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Guida sotto stupefacenti: no alla revoca patente

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di guida sotto stupefacenti, se il reato viene dichiarato non punibile per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), il giudice penale non può disporre la sanzione accessoria della revoca della patente. Tale competenza spetta esclusivamente al Prefetto. La Corte ha invece ritenuto provato lo stato di alterazione sulla base dell’elevata concentrazione di benzodiazepine nel sangue del conducente e delle circostanze di un incidente stradale da questi causato.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida sotto stupefacenti: quando la tenuità del fatto salva la patente (dal giudice)

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 13761 del 2025, affronta un tema cruciale per chiunque sia coinvolto in procedimenti per guida sotto stupefacenti. La Corte chiarisce un aspetto fondamentale: se il reato viene considerato di ‘particolare tenuità’, il giudice penale non ha il potere di revocare la patente di guida. Questa competenza, infatti, torna nelle mani dell’autorità amministrativa, il Prefetto. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I fatti del caso

Il caso riguarda una conducente che, dopo aver causato un incidente stradale uscendo autonomamente dalla carreggiata, è stata sottoposta a controlli. Gli esami hanno rivelato una concentrazione ematica di benzodiazepine pari a 680 ng/ml, un valore superiore al triplo del limite terapeutico (che si attesta tra 80 e 200 ng/ml). Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano riconosciuto la sua colpevolezza per il reato di guida in stato di alterazione, ma avevano dichiarato il fatto non punibile per la sua ‘particolare tenuità’ ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

La prova della guida sotto stupefacenti

Uno dei motivi del ricorso si basava sulla presunta errata applicazione della legge penale. La difesa sosteneva che non fosse stata adeguatamente provata la condizione di alterazione psico-fisica al momento della guida. La Cassazione ha respinto questa doglianza, confermando la logicità del ragionamento dei giudici di merito.

La prova dello stato di alterazione non derivava unicamente dall’esito degli esami tossicologici, ma da una valutazione complessiva di due elementi chiave:
1. Il dato quantitativo: L’assunzione di una dose massiccia di benzodiazepine, ben oltre la soglia terapeutica.
2. Il dato comportamentale: Le circostanze dell’incidente stradale, causato unicamente dalla condotta di guida dell’imputata, in assenza di fattori esterni che potessero averlo determinato.

In sostanza, l’alterazione è stata logicamente desunta dalla combinazione di un’assunzione abnorme di farmaci e una palese incapacità di controllare il veicolo.

La decisione della Cassazione sulla revoca della patente

Il punto centrale e innovativo della sentenza riguarda la sanzione accessoria della revoca della patente. La Corte d’Appello aveva confermato tale revoca. La Cassazione, invece, ha accolto il ricorso su questo specifico punto, annullando la sentenza in quella parte.

Le motivazioni

La Corte Suprema ha ribadito un principio fondamentale, già espresso in precedenti pronunce (in particolare la sentenza a Sezioni Unite ‘Tushaj’ del 2016): quando un reato viene dichiarato non punibile per particolare tenuità del fatto, le sanzioni amministrative accessorie ‘riprendono la loro autonomia’.

Questo significa che la sanzione della revoca della patente, pur prevista dalla legge, non può essere applicata dal giudice penale che ha escluso la punibilità. La competenza per l’applicazione di tali sanzioni ritorna all’autorità amministrativa, ovvero al Prefetto. Il giudice penale, dichiarando la non punibilità, esaurisce il suo compito e la palla passa all’amministrazione per le valutazioni di sua competenza.

Le conclusioni

Questa sentenza offre un chiarimento di enorme importanza pratica. Essere dichiarati ‘non punibili’ per tenuità del fatto in un processo per guida sotto stupefacenti evita una condanna penale e le relative conseguenze sulla fedina penale. Tuttavia, non significa che non ci saranno conseguenze per la patente di guida. La decisione sulla sospensione o revoca viene semplicemente spostata dal tribunale all’ufficio del Prefetto, che procederà secondo le normative del Codice della Strada. È quindi un errore pensare di aver ‘salvato’ la patente in via definitiva: il procedimento amministrativo seguirà il suo corso autonomo.

Se il reato di guida sotto stupefacenti è dichiarato non punibile per ‘particolare tenuità del fatto’, la patente viene revocata?
No, non dal giudice penale. La Corte di Cassazione ha stabilito che in questo caso la sanzione accessoria (come la revoca o la sospensione della patente) deve essere applicata dall’autorità amministrativa, ovvero il Prefetto, e non dal giudice che dichiara la non punibilità.

Come viene provato lo stato di alterazione per guida sotto stupefacenti?
Secondo questa sentenza, la prova non si basa solo sull’esito positivo degli esami, ma su una valutazione complessiva. Nel caso specifico, è stata dedotta dalla combinazione tra l’assunzione di una dose massiccia di farmaci (superiore al triplo del range terapeutico) e le circostanze dell’incidente stradale, causato unicamente dalla condotta di guida dell’imputata.

Cosa significa che la sanzione amministrativa accessoria ‘riprende la sua autonomia’?
Significa che quando il reato penale viene meno (perché dichiarato non punibile), la sanzione amministrativa ad esso collegata, come la revoca della patente, si ‘stacca’ dal procedimento penale e torna ad essere una questione puramente amministrativa, gestita dal Prefetto secondo le proprie procedure.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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