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Guida sotto stupefacenti: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida sotto stupefacenti. I motivi del ricorso sono stati giudicati una mera ripetizione di argomentazioni già respinte in appello. Inoltre, la Corte ha escluso l’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la concreta pericolosità della condotta di guida notturna in stato di alterazione.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida sotto stupefacenti: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La guida sotto stupefacenti rappresenta un grave reato che mette a rischio la sicurezza stradale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce due aspetti fondamentali per chi intende impugnare una condanna: la necessità di presentare motivi di ricorso nuovi e specifici e i limiti all’applicazione della causa di non punibilità per “particolare tenuità del fatto”. Analizziamo insieme questa importante decisione per comprenderne le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte d’Appello per il reato previsto dall’art. 187, comma 7, del Codice della Strada, ovvero per essersi posto alla guida in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Il fatto era stato accertato durante un controllo stradale notturno, nel corso del quale gli agenti avevano riscontrato sintomi evidenti di alterazione e avevano invitato il conducente a sottoporsi ad accertamenti sanitari.

Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, basandolo su due motivi principali:
1. Una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione riguardo all’affermazione della sua responsabilità.
2. Il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131 bis del codice penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle Ammende. La decisione si fonda su una valutazione rigorosa dei motivi presentati, ritenuti non idonei a superare il vaglio di legittimità.

Le Motivazioni: la Ripetitività dei Motivi e la Pericolosità della Condotta nella Guida sotto Stupefacenti

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni della difesa. In primo luogo, ha qualificato entrambi i motivi di ricorso come “meramente riproduttivi” di censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Il ricorso per Cassazione non può essere una semplice ripetizione delle stesse doglianze, ma deve contenere critiche specifiche e argomentate contro la logicità e la coerenza della sentenza impugnata. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva già spiegato in modo logico perché la responsabilità dell’imputato fosse provata, basandosi sull’invito a sottoporsi agli accertamenti a seguito dei sintomi riscontrati.

Il punto centrale della decisione riguarda il secondo motivo, relativo alla minima offensività. La Corte ha confermato la valutazione del giudice di merito, il quale aveva negato l’applicazione dell’art. 131 bis c.p. sottolineando la concreta pericolosità della condotta. Guidare di notte su una strada pubblica, mostrando sintomi di alterazione dovuti all’uso di droghe, non può essere considerato un fatto di lieve entità. Tale comportamento, per sua natura, crea un pericolo significativo per la sicurezza pubblica, superando la soglia della minima offensività richiesta dalla norma.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre due importanti lezioni. La prima è di natura processuale: per avere una possibilità di successo, il ricorso in Cassazione deve sollevare questioni di diritto nuove o criticare in modo puntuale e specifico i vizi logici della sentenza di appello, non limitarsi a riproporre le medesime argomentazioni. La seconda è di natura sostanziale e riguarda la guida sotto stupefacenti: la pericolosità intrinseca di questa condotta, specialmente se posta in essere in circostanze aggravanti come la guida notturna, rende estremamente difficile, se non impossibile, ottenere il riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione riafferma un principio di rigore a tutela della sicurezza collettiva.

È possibile presentare in Cassazione gli stessi motivi di ricorso già respinti in Appello?
No, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile proprio perché i motivi erano una mera riproduzione di censure già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza presentare nuovi argomenti critici.

La guida notturna sotto l’effetto di stupefacenti può essere considerata un’offesa di minima entità ai sensi dell’art. 131 bis c.p.?
No, secondo la Corte, la condotta di guidare in orario notturno su una strada pubblica in preda a sintomi riconducibili all’uso di sostanze stupefacenti presenta una “concreta pericolosità” tale da escludere i connotati di minima offensività richiesti per l’applicazione della norma.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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