione rigorosa delle condizioni di ammissibilità per l’impugnazione di una sentenza emessa in assenza. La decisione sottolinea che il legislatore ha inteso creare un filtro procedurale stringente per assicurare che solo gli imputati effettivamente consapevoli della loro condanna possano accedere ai successivi gradi di giudizio. Per la difesa, ciò significa che ottenere un mandato specifico e posteriore alla sentenza dal proprio assistito, anche se difeso d’ufficio e di difficile reperibilità, diventa un passo cruciale e non più eludibile per poter validamente contestare una condanna pronunciata in sua assenza.

È necessario un mandato specifico per l’impugnazione di una sentenza emessa in assenza, anche se si contesta proprio la dichiarazione di assenza?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’onere di allegare uno specifico mandato ad impugnare, rilasciato dopo la sentenza, sussiste anche quando il ricorso mira a contestare la correttezza della dichiarazione di assenza. La mancanza di tale mandato rende l’impugnazione inammissibile.

La regola del mandato specifico post-sentenza si applica anche se l’imputato è assistito da un difensore d’ufficio?
Sì. Secondo la normativa vigente al momento della decisione, l’obbligo di allegare il mandato specifico permane per il difensore d’ufficio, mentre è stato abrogato per il difensore di fiducia. Nel caso esaminato, essendo l’imputato assistito da un legale d’ufficio, l’onere era pienamente applicabile.

Qual è lo scopo del mandato specifico richiesto dall’art. 581, comma 1-quater, cod. proc. pen.?
Lo scopo è quello di assicurare che l’imputato giudicato in assenza abbia avuto effettiva conoscenza della sentenza emessa a suo carico e manifesti una consapevole volontà di procedere con l’impugnazione. Serve a provare, in modo inequivocabile, che l’imputato “conosce e vuole” la progressione del processo nei gradi successivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati