LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Imbrattamento auto: quando sputare è reato

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’imbrattamento auto con sputi costituisce reato ai sensi dell’art. 639 c.p., anche se la macchia è facilmente rimovibile. La Corte ha annullato l’assoluzione di un imputato, chiarendo che la facilità di ripristino è una caratteristica tipica del reato e non una causa di non punibilità per inoffensività, criticando anche i limiti del giudice in fase di indagini preliminari.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Imbrattamento Auto: Sputare sulla Carrozzeria è Reato, lo Conferma la Cassazione

Un gesto di disprezzo come uno sputo sulla carrozzeria di un veicolo può sembrare una questione di poco conto, ma una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 15146/2024) ha ribadito un principio fondamentale: l’imbrattamento auto è un reato, anche quando il danno è minimo e facilmente riparabile. Questa decisione offre spunti importanti sulla differenza tra imbrattamento e danneggiamento e sui poteri del giudice nella fase delle indagini preliminari.

I Fatti del Caso: Un Gesto di Disprezzo

Il caso trae origine da una serie di episodi in cui un individuo aveva ripetutamente sputato sulla carrozzeria dell’automobile di un’altra persona, all’altezza della maniglia. Il Pubblico Ministero, ritenendo che tale condotta integrasse il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui, aveva richiesto l’emissione di un decreto penale di condanna nei confronti del responsabile.

La Decisione Iniziale: Un’Assoluzione Contestata

Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Ravenna, tuttavia, ha deciso di assolvere l’imputato con la formula “perché il fatto non sussiste”. Secondo il GIP, i ripetuti sputi, pur essendo un gesto di disturbo e disgusto, non erano idonei a ledere il bene giuridico protetto (la proprietà). La motivazione si basava sulla considerazione che l’offesa poteva essere “immediatamente e definitivamente cancellata” con un semplice “schizzo d’acqua”, senza richiedere un’azione di ripristino particolarmente dispendiosa. Di conseguenza, il giudice ha ritenuto la condotta inoffensiva ai sensi dell’art. 49, comma 2, del codice penale.

Il Ricorso e la Tesi sul Reato di Imbrattamento Auto

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Bologna ha impugnato la sentenza di assoluzione, sostenendo una violazione di legge. Secondo il ricorrente, il GIP aveva errato nel valutare l’inoffensività della condotta in quella fase processuale e, soprattutto, nell’interpretare la norma sull’imbrattamento auto (art. 639 c.p.). Il Procuratore ha sottolineato che questo reato presuppone proprio un’offesa transitoria all’estetica del bene, che può essere ripristinata facilmente, distinguendosi così dal più grave reato di danneggiamento.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza del GIP e chiarendo in modo definitivo i contorni del reato di imbrattamento.

La Differenza tra Imbrattamento e Danneggiamento

Il punto centrale della decisione è la distinzione tra il reato di imbrattamento (art. 639 c.p.) e quello di danneggiamento (art. 635 c.p.). La Corte ha spiegato che:
– L’imbrattamento si realizza con un’alterazione temporanea e superficiale della cosa, il cui aspetto originario è facilmente reintegrabile, indipendentemente dal costo dell’operazione di pulizia. La facilità di ripristino è, quindi, una caratteristica intrinseca del reato, non una causa di esclusione della punibilità.
– Il danneggiamento, al contrario, produce una modificazione più profonda che diminuisce in modo apprezzabile il valore della cosa o ne impedisce parzialmente l’uso, richiedendo un intervento ripristinatorio più complesso per restituire al bene la sua essenza e funzionalità originaria.
Nel caso di specie, gli sputi sulla carrozzeria rientrano perfettamente nella descrizione dell’imbrattamento, poiché alterano temporaneamente l’aspetto del veicolo, richiedendo una semplice pulizia per essere rimossi.

I Limiti del Giudice nelle Indagini Preliminari

La Cassazione ha inoltre censurato l’operato del GIP sotto un profilo procedurale. Ha ribadito che, di fronte a una richiesta di decreto penale di condanna, il giudice può emettere una sentenza di proscioglimento immediato (ex art. 129 c.p.p.) solo se l’innocenza dell’imputato è evidente o se è impossibile acquisire prove della sua colpevolezza. Non è consentito, invece, compiere una valutazione discrezionale sull’opportunità dell’azione penale o sull’inoffensività in concreto della condotta, poiché tale giudizio è riservato a fasi processuali successive.

Le conclusioni

La sentenza in esame riafferma che il rispetto della proprietà altrui è tutelato anche da offese apparentemente minori. Sputare su un’auto non è un gesto banale, ma un atto che integra il reato di imbrattamento. La decisione della Cassazione è un importante monito: la facilità con cui un danno può essere eliminato non rende lecita la condotta che lo ha causato. Anzi, è proprio questa caratteristica a definire specifici reati volti a proteggere l’integrità e l’estetica dei beni.

Sputare sulla carrozzeria di un’auto è reato?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che questo gesto integra il reato di imbrattamento di cose altrui, previsto e punito dall’art. 639 del codice penale, in quanto altera temporaneamente l’aspetto esteriore del bene.

Se la macchia si pulisce facilmente, il reato di imbrattamento auto sussiste comunque?
Sì. La sentenza chiarisce che la facile e poco costosa rimozione della macchia è una caratteristica tipica del reato di imbrattamento e non una ragione per considerare il fatto non punibile per inoffensività. La punibilità prescinde dai costi di ripristino.

Qual è la differenza tra il reato di imbrattamento e quello di danneggiamento?
L’imbrattamento causa un’alterazione solo temporanea e superficiale dell’aspetto della cosa, facilmente ripristinabile. Il danneggiamento, invece, produce una modificazione più grave che diminuisce in modo apprezzabile il valore della cosa o ne impedisce, anche solo parzialmente, l’uso, richiedendo un intervento di ripristino più significativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati