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Improcedibilità per mancanza di querela: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità per mancanza di querela in un caso di furto aggravato. A seguito della Riforma Cartabia (legge n. 150/2022), il reato è diventato procedibile solo su querela della persona offesa. Nonostante il ricorso dell’imputato fosse fondato su un vizio di motivazione relativo alla recidiva, la Corte ha rilevato che la denuncia in atti non conteneva la necessaria volontà di punire, portando all’estinzione del procedimento.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Improcedibilità per Mancanza di Querela: La Cassazione Annulla Condanna per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 8516/2024) offre un esempio lampante di come le riforme legislative possano incidere profondamente sui processi in corso. Il caso riguarda una condanna per furto annullata non per l’infondatezza dell’accusa, ma per improcedibilità per mancanza di querela, una conseguenza diretta dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia. Analizziamo insieme la vicenda e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un furto commesso a Orbetello il 30 agosto 2014. L’imputato, dopo una condanna in primo grado presso il Tribunale di Grosseto, aveva visto la sua posizione riesaminata più volte, inclusa una fase di annullamento con rinvio da parte della stessa Corte di Cassazione. La Corte d’Appello di Firenze, nel maggio 2022, aveva parzialmente riformato la sentenza, riqualificando il reato come furto aggravato ai sensi degli artt. 624 e 625, n. 2, c.p., e rideterminando la pena.

Contro quest’ultima decisione, l’imputato ha proposto un nuovo ricorso in Cassazione, lamentando un vizio di motivazione.

Il Ricorso e la Questione della Recidiva

Il principale motivo del ricorso si concentrava sulla mancata disapplicazione della recidiva. L’imputato sosteneva che la Corte d’Appello avesse applicato l’aumento di pena per la recidiva in modo quasi automatico, senza una valutazione concreta sulla maggiore pericolosità sociale e riprovevolezza della condotta.

La Cassazione ha ritenuto questo motivo fondato. Ha infatti ricordato un principio consolidato: il giudice, di fronte a una recidiva contestata, deve verificare se la ripetizione del reato sia un sintomo effettivo di una maggiore capacità a delinquere. Se non lo è, l’aumento di pena deve essere escluso con una motivazione adeguata. La sentenza d’appello, limitandosi a constatare la presenza della recidiva, era carente su questo punto essenziale.

L’Impatto Decisivo della Riforma Cartabia e l’Improcedibilità

Nonostante la fondatezza del motivo sulla recidiva, la decisione finale della Corte ha preso una direzione diversa e risolutiva. È intervenuta una questione pregiudiziale: la modifica del regime di procedibilità per il reato di furto, introdotta dalla Legge n. 150/2022, meglio nota come Riforma Cartabia.

Le Motivazioni

La Corte ha rilevato che, a seguito di tale riforma, il tipo di furto per cui si procedeva era diventato procedibile solo a querela della persona offesa. La procedibilità d’ufficio è stata cioè soppressa. Analizzando gli atti processuali, i giudici hanno trovato unicamente un ‘mero verbale di denuncia’ da parte della vittima. Questo atto, pur descrivendo i fatti, non conteneva alcun riferimento esplicito alla ‘volontà di punizione’ del colpevole, elemento che caratterizza e distingue la querela dalla semplice denuncia. La mancanza di questa manifestazione di volontà ha reso il reato, per effetto della nuova legge, non perseguibile.

Le Conclusioni

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dovuto dichiarare di ‘non doversi procedere per essere il reato ascritto divenuto improcedibile per mancanza di querela’. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale: le modifiche normative più favorevoli all’imputato (favor rei), soprattutto quelle che riguardano le condizioni di procedibilità, si applicano anche ai processi in corso. Il caso dimostra come una riforma procedurale possa estinguere un procedimento penale che aveva già attraversato diversi gradi di giudizio, indipendentemente dalla valutazione sulla colpevolezza dell’imputato.

Perché la condanna per furto è stata annullata?
La condanna è stata annullata perché il reato è diventato improcedibile. A seguito della Riforma Cartabia (legge n. 150/2022), il tipo di furto contestato è diventato perseguibile solo su querela della persona offesa, e tale querela non era presente negli atti del processo.

Cosa significa che un reato è divenuto improcedibile per mancanza di querela?
Significa che lo Stato non può più portare avanti l’azione penale contro il presunto colpevole perché manca una condizione essenziale richiesta dalla legge: la formale richiesta di punizione da parte della vittima del reato (la querela).

La denuncia presentata dalla vittima non era sufficiente per procedere?
No. Secondo la Corte, il documento in atti era un ‘mero verbale di denuncia’ e non conteneva alcun riferimento alla ‘volontà di punizione’ del colpevole, elemento indispensabile per qualificare l’atto come querela e permettere la prosecuzione del processo dopo la Riforma Cartabia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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