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Guida sotto stupefacenti: inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida sotto stupefacenti. La Corte ha stabilito che non è possibile utilizzare il ricorso in Cassazione per chiedere una nuova valutazione delle prove, come lo stato fisico dell’imputato osservato dagli agenti, se questa è già stata logicamente motivata dai giudici di merito. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida sotto stupefacenti: Inammissibile il Ricorso Basato sulla Rivalutazione dei Fatti

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di merito. Il caso in esame riguarda un ricorso per guida sotto stupefacenti, dichiarato inammissibile perché mirava a una semplice riconsiderazione delle prove già valutate nei gradi precedenti.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato dalla Corte d’Appello di Firenze per il reato previsto dall’articolo 187, comma 2, del Codice della Strada, ovvero per essersi posto alla guida in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti. L’imputato, non accettando la decisione, decideva di proporre ricorso per Cassazione, sperando di ottenere un annullamento della condanna.

Il Ricorso e la questione sulla Guida sotto Stupefacenti

Il motivo principale del ricorso si concentrava sulla presunta insussistenza dello stato di alterazione. La difesa tentava di contestare la responsabilità penale del proprio assistito, mettendo in discussione la valutazione che i giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) avevano fatto del materiale probatorio. In sostanza, si chiedeva alla Suprema Corte di riesaminare i fatti e di giungere a una conclusione diversa riguardo allo stato psico-fisico del conducente al momento del controllo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, evidenziando come le censure proposte fossero unicamente tese a provocare una “rivisitazione in fatto del materiale probatorio”, attività non consentita in sede di legittimità. I giudici hanno sottolineato che la Corte territoriale aveva già affrontato analiticamente la questione, basando la propria decisione su una motivazione logica e coerente. In particolare, era stato attribuito un carattere decisivo all’osservazione diretta effettuata dagli agenti operanti, i quali avevano constatato lo stato fisico dell’imputato e i sintomi di alterazione da lui manifestati. Poiché la valutazione dei fatti operata dalla Corte d’Appello non presentava vizi logici o giuridici, la Cassazione non aveva il potere di intervenire per sostituire il proprio apprezzamento a quello dei giudici di merito.

Le Conclusioni: Condanna alle Spese e Sanzione

Come conseguenza della dichiarazione di inammissibilità, e in applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato il ricorrente. Quest’ultimo dovrà sostenere il pagamento delle spese del procedimento e versare una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia conferma che il ricorso per Cassazione deve basarsi su questioni di diritto (violazione di legge o vizi di motivazione) e non può essere utilizzato come un ulteriore tentativo di ottenere una diversa valutazione delle prove.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di rivalutare le prove per una condanna per guida sotto stupefacenti?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che un ricorso è inammissibile se si limita a chiedere una nuova valutazione del materiale probatorio (come lo stato fisico dell’imputato) già esaminato dai giudici di merito. La Corte non può fungere da “terzo grado” di giudizio sui fatti.

Quale prova può essere considerata decisiva per una condanna per guida in stato di alterazione da stupefacenti?
Secondo l’ordinanza, l’osservazione diretta da parte degli agenti operanti dello stato fisico dell’imputato e dei sintomi da lui manifestati al momento del controllo può costituire un elemento di prova decisivo, la cui valutazione, se motivata logicamente, non è contestabile in sede di Cassazione.

Cosa accade quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile in ambito penale?
A norma dell’art. 616 del codice di procedura penale, il soggetto che ha proposto il ricorso viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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