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Guida sotto stupefacenti: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un automobilista per guida sotto stupefacenti. La sentenza stabilisce che le analisi tossicologiche su un campione di sangue non richiedono le garanzie procedurali di un ‘accertamento tecnico irripetibile’. Inoltre, lo stato di alterazione può essere provato non solo dall’esito del test, ma anche da elementi circostanziali come il comportamento del conducente e la dinamica di un incidente da lui causato.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida sotto stupefacenti: Analisi tossicologica valida anche senza garanzie speciali

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21260/2025) offre importanti chiarimenti sulla prova del reato di guida sotto stupefacenti. La pronuncia affronta questioni procedurali cruciali, come la validità delle analisi tossicologiche e i criteri per dimostrare lo stato di alterazione del conducente, confermando un orientamento consolidato.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado per il reato previsto dall’art. 187, comma 1-bis, del Codice della Strada, per aver guidato in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di cocaina, provocando inoltre un incidente stradale. L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso per cassazione, basandolo su quattro motivi principali.

I Motivi del Ricorso

Il ricorso si articolava sui seguenti punti:
1. Inutilizzabilità delle analisi tossicologiche: La difesa sosteneva che gli esami ematici fossero stati eseguiti senza le garanzie previste per gli ‘accertamenti tecnici irripetibili’ (art. 360 c.p.p.), rendendoli processualmente inutilizzabili.
2. Insufficienza della prova: Si contestava che lo stato di alterazione fosse stato provato unicamente sulla base dell’esito positivo degli esami, senza altri elementi concreti.
3. Insussistenza dell’aggravante: L’imputato negava di aver causato l’incidente.
4. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si lamentava il diniego delle circostanze attenuanti.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla guida sotto stupefacenti

La Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo tutti i motivi infondati o inammissibili e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali. La sentenza consolida principi giuridici fondamentali in materia.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni della difesa con un’analisi rigorosa.

Validità delle Analisi Tossicologiche

Sul primo motivo, la Cassazione ha ribadito un principio pacifico: il prelievo di campioni biologici e le successive analisi tossicologiche non rientrano nella categoria degli ‘accertamenti tecnici irripetibili’. Le garanzie difensive dell’art. 360 c.p.p. si applicano all’accertamento tecnico in sé, non alla mera attività di raccolta dei dati. Nel caso della guida sotto stupefacenti, l’art. 187 del Codice della Strada prevede che gli organi di polizia si rivolgano a strutture sanitarie per il prelievo. Una volta raccolto, il campione di sangue non è più soggetto a modificazioni, pertanto l’analisi successiva è un’operazione di routine basata su protocolli sanitari, non un atto investigativo irripetibile che necessita di garanzie speciali.

La Prova dello Stato di Alterazione

Contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, i giudici di merito non avevano basato la condanna solo sul test positivo alla cocaina. La decisione si fondava su un quadro probatorio più ampio, che includeva:
* Le dichiarazioni di un testimone (un agente di polizia giudiziaria) secondo cui l’imputato, subito dopo l’incidente, aveva ammesso di sentirsi in ‘stato confusionale’.
* La dinamica stessa del sinistro, che evidenziava una condotta di guida disattenta, logicamente riconducibile allo stato di alterazione.

La Corte ha quindi confermato che lo stato di alterazione può essere legittimamente desunto da un insieme di elementi, sia biologici che circostanziali.

L’Aggravante dell’Incidente Stradale

Anche il terzo motivo è stato respinto. La Corte ha ritenuto che il collegamento causale tra la condotta dell’imputato e l’incidente fosse stato argomentato in modo logico e coerente. La disattenzione derivante dall’alterazione psicofisica è stata identificata come la causa diretta che ha portato al sinistro, integrando così l’aggravante contestata.

Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, il motivo relativo alle attenuanti generiche è stato giudicato inammissibile. La Corte ha sottolineato che la decisione dei giudici di merito era stata congruamente motivata. Il diniego si basava sulla condizione di politossicodipendenza dell’imputato, che avrebbe dovuto indurlo a una maggiore prudenza e ad astenersi dalla guida, e sull’assenza di elementi positivi da valorizzare. Tale valutazione rientra nel merito del giudizio e non è sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce tre principi chiave per i casi di guida sotto stupefacenti:
1. Validità della prova tossicologica: Le analisi del sangue sono un mezzo di prova pienamente legittimo e non richiedono le complesse garanzie previste per gli atti irripetibili.
2. Approccio probatorio composito: La prova dello stato di alterazione non dipende esclusivamente dal dato chimico-clinico, ma si costruisce attraverso la valutazione congiunta di tutti gli elementi disponibili, inclusi il comportamento del conducente e le circostanze del fatto.
3. Nesso causale per l’aggravante: Per configurare l’aggravante dell’incidente, è sufficiente dimostrare che la condotta di guida alterata ha contribuito causalmente a provocarlo, anche per semplice disattenzione.

Le analisi del sangue per la guida sotto stupefacenti richiedono le garanzie di un ‘accertamento tecnico irripetibile’ (art. 360 c.p.p.)?
No. La Cassazione ha chiarito che il prelievo ematico e la successiva analisi tossicologica, eseguiti secondo i protocolli sanitari, non costituiscono un accertamento tecnico irripetibile. Le garanzie difensive dell’art. 360 c.p.p. non si applicano a questa fase.

Per condannare un automobilista per guida in stato di alterazione, è sufficiente il solo esito positivo del test tossicologico?
No. La sentenza conferma che la prova dello stato di alterazione non si basa solo sull’esito positivo delle analisi, ma può essere desunta anche da altri elementi, come il comportamento del conducente (ad esempio, stato confusionale ammesso), le deposizioni di testimoni e la dinamica stessa dell’incidente stradale.

Quando si configura l’aggravante di aver provocato un incidente stradale nel reato di guida sotto l’effetto di stupefacenti?
L’aggravante si configura quando esiste un nesso di causalità tra la condotta di guida alterata e l’incidente. Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la disattenzione del conducente, derivante dal suo stato di alterazione, è stata la causa diretta dell’incidente, integrando così pienamente l’aggravante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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