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Guida senza patente recidiva: la pena è congiunta

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza del Tribunale che, per un caso di guida senza patente recidiva, aveva applicato solo la pena dell’arresto tramite patteggiamento. La Corte ha stabilito che la legge impone una pena congiunta, composta sia dall’arresto che dall’ammenda pecuniaria. La depenalizzazione del reato base non ha infatti modificato la sanzione per l’ipotesi aggravata della recidiva, che resta un reato autonomo.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida senza patente recidiva: la Cassazione stabilisce la necessità della pena congiunta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 44323/2024) ha fatto chiarezza sulla corretta sanzione da applicare in caso di guida senza patente recidiva. La Corte ha annullato una sentenza di patteggiamento che aveva erroneamente applicato la sola pena dell’arresto, sottolineando come la legge imponga una pena congiunta, composta sia dall’arresto che da una sanzione pecuniaria. Questa pronuncia è fondamentale per comprendere gli effetti della depenalizzazione del 2016 e la natura autonoma del reato aggravato.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una sentenza del Tribunale di Firenze che, su accordo delle parti (patteggiamento), aveva condannato un imputato a due mesi di arresto, con sospensione condizionale della pena, per il reato di guida senza patente commesso per la seconda volta nel giro di due anni. Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze ha impugnato questa decisione, proponendo ricorso per cassazione. Il motivo del ricorso era l’illegalità della pena applicata: il Tribunale aveva irrogato solo la pena detentiva, mentre la norma di riferimento prevede una pena congiunta di arresto e ammenda.

La Questione Giuridica: Pena Solo Detentiva o Congiunta?

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 116, comma 15, del Codice della Strada, alla luce delle modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 8/2016. Questo decreto ha depenalizzato l’ipotesi base della guida senza patente, trasformandola in un illecito amministrativo punito con una sanzione pecuniaria. Tuttavia, la stessa norma prevede un trattamento diverso e più severo per chi commette la violazione con recidiva nel biennio. La legge stabilisce che in questo caso “si applica altresì la pena dell’arresto fino ad un anno”.

Il dubbio interpretativo sollevato nel giudizio di merito riguardava il significato dell’avverbio “altresì”: indicava una pena aggiuntiva a quella pecuniaria (pena congiunta) o una pena che si sostituiva ad essa? Il Tribunale aveva optato per la seconda interpretazione, applicando solo l’arresto.

Le motivazioni della Cassazione sulla guida senza patente recidiva

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Procuratore Generale, ritenendolo fondato. I giudici supremi hanno chiarito che la depenalizzazione del 2016 non ha toccato l’ipotesi aggravata della guida senza patente recidiva. Quest’ultima è stata configurata dal legislatore come una fattispecie autonoma di reato, proprio per il suo trattamento sanzionatorio più grave.

La Corte ha spiegato che l’uso dell’avverbio “altresì” nella norma è inequivocabile. Esso introduce un rinvio materiale alla sanzione pecuniaria prevista per la fattispecie base (l’ammenda da 2.257 a 9.032 euro) e vi aggiunge la pena detentiva dell’arresto. Pertanto, la sanzione per la recidiva nel biennio è obbligatoriamente congiunta e deve includere entrambe le pene: quella pecuniaria e quella detentiva. Non vi è alcun indice nella volontà del legislatore che suggerisca la possibilità di sostituire la pena congiunta con la sola pena detentiva.

Di conseguenza, la sentenza del Tribunale, che aveva omesso l’applicazione della pena pecuniaria, è stata ritenuta illegale.

Le conclusioni e Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale di Firenze per l’ulteriore corso. Questo significa che il Tribunale dovrà riconsiderare il caso e applicare la pena corretta, nel rispetto della cornice edittale prevista dalla legge, che impone sia l’arresto sia l’ammenda.

Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: anche nell’ambito di un accordo di patteggiamento, la pena concordata deve essere legale e conforme a quanto previsto dalla legge. Per chi viene sorpreso a guidare senza patente per la seconda volta in due anni, la conseguenza non è solo il rischio del carcere, ma anche l’obbligo di pagare una pesante sanzione pecuniaria.

Qual è la sanzione corretta per la guida senza patente in caso di recidiva nel biennio?
La sanzione corretta è una pena congiunta, che include sia l’ammenda da 2.257 a 9.032 euro sia la pena dell’arresto fino a un anno.

La depenalizzazione del 2016 ha modificato la pena per la guida senza patente in caso di recidiva?
No, la depenalizzazione ha interessato solo l’ipotesi base di guida senza patente. L’ipotesi aggravata dalla recidiva nel biennio è rimasta un reato autonomo, punito con la pena congiunta di arresto e ammenda.

Un accordo di patteggiamento può prevedere una pena in contrasto con la legge?
No. La pena concordata in un patteggiamento deve essere legale e rientrare nei limiti previsti dalla legge per il reato contestato. L’applicazione di una pena che omette una delle componenti obbligatorie (in questo caso, l’ammenda) la rende illegale e comporta l’annullamento della sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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