LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Improcedibilità furto energia: il ruolo della querela

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto di energia elettrica, dichiarando l’improcedibilità del reato. La decisione si fonda sulla Riforma Cartabia, che ha reso il delitto procedibile a querela. Poiché la società erogatrice non ha presentato querela e l’aggravante che avrebbe reso il reato procedibile d’ufficio non era in vigore all’epoca dei fatti, si è verificata l’improcedibilità furto energia, portando all’annullamento definitivo della sentenza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Improcedibilità Furto Energia: Annullata Condanna per Mancanza di Querela

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso di improcedibilità furto energia, annullando la condanna di un imputato. La decisione evidenzia le importanti modifiche procedurali introdotte dalla Riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022) e il principio di irretroattività della legge penale sfavorevole. Il caso riguarda l’amministratore di una struttura alberghiera, accusato di aver manomesso il contatore elettrico per ridurre la registrazione dei consumi.

I Fatti del Processo

L’imputato, in qualità di amministratore di fatto di una società gestore di un hotel, era stato accusato di aver commissionato la manomissione del contatore dell’energia elettrica. Secondo l’accusa, venivano apposte delle calamite sui cavi di collegamento, impedendo così la corretta misurazione dei consumi per una quota stimata del 70%. In questo modo, l’amministratore si impossessava indebitamente di energia elettrica, sottraendola alla società fornitrice. A seguito della condanna in primo e secondo grado, l’imputato ha presentato ricorso per cassazione, sollevando questioni cruciali sulla procedibilità dell’azione penale.

La Procedibilità e l’Impatto della Riforma Cartabia

Il fulcro del ricorso verteva sull’inosservanza delle nuove norme sulla procedibilità del reato di furto, modificate dal d.lgs. n. 150/2022. La difesa ha sostenuto che, a seguito della riforma, il delitto di furto semplice è diventato procedibile a querela della persona offesa. Nel caso di specie, la società erogatrice dell’energia non aveva mai sporto querela. La Corte d’Appello aveva superato questa obiezione ritenendo il reato procedibile d’ufficio per la presenza di una circostanza aggravante specifica: quella di aver commesso il fatto su componenti sottratti a infrastrutture destinate all’erogazione di servizi pubblici (art. 625, n. 7-bis, cod. pen.).

L’errore sull’applicazione dell’aggravante e l’improcedibilità del furto energia

L’argomento della Corte d’Appello è stato smontato dalla Cassazione con una motivazione netta. I giudici di legittimità hanno infatti rilevato un errore fondamentale: la circostanza aggravante prevista dall’art. 625, n. 7-bis, c.p. è stata introdotta nell’ordinamento solo nel 2013. I fatti contestati all’imputato, invece, si erano svolti in un periodo precedente, tra il settembre 2011 e l’agosto 2013. Per il principio fondamentale di irretroattività della legge penale sfavorevole, una norma che introduce un’aggravante non può essere applicata a fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha stabilito che, non potendo applicare la suddetta aggravante, il reato di furto di energia elettrica, nel caso specifico, ricadeva pienamente sotto la nuova disciplina introdotta dalla Riforma Cartabia. L’art. 624, terzo comma, del codice penale, come modificato, prevede ora la procedibilità a querela per il delitto di furto, salvo la presenza di specifiche aggravanti che qui non ricorrevano. La legge prevedeva un termine per la presentazione tardiva della querela per i procedimenti già in corso, ma tale termine è decorso senza che la società fornitrice si attivasse. Di conseguenza, è venuta a mancare una condizione essenziale per poter proseguire l’azione penale, determinando l’improcedibilità furto energia.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha quindi annullato la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando il reato improcedibile per difetto di querela. Questa pronuncia è significativa perché riafferma due principi cardine del nostro ordinamento: da un lato, l’impatto sostanziale della Riforma Cartabia sulla procedibilità di reati diffusi come il furto; dall’altro, il rigoroso rispetto del principio di irretroattività della legge penale, che impedisce di applicare norme più severe a fatti del passato. La decisione sottolinea l’importanza per le persone offese di attivarsi tempestivamente con una querela, divenuta ora un presupposto indispensabile per la punizione di numerose fattispecie di reato.

Perché il furto di energia elettrica è stato dichiarato improcedibile?
Il reato è stato dichiarato improcedibile perché, a seguito della Riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022), il furto è diventato procedibile a querela e la società fornitrice dell’energia non ha mai presentato tale atto di querela, nemmeno nei termini transitori previsti.

Perché non è stata applicata l’aggravante che avrebbe reso il reato procedibile d’ufficio?
La circostanza aggravante del furto su infrastrutture destinate a servizi pubblici (art. 625, n. 7-bis c.p.) non è stata applicata perché è stata introdotta dalla legge nel 2013, mentre i fatti contestati erano stati commessi prima di tale data. In base al principio di irretroattività della legge penale sfavorevole, non poteva essere applicata al caso di specie.

Qual è l’effetto della Riforma Cartabia sul reato di furto semplice?
La Riforma Cartabia ha modificato l’art. 624 del codice penale, rendendo il delitto di furto semplice procedibile a querela della persona offesa, a meno che non ricorrano specifiche circostanze aggravanti che ne mantengono la procedibilità d’ufficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati