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Guida sotto stupefacenti: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida sotto stupefacenti (cocaina) a seguito di un incidente stradale. L’imputato sosteneva che i suoi sintomi di alterazione fossero dovuti all’alcol e non alla droga, data la bassa concentrazione alcolemica riscontrata (0,68 g/l). La Corte ha stabilito che la gravità dei sintomi (difficoltà di eloquio, movimenti scoordinati) era incompatibile con il modesto tasso alcolemico e quindi correttamente attribuita all’assunzione di cocaina, confermando che la prova del reato si basa sulla combinazione di dati sintomatici e positività ai test biologici. Inoltre, è stata rigettata la questione di legittimità costituzionale, ribadendo che la legge tratta diversamente e più severamente la guida sotto l’effetto di sostanze illecite rispetto all’abuso di alcol, sostanza legale.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida sotto stupefacenti: la prova tra sintomi e analisi

La recente ordinanza della Corte di Cassazione, Sez. 7 Penale, Num. 33510 del 2024, offre un importante chiarimento sulla configurabilità del reato di guida sotto stupefacenti. La pronuncia affronta il delicato equilibrio tra la prova sintomatica dello stato di alterazione e i risultati degli esami tossicologici, confermando un orientamento rigoroso a tutela della sicurezza stradale. Il caso esaminato riguarda un automobilista trovato positivo alla cocaina e con un tasso alcolemico, seppur basso, dopo aver causato un incidente stradale.

I Fatti: Incidente notturno e Sospetto di Alterazione

Un conducente, durante un controllo notturno, veniva notato dalle forze dell’ordine mentre invadeva la corsia opposta. Ne scaturiva un breve inseguimento che si concludeva con la collisione del veicolo contro un palo dell’illuminazione pubblica. Al momento del controllo, l’automobilista manifestava chiari sintomi di alterazione: alito vinoso, occhi lucidi, difficoltà di eloquio e di coordinamento nei movimenti. Trasportato in ospedale, gli esami ematici rivelavano un tasso alcolemico pari a 0,68 g/l e la positività al principio attivo della cocaina.

La Difesa dell’Imputato e i Motivi del Ricorso

L’imputato, condannato sia in primo grado che in appello, ha proposto ricorso per cassazione basandosi su tre argomenti principali:

1. Motivazione illogica: La difesa sosteneva che i sintomi riscontrati fossero ambigui e pienamente riconducibili al solo consumo di alcol, rendendo incerta l’attribuzione dell’alterazione all’assunzione di stupefacenti.
2. Mancanza di prova: Si contestava la mancanza di un accertamento specifico che dimostrasse che lo stato di alterazione al momento dell’incidente fosse effettivamente causato dalla cocaina e non dall’alcol.
3. Incostituzionalità della norma: È stata sollevata una questione di legittimità costituzionale dell’art. 187 del Codice della Strada, lamentando la disparità di trattamento rispetto all’art. 186 (guida in stato di ebbrezza). Mentre per l’alcol la legge prevede soglie di punibilità crescenti, per gli stupefacenti la sanzione è unica e severa, a prescindere dalla quantità assunta.

Guida sotto stupefacenti: La Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna. I giudici hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente e logicamente collegato lo stato di alterazione all’assunzione di cocaina. Il ragionamento si fonda su un punto cruciale: il tasso alcolemico di 0,68 g/l, definito ‘modestissimo’, non era in grado di giustificare da solo i ‘preoccupanti e gravi sintomi’ manifestati dall’imputato, come la marcata difficoltà di eloquio e i movimenti scoordinati. Di conseguenza, tali sintomi sono stati logicamente attribuiti all’effetto della sostanza stupefacente.

La Questione di Costituzionalità sulla guida sotto stupefacenti

La Cassazione ha respinto anche la questione di legittimità costituzionale, ritenendola manifestamente infondata. I giudici hanno spiegato che non è possibile paragonare la disciplina della guida in stato di ebbrezza con quella della guida sotto stupefacenti.

Differenza tra Alcol e Stupefacenti secondo la Legge

Il disvalore giuridico è differente: nel caso dell’alcol (art. 186 C.d.S.), si sanziona l’abuso di una sostanza la cui assunzione è lecita. Nel caso degli stupefacenti (art. 187 C.d.S.), invece, la condotta è correlata all’uso di una sostanza del tutto vietata. Questa differenza fondamentale giustifica un trattamento sanzionatorio diverso e più severo, che non prevede soglie di rilevanza quantitativa. Come già affermato dalla Corte Costituzionale (sent. n. 277/2004), per gli stupefacenti rileva non tanto la quantità, quanto ‘gli effetti che l’assunzione di quelle sostanze può provocare in concreto nei singoli soggetti’.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito un principio consolidato: per integrare il reato di guida sotto l’influenza di stupefacenti, sono necessari due elementi concorrenti:
1. L’accertamento di un’alterazione psicofisica del conducente.
2. L’esito positivo delle analisi su liquidi biologici che confermi la recente assunzione di sostanze vietate.

Lo stato di alterazione può essere provato attraverso dati sintomatici (comportamento, modo di parlare, coordinazione), che corroborano il dato scientifico delle analisi. Nel caso specifico, i sintomi gravi, a fronte di un’ubriachezza leggera, hanno costituito la prova decisiva per ricondurre l’alterazione alla cocaina.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida l’interpretazione rigorosa della normativa sulla guida sotto stupefacenti. Per gli automobilisti, il messaggio è chiaro: la sola presenza di tracce di droga nell’organismo, unita a qualsiasi sintomo di alterazione alla guida, è sufficiente per una condanna penale. A differenza dell’alcol, non esistono ‘quantità consentite’ o soglie di tolleranza. La scelta del legislatore di punire in modo severo e indifferenziato questa condotta è stata ancora una volta ritenuta legittima, in quanto finalizzata a contrastare un pericolo grave e imprevedibile per la circolazione stradale.

Per una condanna per guida sotto stupefacenti è sufficiente la sola positività al test tossicologico?
No, non è sufficiente. La legge richiede la compresenza di due elementi: l’esito positivo delle analisi su liquidi biologici e uno stato di alterazione psicofisica del conducente al momento del controllo, che può essere provato anche attraverso l’osservazione di dati sintomatici (es. difficoltà di eloquio, movimenti scoordinati, occhi lucidi).

Se un conducente ha assunto sia alcol che droghe, come si determina la causa dei suoi sintomi?
Il giudice valuta la coerenza e la proporzionalità tra i sintomi manifestati e la quantità delle sostanze rilevate. Come nel caso esaminato, se i sintomi sono gravi e il tasso alcolemico è basso, è logico e legittimo attribuire lo stato di alterazione all’effetto della sostanza stupefacente.

Perché la legge non prevede soglie di quantità per gli stupefacenti come fa per l’alcol?
La Corte ha spiegato che la differenza di trattamento è giustificata dalla diversa natura delle sostanze. L’alcol è una sostanza di uso legale, per cui si sanziona l’abuso. Le sostanze stupefacenti sono invece di uso illecito, e il legislatore ha scelto di punire più severamente la guida sotto il loro effetto, a prescindere dalla quantità, per via degli effetti imprevedibili e del maggiore pericolo sociale associato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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