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Guida senza patente recidiva: no a 131-bis

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida senza patente recidiva. La sentenza conferma che la natura reiterata del reato è ontologicamente incompatibile con la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131-bis c.p., poiché la serialità della condotta integra una forma di abitualità che osta all’applicazione del beneficio.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida Senza Patente Recidiva: La Cassazione Nega l’Art. 131-bis c.p.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18174 del 2025, ha ribadito un principio cruciale in materia di circolazione stradale: la guida senza patente recidiva è un reato che, per sua stessa natura, non può beneficiare della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale che pone l’accento sulla serialità della condotta come elemento ostativo all’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna inflitta dal Tribunale di Pescara e successivamente confermata dalla Corte d’Appello de L’Aquila nei confronti di un soggetto, riconosciuto responsabile del reato di guida senza patente, siccome mai conseguita, con l’aggravante della recidiva nel biennio. La condanna consisteva in due mesi di arresto e 2.000 euro di ammenda per fatti commessi nell’agosto del 2021.

La difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, articolando tre distinti motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso e la loro Infondatezza

Il ricorrente ha lamentato, in primo luogo, un vizio procedurale, sostenendo che la Corte d’Appello non avesse considerato le conclusioni difensive inviate tramite posta elettronica certificata. In secondo luogo, ha contestato la qualificazione giuridica del fatto, asserendo che la prova della recidiva nel biennio non fosse stata correttamente raggiunta. Infine, ha criticato la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p., ritenendola un’esclusione paradossale per un reato di ridotta pericolosità.

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, smontando punto per punto le argomentazioni difensive.

Le Motivazioni della Corte sulla Guida Senza Patente Recidiva

La Corte ha affrontato e respinto ogni motivo di ricorso con argomentazioni precise.

1. Sulla questione procedurale: Gli Ermellini hanno qualificato il motivo come generico e infondato. La stessa difesa aveva ammesso di aver inviato le conclusioni a un indirizzo PEC non corretto, sebbene appartenente allo stesso ufficio giudiziario. La giurisprudenza è chiara nel ritenere inammissibili gli atti depositati a una casella di posta elettronica certificata diversa da quella specificamente designata.

2. Sulla prova della recidiva: Il motivo è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte territoriale aveva correttamente basato la sua decisione sul certificato del casellario giudiziale dell’imputato. Da tale documento emergevano ben quattro precedenti condanne penali specifiche per lo stesso reato, per un totale di sette episodi nel biennio di riferimento. Questo dato, basato su condanne definitive, ha reso del tutto irrilevante l’argomentazione difensiva sulla necessità di provare la definitività degli accertamenti amministrativi. La prova della recidiva era, in questo caso, schiacciante e di natura penale.

3. Sull’inapplicabilità dell’art. 131-bis c.p.: Questo è il cuore della sentenza. La Corte ha ribadito con forza un principio già consolidato: il reato di guida senza patente, punibile penalmente solo se la condotta viene reiterata nel biennio, è ontologicamente incompatibile con la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La norma incriminatrice, infatti, sanziona non il singolo episodio, ma proprio la sua ripetizione. Come precisato dalle Sezioni Unite, la “serialità è elemento della fattispecie, sufficiente a configurare l’abitualità, senza necessità di verificare la presenza di distinti reati”. La condotta reiterata, dunque, integra di per sé quel comportamento abituale che l’art. 131-bis esclude espressamente dal proprio ambito applicativo.

Le Conclusioni: Incompatibilità tra Reiterazione e Tenuità del Fatto

La decisione della Cassazione conferma che non c’è spazio per sconti di pena legati alla tenuità del fatto per chi si mette al volante ripetutamente senza averne titolo. La guida senza patente recidiva non è vista come una somma di singoli episodi di lieve entità, ma come una condotta seriale e abituale che manifesta una consapevole e persistente indifferenza verso le norme a tutela della sicurezza stradale. L’implicazione pratica è chiara: chi persevera in questa condotta illecita non potrà invocare la particolare tenuità del fatto per evitare una condanna penale, poiché è proprio la perseveranza a costituire l’essenza del reato.

È possibile ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto in caso di guida senza patente recidiva?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la natura stessa del reato, che richiede la reiterazione della condotta nel biennio, è ontologicamente incompatibile con la causa di non punibilità dell’art. 131-bis c.p., in quanto la serialità della condotta configura una forma di abitualità.

Come si prova la recidiva nel biennio per il reato di guida senza patente?
La prova può essere fornita attraverso il certificato del casellario giudiziale che attesti precedenti condanne penali definitive per lo stesso reato, commesse nel biennio precedente ai fatti contestati. La presenza di tali condanne rende superfluo l’accertamento sulla definitività di singole violazioni amministrative.

L’invio delle conclusioni difensive a un indirizzo PEC sbagliato, ma appartenente allo stesso ufficio giudiziario, è un errore che impedisce la loro valutazione?
Sì. Secondo la Corte, l’inoltro di atti a una casella di posta elettronica certificata diversa da quella specificamente individuata dal Ministero per quel tipo di deposito rende l’atto inammissibile e, di conseguenza, le conclusioni non verranno prese in considerazione dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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