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Immunità europarlamentare: la Cassazione si pronuncia

Un Membro del Parlamento Europeo (MEP) è stato assolto dall’accusa di diffamazione contro un politico italiano per un tweet. La parte civile ha impugnato la decisione, sostenendo che il tweet non fosse protetto da immunità europarlamentare per mancanza di un collegamento diretto con il lavoro parlamentare. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che il ‘nesso funzionale’ non richiede un atto formale precedente in Parlamento. Ha stabilito che il tweet rientrava in un più ampio e continuo dibattito politico centrale per il mandato del MEP, e quindi era coperto da immunità.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Immunità Europarlamentare: Quando un Tweet è Protetto dalla Legge?

L’era digitale ha trasformato la comunicazione politica, spostando il dibattito dalle aule parlamentari alle piazze virtuali dei social media. Ma quali sono le conseguenze legali? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale: i confini dell’immunità europarlamentare per le opinioni espresse su piattaforme come Twitter. La pronuncia chiarisce fino a che punto un tweet può essere considerato parte dell’esercizio delle funzioni parlamentari e, di conseguenza, essere protetto da azioni legali per diffamazione.

I Fatti: Un Tweet Accusatorio e la Difesa dell’Immunità

Il caso ha origine da un post pubblicato su Twitter da un Membro del Parlamento Europeo (MEP). Nel tweet, il parlamentare accusava un noto politico italiano di essere coinvolto in atti di corruzione legati a tangenti petrolifere. Questa dichiarazione era stata fatta all’indomani di una decisione del Parlamento italiano relativa a un altro procedimento a carico dello stesso politico, riguardante un noto caso di soccorso di migranti.

Il politico italiano ha querelato il MEP per diffamazione. In primo grado, il tribunale ha assolto il parlamentare europeo, ritenendo che la sua dichiarazione fosse coperta dall’immunità prevista dall’Art. 8 del Protocollo n. 7 sui privilegi e le immunità dell’Unione Europea. Secondo il giudice, il fatto rientrava nell’ambito della guarentigia parlamentare.

La Questione Giuridica: Il Nesso Funzionale nell’Era Digitale e l’immunità europarlamentare

La parte civile ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la sussistenza dei presupposti per l’immunità. L’argomento centrale della difesa era la mancanza del cosiddetto “nesso funzionale”, ovvero un collegamento diretto ed evidente tra l’opinione espressa nel tweet e le funzioni parlamentari del MEP. In particolare, si sosteneva che l’immunità per le dichiarazioni extra moenia (rese fuori dal Parlamento) richiedesse un legame con una precedente attività intra moenia (svolta in Parlamento), come un’interrogazione o un intervento in aula. Poiché tale atto precedente mancava, secondo il ricorrente, il tweet non poteva beneficiare della protezione.

La questione posta alla Corte era quindi se, per l’applicazione dell’immunità europarlamentare a un post sui social media, sia ancora necessario un rigido legame con un atto formale compiuto all’interno delle istituzioni.

L’Analisi della Corte sull’immunità europarlamentare

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando l’assoluzione. La sua analisi si è concentrata sulla corretta interpretazione del nesso funzionale nell’attuale contesto della comunicazione politica.

Superamento del Criterio Formalistico

I giudici hanno chiarito che, sebbene per le opinioni espresse extra moenia sia necessario un “nesso diretto ed evidente” con l’esercizio delle funzioni, questo legame non deve essere interpretato in modo eccessivamente rigido o formalistico. L’idea che ogni dichiarazione esterna debba essere la mera divulgazione di un precedente atto parlamentare tipico è considerata superata. La comunicazione politica, oggi, si svolge sempre più spesso attraverso canali digitali che sono diventati un’estensione dell’arena politica.

L’Importanza del Contesto Politico

La Corte ha stabilito che il nesso funzionale può essere ravvisato anche in un contesto più ampio. Nel caso di specie, il tweet del MEP si inseriva in un dibattito politico di lungo corso e di evidente interesse europeo sui rapporti tra l’Europa e la Russia. Il MEP aveva espresso opinioni simili in altre occasioni, sia prima che dopo il tweet incriminato, dimostrando una coerenza tematica con la sua attività politica. Pertanto, il tweet non era un’invettiva isolata, ma un tassello di un più ampio e riconoscibile discorso politico legato al suo mandato.

Cooperazione Leale con il Parlamento Europeo

Infine, la Corte ha sottolineato che, pur mantenendo il giudice nazionale la competenza esclusiva nel valutare i presupposti dell’immunità, la decisione del Parlamento Europeo di difendere l’immunità del proprio membro (come avvenuto in questo caso) deve essere tenuta nella “massima considerazione”, in ossequio al principio di leale cooperazione tra istituzioni nazionali ed europee.

le motivazioni

La Corte ha ritenuto che la dichiarazione del MEP, sebbene espressa su un social network, rientrasse in una linea continua e identificabile di attività politica su un tema di rilevanza europea. Questo ha permesso di stabilire il necessario “nesso funzionale” senza la necessità di un atto formale intra moenia precedente. I giudici hanno riconosciuto che il dibattito politico non è più confinato alle aule parlamentari e che il diritto deve adeguarsi a questa evoluzione. La decisione del Parlamento Europeo a difesa del suo membro, sebbene non vincolante, ha rafforzato questa valutazione in un’ottica di cooperazione istituzionale.

le conclusioni

Questa sentenza offre un importante chiarimento sull’applicazione dell’immunità europarlamentare nell’era digitale. Stabilisce che la protezione non dipende dal luogo fisico o virtuale in cui un’opinione viene espressa, ma dalla sua sostanza e dalla sua connessione con il mandato politico. Per i politici e gli operatori del diritto, ciò significa che la valutazione del “nesso funzionale” deve essere più ampia, tenendo conto del contesto politico generale e della coerenza dell’attività del parlamentare, piuttosto che limitarsi alla ricerca di un precedente atto formale.

Un’opinione espressa da un europarlamentare su un social network è coperta da immunità?
Sì, può essere coperta da immunità, ma solo se esiste un “nesso diretto ed evidente” tra la dichiarazione e l’esercizio delle funzioni parlamentari. Non è il mezzo di comunicazione (es. Twitter) a essere decisivo, ma il contenuto e il contesto della dichiarazione.

Per godere dell’immunità per una dichiarazione “extra moenia” (fuori dal Parlamento), è necessario che sia stata preceduta da un atto formale “intra moenia” (in Parlamento)?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che un atto parlamentare formale e antecedente non è un requisito indispensabile. Il nesso funzionale può essere dimostrato anche dal contesto politico generale e dalla coerenza della dichiarazione con l’attività politica complessiva del parlamentare su un determinato tema.

La decisione del Parlamento europeo di difendere l’immunità di un suo membro è vincolante per il giudice nazionale?
No, la decisione del Parlamento europeo non è vincolante, ma costituisce un parere che il giudice nazionale deve tenere nella “massima considerazione”. Il giudice nazionale mantiene la competenza esclusiva nel decidere sull’applicazione dell’immunità nel caso concreto, ma deve farlo in uno spirito di leale cooperazione con le istituzioni europee.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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