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Impianti noleggiati per intercettazioni: la validità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8285/2025, ha dichiarato inammissibile un ricorso che contestava l’uso di impianti noleggiati per intercettazioni ambientali. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la legittimità delle operazioni dipende dal luogo di installazione dell’apparecchiatura (che deve essere la Procura della Repubblica) e non dal titolo di proprietà della stessa. Pertanto, l’uso di impianti noleggiati non richiede la speciale motivazione prevista per il ricorso a sistemi esterni.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Intercettazioni con Impianti Noleggiati: Legittime se in Procura

L’evoluzione tecnologica pone costantemente nuove sfide al diritto processuale penale, in particolare nel delicato settore delle intercettazioni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 8285/2025, affronta una questione di grande rilevanza pratica: la validità delle intercettazioni effettuate tramite impianti noleggiati da società private ma installati nei locali della Procura della Repubblica. La Corte ha confermato la piena legittimità di tale prassi, chiarendo che la garanzia processuale risiede nel controllo statale sul luogo delle operazioni, non sulla proprietà della tecnologia utilizzata.

Il Caso: Un’Eccezione di Inutilizzabilità

Il caso trae origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli per reati di associazione mafiosa, estorsione e traffico di stupefacenti. La difesa dell’indagato aveva proposto ricorso per cassazione, sostenendo l’inutilizzabilità delle intercettazioni ambientali, ritenute decisive per la sussistenza della gravità indiziaria.

Il motivo del ricorso si fondava su un’argomentazione specifica: le operazioni erano state eseguite utilizzando apparecchiature fornite da una società privata, noleggiate e installate presso gli uffici della Procura. Secondo la difesa, questa circostanza avrebbe richiesto un decreto motivato del Pubblico Ministero che attestasse l’insufficienza degli impianti pubblici e la presenza di eccezionali ragioni d’urgenza, come previsto dall’art. 268, comma 3, del codice di procedura penale.

La Questione Giuridica sugli Impianti Noleggiati

Il cuore della controversia legale verte sull’interpretazione dell’art. 268, comma 3, c.p.p. Questa norma stabilisce che, di regola, le operazioni di intercettazione devono essere compiute “esclusivamente per mezzo degli impianti installati nella procura della Repubblica”. Consente il ricorso a impianti di pubblico servizio o in dotazione alla polizia giudiziaria solo in casi eccezionali di insufficienza o inidoneità dei primi, supportati da un decreto motivato del PM.

La difesa sosteneva che il noleggio di apparecchiature da un soggetto privato equiparasse la situazione a un ricorso a impianti “esterni”, attivando così l’obbligo di motivazione rafforzata. In assenza di tale decreto, le intercettazioni sarebbero state, a loro dire, affette da un’inutilizzabilità “patologica”.

La Decisione della Cassazione: la Centralità del Luogo

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, aderendo pienamente all’orientamento consolidato della giurisprudenza. I giudici hanno chiarito che il criterio distintivo per l’applicazione delle diverse procedure previste dall’art. 268 c.p.p. non è il titolo giuridico di disponibilità degli impianti (proprietà, noleggio, comodato), bensì il luogo fisico in cui le operazioni di captazione e registrazione vengono eseguite.

Se gli impianti, seppur noleggiati, sono installati e operano all’interno dei locali della Procura della Repubblica, la modalità operativa rientra pienamente nella previsione ordinaria. Non è quindi necessario alcun decreto specifico che motivi l’urgenza o l’inadeguatezza delle strutture, poiché la garanzia di segretezza e controllo è assicurata dalla collocazione stessa dell’hardware in un ambiente istituzionale.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando importanti precedenti, tra cui la nota sentenza “Carli” delle Sezioni Unite (n. 36359/2008). Il principio cardine è che la ratio della norma è quella di tutelare la segretezza delle comunicazioni. Questa tutela è garantita dalla collocazione fisica degli strumenti di registrazione (i server) all’interno degli uffici giudiziari, sotto il diretto controllo dell’autorità giudiziaria.

Di conseguenza, il fatto che la Procura si avvalga di un contratto di locazione per dotarsi di tecnologie più moderne non sposta il fulcro della garanzia. Ciò che conta è che l’immissione dei dati captati nella memoria informatica centralizzata avvenga “nei locali della Procura della Repubblica mediante l’utilizzo di impianti ivi esistenti”. Il titolo di possesso di tali impianti – che sia proprietà o noleggio – è indifferente ai fini della legittimità procedurale. La Corte ha specificato che la deroga che richiede una motivazione rafforzata si applica solo quando si utilizzano impianti esterni, come quelli delle compagnie telefoniche o quelli in dotazione alla polizia giudiziaria dislocati altrove.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La sentenza consolida un principio di fondamentale importanza pratica per le attività investigative. Consente alle Procure di mantenere un alto livello tecnologico, avvalendosi di impianti noleggiati da fornitori specializzati, senza essere appesantite da oneri procedurali non necessari. Questa flessibilità permette di adeguare gli strumenti investigativi alla rapida evoluzione tecnologica, garantendo al contempo che il cuore delle operazioni di intercettazione rimanga saldamente all’interno del perimetro di sicurezza e controllo degli uffici giudiziari. La decisione riafferma che la garanzia per i diritti del cittadino non risiede nella proprietà statale di un server, ma nel controllo effettivo che l’autorità giudiziaria esercita sul processo di captazione e registrazione dei dati.

È possibile utilizzare impianti noleggiati da società private per effettuare intercettazioni?
Sì, è possibile. La Corte di Cassazione ha stabilito che ciò che rileva non è il titolo di proprietà o disponibilità dell’impianto (noleggio, acquisto, ecc.), ma il luogo in cui esso viene installato e utilizzato per la registrazione.

Quando è necessario un decreto motivato del Pubblico Ministero per usare impianti non della Procura?
Un decreto motivato su eccezionali ragioni di urgenza e insufficienza degli impianti in Procura è necessario solo quando si ricorre a impianti di pubblico servizio o in dotazione alla polizia giudiziaria, non quando si utilizzano impianti, anche se noleggiati, installati fisicamente nei locali della Procura della Repubblica.

Qual è la ragione principale per cui le intercettazioni devono avvenire, di regola, presso la Procura?
La regola secondo cui le operazioni di intercettazione devono avvenire presso gli impianti della Procura serve a garantire la tutela della segretezza delle comunicazioni, assicurando che la captazione e la registrazione dei dati avvengano in un luogo istituzionale e sicuro, sotto il diretto controllo dell’autorità giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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