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Guida sotto stupefacenti: la fuga prova l’alterazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida sotto stupefacenti. La Corte ha stabilito che, oltre all’elevata concentrazione di cocaina nel sangue e all’ammissione di uso, la fuga pericolosa e il comportamento anomalo dell’imputato costituivano prove sufficienti del suo stato di alterazione psico-fisica al momento del controllo.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida Sotto Stupefacenti: Fuga dalla Polizia? Prova dello Stato di Alterazione

Il reato di guida sotto stupefacenti previsto dall’art. 187 del Codice della Strada richiede, per la sua configurazione, non solo la prova dell’assunzione di sostanze, ma anche la dimostrazione di uno stato di alterazione psico-fisica del conducente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 13857/2024) offre un importante chiarimento su quali elementi possano costituire prova di tale alterazione, andando oltre il solo dato clinico.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato riguarda un automobilista fermato per un controllo e risultato positivo all’assunzione di sostanze stupefacenti. Gli esami ematici avevano rivelato una concentrazione molto elevata di cocaina nel sangue (4037 ng/ml). Oltre a questo dato oggettivo, lo stesso imputato aveva ammesso di aver consumato la sostanza poco prima di mettersi al volante.

L’elemento cruciale della vicenda, tuttavia, è stato il comportamento tenuto dal conducente. Anziché fermarsi al controllo, l’uomo aveva ingaggiato una fuga pericolosa, per poi abbandonare il veicolo e proseguire la corsa a piedi, continuando a sottrarsi ai militari anche dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola di ordinanza di un carabiniere. Per questi fatti, veniva condannato sia in primo grado che in appello.

La Difesa e l’Analisi della Corte sulla guida sotto stupefacenti

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando che la sentenza di condanna non avesse adeguatamente evidenziato gli ‘elementi sintomatici’ dello stato di alterazione, come richiesto dalla giurisprudenza consolidata. Secondo la tesi difensiva, il solo esame tossicologico non sarebbe stato sufficiente.

La Suprema Corte ha respinto questa argomentazione, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato come il ricorso fosse una mera riproposizione di argomenti già esaminati e correttamente respinti dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, infatti, aveva basato la sua decisione su un apparato argomentativo logico, coerente e completo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha confermato la validità del ragionamento seguito dai giudici di merito. Essi non si sono limitati a considerare il dato chimico-clinico, per quanto significativo. Hanno, invece, valorizzato una serie di elementi fattuali che, nel loro complesso, dipingevano un quadro inequivocabile dello stato di alterazione dell’imputato.

In particolare, i giudici hanno evidenziato che il comportamento tenuto dal conducente – la fuga spericolata, l’abbandono del mezzo e la resistenza al fermo – è ‘suscettibile di rivelare un evidente stato di alterazione’. Tali azioni, irrazionali e pericolose, sono state ritenute incompatibili con uno stato di lucidità e pienamente indicative di una condizione psico-fisica compromessa dall’assunzione di cocaina. Di conseguenza, la combinazione tra esami ematici, ammissione di colpa e comportamento tenuto al momento del controllo ha costituito un quadro probatorio solido e inattaccabile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di guida sotto stupefacenti: la prova dello stato di alterazione non dipende esclusivamente dall’esito degli accertamenti tecnici, ma può essere desunta da qualsiasi elemento sintomatico. Il comportamento del conducente al momento del controllo assume un’importanza cruciale. La fuga, la difficoltà di eloquio, l’andatura incerta o, come in questo caso, azioni palesemente irrazionali e pericolose, possono e devono essere valutate dal giudice come prova della condizione alterata richiesta dalla norma. Per gli automobilisti, ciò significa che le proprie azioni durante un controllo di polizia possono diventare un elemento determinante per una condanna.

Per la condanna per guida sotto stupefacenti è sufficiente solo l’esito positivo degli esami ematici?
No, la sentenza chiarisce che, oltre ai dati clinici che provano l’assunzione, sono necessari anche ‘elementi sintomatici’ che dimostrino un’effettiva condizione di alterazione psico-fisica durante la guida.

Quali comportamenti possono essere considerati ‘elementi sintomatici’ dello stato di alterazione?
Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto sintomatici l’ingaggio di una fuga pericolosa, l’abbandono del veicolo e la prosecuzione della fuga a piedi, comportamenti ritenuti indicativi di uno stato di alterazione evidente.

È possibile presentare in Cassazione le stesse motivazioni già respinte in Appello?
No, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile proprio perché si trattava di una ‘pedissequa reiterazione’, ovvero una semplice ripetizione, di motivi già analizzati e motivatamente respinti dalla Corte di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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