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Guida sotto stupefacenti: test e stato di alterazione

Un automobilista è stato condannato per guida sotto stupefacenti. Nel suo ricorso in Cassazione, ha contestato la validità del test tossicologico, ritenendolo al di sotto della soglia di positività, e la prova del suo stato di alterazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che i parametri dei test di laboratorio ospedalieri sono diversi e più affidabili di quelli dei test rapidi. Inoltre, ha confermato che lo stato di alterazione era stato correttamente accertato sulla base delle osservazioni degli agenti intervenuti (apatia, sbalzi d’umore, riflessi rallentati).

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida Sotto Stupefacenti: Quando il Test è Positivo? La Cassazione Chiarisce

Il reato di guida sotto stupefacenti è uno dei più complessi da accertare, poiché richiede la prova di due elementi distinti: l’assunzione di sostanze e un effettivo stato di alterazione psico-fisica durante la guida. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su due aspetti cruciali: la validità dei test tossicologici e le modalità di accertamento dello stato di alterazione del conducente. Il caso riguarda un automobilista condannato in primo e secondo grado e che ha tentato l’ultima via del ricorso in Cassazione.

Il Caso in Analisi

Un conducente veniva condannato dal Tribunale e successivamente dalla Corte d’Appello alla pena di dodici mesi di arresto, tremila euro di ammenda e la sospensione della patente per due anni. L’accusa era quella prevista dall’articolo 187 del Codice della Strada: essersi posto alla guida in stato di alterazione dopo aver assunto sostanze stupefacenti.

Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. I punti contestati erano essenzialmente due: la validità dell’accertamento tossicologico e la prova del suo effettivo stato di alterazione.

I Motivi del Ricorso: Soglie di Positività e Comportamento del Guidatore

La difesa dell’imputato basava il ricorso su due argomenti principali:
1. La soglia di positività: Si sosteneva che il risultato degli esami fosse inferiore alla soglia minima di positività (fissata in 300 ng/ml) stabilita da standard internazionali, in particolare quelli statunitensi. Secondo questa tesi, un valore al di sotto di tale soglia dovrebbe essere considerato negativo.
2. Lo stato di alterazione: Si contestava che la Corte d’Appello avesse motivato in modo insufficiente la sussistenza di uno stato di alterazione psico-fisica, elemento indispensabile per la configurazione del reato. L’imputato sosteneva che i sintomi descritti non fossero sufficienti a provare una reale compromissione delle capacità di guida.

La Decisione della Cassazione sul tema della guida sotto stupefacenti

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza, ma stabilisce che i motivi presentati non erano idonei a rimettere in discussione la sentenza d’appello. La Corte ha ritenuto che il ricorso fosse meramente riproduttivo di censure già esaminate e correttamente respinte nei gradi di merito, senza una critica specifica e puntuale alla motivazione della Corte territoriale.

Le Motivazioni

La parte più interessante della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Cassazione ha smontato le argomentazioni della difesa.

La Differenza Cruciale tra Test Rapidi e Analisi di Laboratorio

La Corte ha chiarito un punto fondamentale riguardo ai test tossicologici. La soglia dei 300 ng/ml, citata dalla difesa, è un parametro utilizzato per garantire l’affidabilità dei test rapidi (o di screening). Questi test sono progettati per dare un risultato preliminare e veloce.

Nel caso di specie, tuttavia, l’accertamento non era stato effettuato con un test rapido, bensì tramite esami di laboratorio ospedalieri. Questi ultimi, spiega la Corte, si basano su parametri diversi e più sofisticati per determinare la positività. La sentenza d’appello aveva già spiegato questa differenza, ma il ricorso si era limitato a ripetere la questione della soglia senza confrontarsi con la specifica motivazione della Corte, incentrata proprio sulla diversa natura e affidabilità delle analisi di laboratorio.

La Prova dello Stato di Alterazione: Bastano gli Indici Sintomatici

Anche sul secondo punto, la Cassazione ha ritenuto la motivazione della Corte d’Appello completa e logica. Lo stato di alterazione dell’imputato era stato provato attraverso le circostanze riferite dagli agenti intervenuti, i quali avevano descritto un soggetto con mancanza di reattività, atteggiamento assente e distratto, e repentini sbalzi di umore.

La Corte ha sottolineato come questi siano proprio gli “indici sintomatici” tipici dell’assunzione di stupefacenti, quali la perdita di lucidità mentale e il rallentamento dei riflessi. Paradossalmente, gli stessi elementi che lo stesso ricorrente, nel suo atto, indicava come rilevanti per accertare il reato.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce due principi giuridici importanti in materia di guida sotto stupefacenti:
1. L’accertamento della positività a sostanze stupefacenti non è legato a soglie universali valide per ogni tipo di test. Gli esami di laboratorio ospedalieri hanno parametri propri e la loro validità non può essere messa in discussione citando le soglie dei test rapidi.
2. Lo stato di alterazione psico-fisica può essere legittimamente provato attraverso l’osservazione del comportamento del conducente da parte delle forze dell’ordine. Sintomi come confusione, apatia, reazioni rallentate e sbalzi d’umore sono elementi sufficienti a integrare questo requisito del reato, insieme alla positività degli esami tossicologici.

Un risultato del test tossicologico inferiore a 300 ng/ml è sempre considerato negativo ai fini del reato di guida sotto stupefacenti?
No. Secondo la sentenza, tale soglia è un riferimento per l’affidabilità dei test rapidi. Gli esami di laboratorio ospedalieri, che hanno valore probatorio definitivo, si basano su parametri diversi e più specifici per attestare la positività.

Come si dimostra lo stato di alterazione del conducente?
Lo stato di alterazione può essere dimostrato attraverso gli indici sintomatici osservati dagli agenti di polizia al momento del controllo. Comportamenti come mancanza di reattività, atteggiamento distratto, sbalzi d’umore, perdita di lucidità e rallentamento dei riflessi sono considerati prove sufficienti.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza muovere una critica specifica e puntuale al ragionamento logico-giuridico contenuto nella sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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