LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Guida senza patente recidiva: no a tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida senza patente recidiva. La sentenza chiarisce che la ripetizione della condotta entro il biennio integra un’abitualità che rende il reato ontologicamente incompatibile con l’istituto della non punibilità per particolare tenuità del fatto, previsto dall’art. 131-bis c.p. La Corte ha inoltre ribadito che la prova della recidiva può essere desunta dal certificato del casellario giudiziale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida senza patente recidiva: quando la tenuità del fatto non si applica

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 18173/2025 affronta un tema cruciale per chi si mette al volante: la guida senza patente recidiva. La Suprema Corte ha stabilito un principio netto: chi reitera questa violazione nel biennio non può beneficiare della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Questo perché la ripetizione della condotta configura un’abitualità che è incompatibile con la natura dell’istituto previsto dall’art. 131-bis c.p. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

Il caso: dalla condanna in Appello al ricorso in Cassazione

Un automobilista veniva condannato in primo grado e successivamente in Corte d’Appello per il reato di guida senza patente, con l’aggravante della recidiva nel biennio. La condanna prevedeva una pena di due mesi di arresto e 2.500 euro di ammenda. L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali:

1. Vizio procedurale: La Corte d’Appello non avrebbe considerato le conclusioni difensive, inviate per errore a un indirizzo PEC non corretto, sebbene appartenente allo stesso ufficio giudiziario.
2. Violazione di legge: La prova della recidiva non era stata correttamente raggiunta, poiché non era stata dimostrata la definitività delle precedenti violazioni.
3. Mancata applicazione della tenuità del fatto: La Corte territoriale aveva negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., interpretando la norma in modo eccessivamente restrittivo.

L’inammissibilità del ricorso per la guida senza patente recidiva

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutti i motivi. Gli Ermellini hanno fornito chiarimenti sia su aspetti procedurali che di merito.

L’errore nell’invio telematico degli atti

Sul primo punto, la Corte ha sottolineato che l’invio di atti a un indirizzo di posta elettronica certificata diverso da quello specificamente designato per le udienze rende le conclusioni irricevibili. I termini per il deposito degli atti, nel rito a trattazione scritta, sono perentori e funzionali a garantire il corretto svolgimento del contraddittorio. Un deposito tardivo o errato esime il giudice dal tenerne conto.

La prova della recidiva tramite casellario giudiziale

Quanto al secondo motivo, la Cassazione lo ha ritenuto manifestamente infondato. La Corte d’Appello aveva correttamente basato la sua decisione sul certificato del casellario giudiziale dell’imputato. Da tale documento risultavano ben quattro precedenti penali specifici, per un totale di sette episodi di guida senza patente nel biennio precedente al fatto contestato. Questo dato, secondo i giudici, è risolutivo e rende irrilevante ogni ulteriore discussione sulla definitività di accertamenti amministrativi. Il ricorso, su questo punto, si limitava a ripetere le argomentazioni già respinte in appello, senza un reale confronto critico con le motivazioni della sentenza impugnata.

Le motivazioni: perché la guida senza patente recidiva esclude la tenuità del fatto

Il cuore della sentenza risiede nella disamina del terzo motivo di ricorso. La Suprema Corte ha ribadito un orientamento consolidato: il reato di guida senza patente con recidiva nel biennio è ontologicamente incompatibile con la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La motivazione è logica e stringente: la norma incriminatrice (art. 116, co. 15, Codice della Strada) punisce penalmente la condotta solo se essa è “reiterata nel biennio”.

Questa reiterazione non è una semplice aggravante, ma un elemento costitutivo della fattispecie penale. Come chiarito dalle Sezioni Unite, la serialità della condotta è sufficiente a configurare l’abitualità, escludendo così l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p., che richiede espressamente l’assenza di un “comportamento abituale”. In altre parole, è la legge stessa a considerare grave la ripetizione del comportamento, rendendo impossibile qualificarlo come di “particolare tenuità”.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

La pronuncia in esame consolida un principio fondamentale in materia di circolazione stradale. Chi viene sorpreso a guidare senza patente per la prima volta (o dopo due anni dall’ultima violazione) commette un illecito amministrativo. Chi, invece, reitera la violazione entro il biennio commette un reato. Questa sentenza chiarisce in modo inequivocabile che, in questo secondo caso, non vi è spazio per scorciatoie o per l’applicazione di istituti premiali come la tenuità del fatto. La reiterazione del comportamento è di per sé indice di una consapevole e persistente violazione delle norme, una condizione che il legislatore ha inteso sanzionare penalmente e che la giurisprudenza ritiene incompatibile con qualsiasi valutazione di minima offensività.

È possibile ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto in caso di guida senza patente recidiva?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la reiterazione della condotta nel biennio è un elemento costitutivo del reato che configura un comportamento abituale, rendendolo ontologicamente incompatibile con la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131-bis c.p.

Come si prova la recidiva nel biennio per il reato di guida senza patente?
La prova della recidiva può essere fornita attraverso il certificato del casellario giudiziale dell’imputato. Se da questo documento risultano precedenti condanne penali specifiche per lo stesso reato, commesse nel biennio rilevante, la prova della reiterazione è considerata raggiunta.

Cosa succede se un avvocato invia le conclusioni scritte a un indirizzo PEC sbagliato, anche se dello stesso ufficio giudiziario?
L’invio a un indirizzo PEC diverso da quello specificamente previsto per il deposito degli atti di un determinato procedimento rende l’atto inammissibile o comunque irricevibile. I termini per il deposito sono perentori e il giudice non è tenuto a considerare gli atti depositati in modo errato o tardivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati