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Guida sotto stupefacenti: reato anche con auto ferma

Un automobilista condannato per guida sotto stupefacenti ricorre in Cassazione sostenendo di non essere stato in marcia al momento del controllo. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, confermando che la fermata è una fase della circolazione e il reato sussiste ugualmente.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida Sotto Stupefacenti: Reato Configurabile Anche con Veicolo Fermo?

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, n. 11380 del 2024, offre un’importante chiarificazione su un tema di grande attualità: il reato di guida sotto stupefacenti. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: la contravvenzione è configurabile anche se il conducente viene controllato mentre il suo veicolo è fermo. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso, volto a tutelare la sicurezza stradale.

I Fatti del Caso: dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine dalla condanna di un automobilista da parte del Tribunale di Avezzano, successivamente confermata dalla Corte di Appello di L’Aquila. L’imputato era stato ritenuto penalmente responsabile per la contravvenzione di guida in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti.
Contro la sentenza di appello, i difensori dell’imputato hanno proposto ricorso per Cassazione, articolando la loro difesa su tre motivi principali, con l’obiettivo di annullare la condanna.

I Motivi del Ricorso e la Guida Sotto Stupefacenti

La difesa ha basato il ricorso su tre argomentazioni distinte, cercando di scardinare l’impianto accusatorio e la decisione dei giudici di merito.

La Prova Ignorata e il Vizio di Motivazione

Il primo motivo lamentava la mancata valutazione di una prova ritenuta decisiva: un certificato medico che attestava l’assenza di residui di sostanze stupefacenti nel sangue e nelle urine dell’imputato, rilasciato pochi giorni dopo i fatti contestati. Secondo la difesa, ignorare tale documento avrebbe reso la motivazione della sentenza contraddittoria e illogica.

La Questione della “Circolazione”: Auto Ferma e Guida Sotto Stupefacenti

Il secondo motivo, cuore della controversia, sosteneva che il reato non potesse sussistere perché, al momento del controllo, l’imputato non stava guidando e il veicolo era fermo. La difesa ha richiamato una consolidata giurisprudenza che, a suo dire, richiederebbe che l’agente stia effettivamente guidando in stato di alterazione per la configurabilità del reato.

La Proporzionalità della Pena

Infine, il terzo motivo criticava la quantificazione della pena e la durata della sanzione accessoria della sospensione della patente di guida, ritenendole eccessive e sproporzionate, soprattutto in considerazione della presunta incensuratezza dell’imputato.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato tutte le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e quindi inammissibile. Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva e l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha smontato punto per punto i motivi del ricorso con argomentazioni precise.

Sul primo punto, ha chiarito che il concetto di “prova decisiva” può essere invocato solo per prove la cui ammissione sia stata formalmente richiesta durante il processo (ai sensi dell’art. 495 c.p.p.), non per documenti prodotti successivamente e la cui valutazione è a discrezione del giudice. La censura è stata quindi ritenuta generica.

Sul secondo e più importante motivo, la Cassazione ha ribadito il suo orientamento consolidato: ai fini della configurabilità del reato di guida sotto stupefacenti (così come per la guida in stato di ebbrezza), è irrilevante che il veicolo sia fermo al momento del controllo. La Corte ha specificato che la “fermata” non è altro che una fase della “circolazione”. Pertanto, il solo fatto di trovarsi alla guida di un veicolo, anche se momentaneamente fermo sulla pubblica via, in stato di alterazione, è sufficiente per integrare il reato.

Infine, riguardo al terzo motivo, la Corte lo ha giudicato in parte generico e in parte inammissibile. Generico perché non specificava le ragioni per cui la pena sarebbe dovuta essere inferiore (evidenziando peraltro che la presunta incensuratezza era stata smentita nei gradi di merito). Inammissibile perché la questione sulla durata della sospensione della patente non era stata sollevata con l’atto di appello e, pertanto, non poteva essere introdotta per la prima volta in sede di legittimità.

Le Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza

La sentenza in esame rafforza un principio cruciale per la sicurezza stradale: la nozione di “circolazione” è ampia e include anche la sosta e la fermata. Per commettere il reato di guida sotto stupefacenti, non è necessario essere sorpresi in pieno movimento. Essere al volante di un veicolo, pronti a partire o appena fermati, in una condizione psicofisica alterata da droghe, è sufficiente per essere perseguiti penalmente. Questa interpretazione estensiva mira a prevenire il pericolo prima che si concretizzi in un incidente, sottolineando che la responsabilità del conducente inizia nel momento in cui si pone alla guida del mezzo su una strada pubblica, indipendentemente dal fatto che sia in marcia o meno.

È reato guidare sotto l’effetto di stupefacenti se l’auto è ferma al momento del controllo?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il reato sussiste perché la “fermata” è considerata una fase della “circolazione stradale”. Non è necessario che il veicolo sia in movimento al momento del controllo delle forze dell’ordine.

Un certificato medico che attesta l’assenza di droga, presentato solo in appello, è considerato una prova decisiva?
No. La Corte ha stabilito che la nozione di “prova decisiva”, la cui mancata assunzione può essere motivo di ricorso, si applica solo alle prove richieste formalmente in primo grado ai sensi dell’art. 495, comma 2, c.p.p. Un documento prodotto successivamente non rientra in questa categoria.

È possibile contestare per la prima volta in Cassazione la durata della sospensione della patente?
No. La Corte ha dichiarato inammissibile tale doglianza perché le questioni non sollevate nei motivi di appello non possono essere dedotte per la prima volta con il ricorso per cassazione. Ciò per evitare che venga annullata una decisione su un punto che non era stato sottoposto alla cognizione del giudice di appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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