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Impugnazione inammissibile: multa e appello errato

Un soggetto condannato per un reato ambientale alla sola pena pecuniaria di 1.000 euro proponeva appello. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’impugnazione inammissibile, poiché per le sentenze che applicano la sola pena dell’ammenda è previsto unicamente il ricorso per cassazione. L’errore nella scelta del mezzo di impugnazione, anche se convertito, ha portato all’inammissibilità e a un’ulteriore condanna pecuniaria di 3.000 euro.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Errato

Quando si riceve una condanna penale, anche se solo a una pena pecuniaria, la scelta del corretto strumento per contestarla è fondamentale. Un errore procedurale, come dimostra una recente sentenza della Corte di Cassazione, può trasformare un tentativo di difesa in un’ulteriore sanzione. Il caso analizzato riguarda una impugnazione inammissibile a causa della scelta errata del mezzo di gravame, un errore che è costato caro all’imputato.

I Fatti del Caso: Una Condanna per Reato Ambientale

La vicenda ha origine da una sentenza del Tribunale di Palmi, che condannava il titolare di un autolavaggio al pagamento di un’ammenda di 1.000,00 euro. Il reato contestato era la violazione dell’articolo 137, comma 1, del Testo Unico Ambientale (d. lgs. 152/2006), relativo allo scarico di acque reflue industriali senza autorizzazione.

L’imputato, ritenendo ingiusta la condanna, decideva di presentare appello. I suoi motivi di doglianza erano principalmente due:
1. La presunta irregolarità nel prelievo dei campioni d’acqua, effettuato, a suo dire, in un punto non idoneo a verificare la conformità dello scarico.
2. La mancata applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale, che prevede la non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La Conversione dell’Appello e l’Impugnazione Inammissibile

Il primo ostacolo procedurale si è manifestato davanti alla Corte d’Appello. Quest’ultima, correttamente, ha rilevato che la sentenza impugnata, applicando la sola pena dell’ammenda per una contravvenzione, non era appellabile. La legge, infatti, prevede in questi casi esclusivamente la possibilità di presentare ricorso per cassazione.

Applicando il principio di conservazione degli atti processuali (noto come translatio judicii), la Corte d’Appello ha convertito l’appello in ricorso, trasmettendo gli atti alla Corte di Cassazione. Tuttavia, questa conversione non è stata sufficiente a salvare l’impugnazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su un principio consolidato della procedura penale. Sebbene l’articolo 568, comma 5, del codice di procedura penale consenta la conversione del mezzo di impugnazione, ciò non sana ogni vizio originario. La Corte ha sottolineato che il principio di conversione non si applica quando la parte ha “effettivamente voluto ed esattamente denominato il mezzo di gravame non consentito dalla legge”.

In altre parole, l’imputato aveva presentato un “appello”, un atto con caratteristiche e finalità diverse dal “ricorso per cassazione”. L’appello permette un riesame completo dei fatti, mentre il ricorso è limitato alla sola violazione di legge. Poiché la sentenza era inappellabile per legge, la scelta di proporre appello è stata un errore fatale che ha reso l’impugnazione inammissibile fin dall’origine. La conversione non può sanare un errore così sostanziale nella scelta dello strumento processuale.

Le Conclusioni: Quando l’Errore Procedurale Costa Caro

La declaratoria di inammissibilità ha avuto conseguenze economiche significative per il ricorrente. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte di Cassazione lo ha condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questo importo si aggiunge all’ammenda originale di 1.000,00 euro, quadruplicando di fatto il costo della vicenda giudiziaria.

Questa sentenza ribadisce un’importante lezione: nel diritto processuale, la forma è sostanza. Scegliere il corretto mezzo di impugnazione non è un mero formalismo, ma un requisito essenziale per poter vedere esaminate le proprie ragioni nel merito. Un errore su questo punto può precludere ogni possibilità di difesa e comportare sanzioni economiche aggiuntive.

È possibile presentare appello contro una sentenza penale che condanna solo al pagamento di un’ammenda?
No. La sentenza stabilisce che le sentenze per reati contravvenzionali puniti con la sola pena dell’ammenda non sono appellabili, ma possono essere impugnate unicamente con ricorso per cassazione.

Cosa succede se si propone un mezzo di impugnazione errato, come un appello invece di un ricorso?
Sebbene esista un principio di conversione dell’atto (translatio judicii), la Corte di Cassazione ha chiarito che se la parte ha volutamente ed esattamente denominato il mezzo di gravame non consentito dalla legge, l’impugnazione è inammissibile. L’atto, anche se convertito, deve avere i requisiti di sostanza e forma del mezzo corretto.

Quali sono le conseguenze di una dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
In base alla sentenza, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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