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Impugnazione pena: ricorso generico inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile l’impugnazione di una pena per il reato di false dichiarazioni. Il ricorso è stato respinto perché i motivi addotti erano generici e non specificavano gli errori nella sentenza precedente, riaffermando la discrezionalità del giudice di merito nel determinare la pena entro i limiti di legge.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione Pena: La Cassazione Boccia il Ricorso Troppo Generico

Quando un imputato ritiene che la pena inflitta sia eccessiva, ha il diritto di presentare un ricorso. Tuttavia, un’efficace impugnazione pena non può limitarsi a una generica lamentela. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i requisiti di specificità necessari affinché un ricorso venga esaminato nel merito, pena la sua inammissibilità. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di cui all’art. 495 del codice penale, ovvero false dichiarazioni a un pubblico ufficiale sulla propria identità o qualità personali. La Corte d’Appello di Bologna aveva confermato la sentenza di primo grado. L’imputato ha deciso di ricorrere in Cassazione, contestando la determinazione della pena, ritenuta superiore al minimo edittale senza un’adeguata giustificazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi: la genericità del motivo di ricorso e la sua manifesta infondatezza, riaffermando principi consolidati in materia di impugnazioni e di quantificazione della pena.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato nel dettaglio perché l’impugnazione pena non potesse essere accolta.

La Genericità del Motivo di Ricorso

Il primo ostacolo insormontabile per il ricorrente è stato la genericità delle sue doglianze. La Cassazione ha sottolineato che un ricorso efficace non può limitarsi a denunciare un vizio di motivazione o una violazione di legge in modo astratto. È necessario che l’appellante individui con precisione gli elementi che sono alla base della sua critica, consentendo così al giudice dell’impugnazione di comprendere i rilievi mossi e di esercitare il proprio controllo. Nel caso di specie, il ricorso non specificava quali aspetti della motivazione della Corte d’Appello fossero errati o illogici, rendendo di fatto impossibile per la Cassazione valutare la fondatezza della censura.

La Discrezionalità del Giudice e la Manifesta Infondatezza

In secondo luogo, la Corte ha ribadito che la graduazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Tale potere non è arbitrario, ma deve essere esercitato nel rispetto dei principi sanciti dagli articoli 132 e 133 del codice penale, che impongono al giudice di tenere conto della gravità del reato e della capacità a delinquere del reo.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva adempiuto al proprio onere argomentativo, giustificando la pena superiore al minimo con un riferimento esplicito a elementi concreti: le specifiche modalità di commissione del fatto e i numerosi precedenti penali dell’imputato. Di fronte a una motivazione congrua e non illogica, la Corte di Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito. Pertanto, il motivo di ricorso è stato ritenuto anche manifestamente infondato.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: l’impugnazione pena deve essere costruita su motivi specifici, dettagliati e giuridicamente pertinenti. Non è sufficiente contestare la severità della sanzione; è indispensabile dimostrare in che modo il giudice di merito abbia errato nel suo percorso logico-giuridico, violando i criteri di legge o fornendo una motivazione carente, contraddittoria o manifestamente illogica. In assenza di una critica puntuale e circostanziata, il ricorso rischia di essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile contestare una pena ritenuta troppo alta?
Sì, è possibile impugnare la quantificazione della pena, ma il ricorso deve indicare in modo specifico e dettagliato le ragioni per cui si ritiene che il giudice abbia sbagliato nella sua valutazione, ad esempio per motivazione illogica o violazione dei criteri legali.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per due ragioni principali: era generico, in quanto non specificava gli elementi contestati della sentenza precedente, e manifestamente infondato, poiché la decisione del giudice sulla pena era stata adeguatamente motivata con riferimento alle modalità del fatto e ai precedenti dell’imputato.

Quali criteri usa il giudice per stabilire l’entità della pena?
Il giudice esercita un potere discrezionale basato sui principi degli articoli 132 e 133 del codice penale. Deve considerare elementi come la gravità del reato (modalità dell’azione, danno causato) e la capacità a delinquere del colpevole (precedenti penali, condotta di vita).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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