LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Impugnazione inammissibile: quando il ricorso è generico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 45103/2024, ha dichiarato una impugnazione inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati. Il ricorso contro una condanna per tentato furto aggravato non contestava specificamente le motivazioni della sentenza di appello, limitandosi a lamentare il trattamento sanzionatorio. La Corte ha ribadito che la valutazione della congruità della pena è di competenza del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, salvo in casi di manifesta illogicità o arbitrarietà.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione inammissibile: quando il ricorso è generico

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e rigore. Una impugnazione inammissibile è una delle conseguenze più comuni quando l’atto di appello manca di specificità e non si confronta adeguatamente con la decisione impugnata. Con l’ordinanza in commento, la Suprema Corte ribadisce i principi fondamentali che regolano l’ammissibilità dei ricorsi, specialmente quando le critiche si concentrano sul trattamento sanzionatorio e sulla valutazione delle circostanze.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna, confermata in primo e secondo grado, per i reati di tentato furto aggravato. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha presentato ricorso per Cassazione lamentando diversi aspetti della sentenza della Corte d’Appello. In particolare, la difesa ha contestato la violazione di legge e il vizio di motivazione riguardo alla pena inflitta, la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), l’erronea applicazione di un’aggravante e la sussistenza stessa di un’altra fattispecie di reato.

La Decisione della Corte di Cassazione: l’Impugnazione Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. La decisione si fonda su un punto centrale: la genericità dei motivi di impugnazione. Secondo i giudici di legittimità, le doglianze sollevate dalla difesa erano state formulate in modo vago e non si erano confrontate in maniera critica e specifica con l’apparato argomentativo della sentenza di appello. La Corte di merito, infatti, aveva fornito una motivazione logica, coerente e priva di vizi per sostenere la condanna e la determinazione della pena.

Le Motivazioni: la Genericità dei Motivi di Ricorso

Il cuore della decisione risiede nell’analisi della funzione del giudizio di Cassazione. La Corte ha chiarito che non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito, dove si rivalutano le prove e i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

Nello specifico, la Suprema Corte ha evidenziato che:

1. Critiche alla Pena: Le lamentele sul trattamento sanzionatorio erano astratte. La determinazione della pena rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Tale potere è insindacabile in Cassazione se la pena è giustificata con una motivazione non manifestamente illogica o arbitraria. Nel caso di specie, la pena era stata ritenuta congrua e giustificata, anche in relazione alla mancata concessione delle attenuanti generiche, per l’assenza di elementi positivi a favore dell’imputato.

2. Motivazione sulla Pena: La Corte ha richiamato il suo consolidato orientamento secondo cui, se la pena si attesta su livelli medi o prossimi al minimo edittale, non è richiesta una motivazione analitica e dettagliata. È sufficiente anche una motivazione implicita o espressa con formule sintetiche come “congruità” ed “equità”, che fanno riferimento ai criteri dell’art. 133 del codice penale.

3. Bilanciamento delle Circostanze: Anche il giudizio di comparazione tra circostanze aggravanti e attenuanti è una valutazione di merito che sfugge al controllo di legittimità se sorretta da una motivazione sufficiente e non illogica.

In sostanza, il ricorso non attaccava vizi reali della sentenza, ma si limitava a proporre una diversa valutazione dei fatti e della pena, un’operazione non consentita in sede di legittimità. Di qui, la declaratoria di impugnazione inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza offre un importante monito per la pratica forense. Per evitare una declaratoria di inammissibilità, un ricorso per Cassazione deve essere redatto con estrema cura. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso con la decisione impugnata. È necessario, invece, individuare specifici vizi di legge o di motivazione, argomentando punto per punto e dimostrando in che modo la sentenza di merito sia errata o illogica. Un ricorso che si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di merito, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza d’appello, è destinato a fallire.

Quando un ricorso in Cassazione rischia di essere dichiarato inammissibile?
Quando i motivi sono formulati in modo generico, senza un confronto specifico con le argomentazioni della sentenza impugnata, e si limitano a chiedere una nuova valutazione dei fatti, che è preclusa al giudice di legittimità.

Può la Corte di Cassazione modificare una pena ritenuta troppo alta dall’imputato?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare l’adeguatezza della pena, a meno che la decisione del giudice di merito non sia il risultato di un palese arbitrio o di un ragionamento manifestamente illogico. La determinazione della pena è un giudizio discrezionale riservato al giudice di merito.

Cosa si intende per “motivazione implicita” nella determinazione della pena?
Si intende una motivazione che, pur non essendo dettagliata, è considerata sufficiente quando la pena inflitta è contenuta entro la media edittale. In questi casi, la Suprema Corte ammette che il giudice possa motivare con formule sintetiche, come il riferimento alla “congruità” della sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati