Guida sotto stupefacenti: Come si Prova lo Stato di Alterazione?
La recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia di circolazione stradale: la prova del reato di guida sotto stupefacenti. Spesso ci si chiede se il solo test positivo sia sufficiente a fondare una condanna. La Suprema Corte, con questa decisione, ribadisce un principio consolidato, chiarendo come la prova dello stato di alterazione possa essere raggiunta attraverso una valutazione complessiva che include sia dati clinici che elementi comportamentali.
I Fatti di Causa
Il caso trae origine dalla condanna inflitta dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Firenze a un automobilista. L’imputato era stato ritenuto responsabile di vari reati, tra cui resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, oltre alla contravvenzione prevista dall’art. 187 del Codice della Strada, ovvero la guida sotto stupefacenti.
Insoddisfatto della decisione di secondo grado, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, lamentando un’erronea applicazione della legge penale e un vizio di motivazione. In particolare, la difesa sosteneva che i giudici di merito non avessero compiuto una valutazione specifica sulle condizioni psico-fisiche dell’imputato, elemento da cui desumere il suo effettivo stato di alterazione al momento della guida.
L’Analisi della Cassazione sulla Guida sotto Stupefacenti
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno sottolineato che le argomentazioni presentate non erano altro che una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già discussi e respinti in appello. Un ricorso così formulato, privo di una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata, viene considerato solo ‘apparente’ e non meritevole di accoglimento.
La Prova dello Stato di Alterazione
Il punto centrale della decisione riguarda la modalità con cui si accerta il reato di guida sotto stupefacenti. Contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, la Cassazione ha ritenuto adeguata e corretta la motivazione della Corte d’Appello. Lo stato di alterazione dell’imputato era stato provato attraverso un percorso logico-fattuale ben preciso:
1. Percezione degli Operatori: In primo luogo, gli agenti che hanno effettuato il controllo hanno percepito direttamente lo stato di alterazione del conducente sulla base di dati sintomatici (comportamento, modo di parlare, reazioni).
2. Test Rapido: Successivamente, questa percezione è stata corroborata da un test di droga con esito positivo.
3. Analisi del Sangue: Infine, le analisi ematiche hanno confermato in modo definitivo la presenza di sostanze stupefacenti nell’organismo.
Questo approccio, secondo la Corte, è pienamente conforme alla giurisprudenza consolidata. Lo stato di alterazione non deve necessariamente essere provato con una perizia medico-legale complessa, ma può essere desunto da elementi sintomatici relativi alla condizione soggettiva del conducente, purché questi siano supportati dall’esito positivo delle analisi sui liquidi biologici.
le motivazioni
La motivazione della Corte Suprema si fonda sul principio secondo cui, per il reato di guida sotto stupefacenti, la prova non si esaurisce nel dato chimico-clinico. È necessario dimostrare che l’assunzione di sostanze abbia concretamente compromesso le capacità di guida. Tuttavia, tale dimostrazione può avvenire attraverso la valorizzazione di ‘dati sintomatici’, ovvero tutti quegli indizi comportamentali rilevati al momento del fatto (come ad esempio, andatura incerta, eloquio impacciato, occhi lucidi) che, letti insieme all’esito positivo degli esami, costituiscono una prova sufficiente dello stato di alterazione. La Corte d’Appello aveva seguito correttamente questo iter, rendendo la sua motivazione immune da censure. Il ricorso, non riuscendo a scalfire la logicità di tale ragionamento, è stato quindi giudicato inammissibile.
le conclusioni
Con questa ordinanza, la Cassazione conferma che la condanna per guida sotto stupefacenti può basarsi su un quadro probatorio composito. L’osservazione diretta degli agenti, unita alla conferma scientifica delle analisi, è sufficiente a dimostrare la sussistenza del reato. La decisione rigetta un approccio eccessivamente formalistico, valorizzando invece una valutazione complessiva delle circostanze del caso concreto. Per gli automobilisti, ciò significa che non è possibile contestare una condanna basandosi unicamente sulla mancanza di una valutazione medico-legale approfondita, se sono presenti altri elementi chiari e concordanti che dimostrano lo stato di alterazione alla guida. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.
Come si prova il reato di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti?
Secondo la Corte, lo stato di alterazione può essere provato valorizzando dati sintomatici relativi alla condizione soggettiva del conducente (rilevati al momento del fatto), che dimostrano la pregressa assunzione di stupefacenti, e che corroborano l’esito positivo degli esami sui liquidi biologici (come le analisi del sangue).
È sufficiente il solo esito positivo delle analisi del sangue per una condanna?
La sentenza chiarisce che il risultato delle analisi (in questo caso, del sangue) è un elemento fondamentale, ma deve essere corroborato da dati sintomatici. La prova si compone, quindi, sia dell’accertamento tecnico sia della percezione diretta dello stato di alterazione del conducente da parte degli operatori.
Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché considerato manifestamente infondato. La Corte ha ritenuto che i motivi presentati fossero una semplice e acritica ripetizione di quelli già respinti dalla Corte d’Appello, senza introdurre una critica argomentata contro la decisione impugnata, rendendo il ricorso non specifico e solo apparente.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12500 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12500 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME CODICE_FISCALE nato a NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 29/06/2023 della CORTE APPELLO di FIRENZE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
1.Con la sentenza in epigrafe la Corte di appello di Firenze ha confermato la sentenza del Tribunale di Firenze con cui COGNOME NOME era stato condannato alla pena di dieci mesi di reclusione per i delitti di cui agli artt. 337, 582, 585, 576 n. 1 c.p. e per la contravvenzione di cui all’art. 187 co. 1 D.Igs. 30 aprile 1992, n. 285.
2.COGNOME NOME, a mezzo del proprio difensore, ricorre per la cassazione della sentenza della Corte di appello per erronea applicazione della legge penale e vizio di motivazione in relazione al reato di cui all’art. 187 co. 1 D.Igs. 30 aprile 1992, n. 285. Il ricorrente, in particolare, lamenta che la sentenza impugnata ometta ogni valutazione specifica sulle condizioni psico-fisiche dell’imputato da cui desumere il concreto stato di alterazione alla guida.
3.11 motivo di ricorso risulta manifestamente infondato, in quanto si risolve in doglianze con cui si propone una pedissequa reiterazione di motivi già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte di merito, dovendosi pertanto lo stesso considerare non specifico ma soltanto apparente, in quanto omette di assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso (Sez. 6, n. 20377 del 11/03/2009, COGNOME e altri, Rv. 24383801). Contrariamente a quanto dedotto, infatti, la pronunzia impugnata reca appropriata motivazione sul fatto che lo stato di alterazione dell’imputato sia stato dapprima percepito dagli operatori, poi comprovato dal risultato del test di droga eseguito e infine confermato dalle successive analisi del sangue. È infatti principio ormai consolidato nella giurisprudenza di questa Corte che in tema di guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, lo stato di alterazione può essere provato valorizzando dati sintomatici relativi alla condizione soggettiva del conducente, rilevati al momento del fatto, dimostrativi della pregressa assunzione di stupefacente, atti a corroborare l’esito positivo dell’esame sui liquidi biologici (v. tra tutte Sez. 4, Sentenza n. 5890 del 25/01/2023 Rv. 284099 – 01).
4.Per tali ragioni, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, non sussistendo ipotesi di esonero, al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, determinabile in euro tremila.
P.Q.M
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 21 febbraio 2024