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Guida senza patente misura prevenzione: non è reato

Un individuo sotto misura di prevenzione è stato processato per guida con patente revocata. La Cassazione, richiamando una sentenza della Corte Costituzionale, ha annullato la condanna. La guida senza patente in misura di prevenzione non è reato se la revoca della licenza deriva da violazioni del Codice della Strada e non dalla misura stessa. Il fatto è stato declassato a illecito amministrativo.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida senza patente e misura di prevenzione: quando non è reato

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 27220/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di guida senza patente in misura di prevenzione. La Suprema Corte ha chiarito che tale condotta non costituisce reato se la revoca della patente non è una diretta conseguenza della misura di prevenzione applicata al soggetto, ma deriva da precedenti e autonome violazioni del Codice della Strada. Questa decisione, allineandosi a un importante intervento della Corte Costituzionale, segna una svolta per la distinzione tra illecito penale e amministrativo.

Il Fatto: la vicenda processuale

Il caso riguardava un uomo, già sottoposto alla misura di prevenzione dell’avviso orale del Questore, che era stato fermato alla guida di un’autovettura pur avendo la patente revocata. In primo grado, il Tribunale lo aveva condannato a una pena detentiva. La Corte d’Appello aveva poi ridotto la pena, ma confermato la natura penale del fatto, qualificandolo come violazione dell’articolo 73 del cosiddetto Codice Antimafia (D.Lgs. 159/2011).

L’elemento cruciale, sollevato dalla difesa, era che la revoca della patente non era scaturita dall’applicazione della misura di prevenzione, bensì da una precedente infrazione al Codice della Strada (nello specifico, la mancata presentazione alla visita di revisione dopo una sospensione). L’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la sua condotta non avrebbe dovuto avere rilevanza penale.

La Decisione della Cassazione e il Ruolo della Corte Costituzionale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza di condanna senza rinvio, con la formula “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”. La decisione si fonda su un recente e decisivo intervento della Corte Costituzionale (sentenza n. 116 del 2024). Con tale pronuncia, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 73 del Codice Antimafia proprio nella parte in cui puniva penalmente la guida senza patente in misura di prevenzione anche quando la revoca o sospensione del titolo di guida era dovuta a cause non collegate alla misura stessa.

La Cassazione ha recepito pienamente questo principio, riconoscendo che il caso in esame rientrava perfettamente nell’ipotesi delineata dalla Corte Costituzionale. Di conseguenza, ha trasformato l’imputazione da reato a illecito amministrativo, disponendo la trasmissione degli atti all’organo competente (i Carabinieri) per l’applicazione della relativa sanzione prevista dall’art. 116 del Codice della Strada.

Le Motivazioni della Suprema Corte: No alla Responsabilità d’Autore

Il cuore del ragionamento giuridico risiede nel principio di offensività e nel divieto di “responsabilità penale d’autore”. La Corte ha spiegato che la legge non può punire una persona più severamente solo per il suo status personale (in questo caso, l’essere sottoposto a misura di prevenzione) se la condotta materiale posta in essere è identica a quella di qualsiasi altro cittadino.

La guida senza patente, di per sé, è stata depenalizzata e trasformata in illecito amministrativo (salvo l’ipotesi di recidiva nel biennio). Non è costituzionalmente legittimo che questa stessa condotta diventi un grave reato solo perché a commetterla è un soggetto “prevenuto”, se la perdita del titolo di guida non ha alcun legame con la sua pericolosità sociale che ha giustificato la misura di prevenzione. In altre parole, la sanzione penale si giustifica solo quando la revoca della patente è una diretta prescrizione della misura di prevenzione, poiché in quel caso la guida rappresenta una violazione specifica degli obblighi imposti per contenere la pericolosità del soggetto.

Quando la revoca deriva da altre ragioni (es. guida in stato di ebbrezza, eccesso di velocità, mancata revisione), il soggetto si trova nella stessa identica posizione di chiunque altro commetta la medesima infrazione. Punirlo penalmente equivarrebbe a sanzionare la sua persona e il suo passato, non la reale pericolosità del suo gesto.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza chiarisce in modo definitivo i confini di applicabilità dell’art. 73 del Codice Antimafia. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Distinzione Netta: La condotta di guida senza patente in misura di prevenzione costituisce reato solo se la sospensione o la revoca della patente sono state disposte come conseguenza diretta della misura di prevenzione.
2. Rilevanza Amministrativa: In tutti gli altri casi, in cui la patente è stata revocata o sospesa per violazioni del Codice della Strada, il fatto costituisce un semplice illecito amministrativo, punito con la sanzione pecuniaria prevista dall’art. 116, comma 15, del Codice della Strada.
3. Principio di Uguaglianza: Viene riaffermato il principio di uguaglianza, per cui a parità di condotta materiale (la guida senza un titolo valido) deve corrispondere, di norma, lo stesso trattamento sanzionatorio, evitando discriminazioni basate sullo status personale del conducente.

È sempre un reato guidare senza patente se si è sottoposti a una misura di prevenzione personale?
No. Secondo la sentenza, non è reato se la revoca o la sospensione della patente non sono una conseguenza diretta della misura di prevenzione, ma derivano da precedenti violazioni del Codice della Strada. In tal caso, si tratta di un illecito amministrativo.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna in questo caso?
La Corte ha annullato la condanna perché la revoca della patente dell’imputato era dovuta alla mancata revisione del veicolo, una violazione del Codice della Strada non collegata alla misura di prevenzione. Applicando i principi della Corte Costituzionale (sent. 116/2024), ha stabilito che punire penalmente tale condotta configurerebbe un’incostituzionale ‘responsabilità d’autore’, basata sullo status della persona anziché sulla gravità del fatto.

Cosa succede dopo che la sentenza penale è stata annullata?
La Corte di Cassazione ha disposto l’annullamento senza rinvio ‘perché il fatto non è previsto dalla legge come reato’ e ha ordinato la trasmissione degli atti ai Carabinieri. Questo significa che il procedimento penale è chiuso definitivamente e l’imputato non ha riportato una condanna penale. L’autorità amministrativa procederà invece a contestargli la violazione dell’art. 116 del Codice della Strada, applicando la relativa sanzione amministrativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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