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Guida senza patente misura di prevenzione: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per guida senza patente con misura di prevenzione. La Corte ha stabilito che la sentenza della Corte Costituzionale n. 116/2024, che ha dichiarato parzialmente illegittimo il reato, non si applica al caso di chi non ha mai conseguito la patente di guida. Tale sentenza riguarda solo le ipotesi in cui la patente sia stata revocata o sospesa per precedenti violazioni del Codice della Strada, non per la mancanza originaria del titolo di guida.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida senza patente e misura di prevenzione: la Cassazione fa chiarezza

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 572/2025, affronta un tema di grande attualità: la guida senza patente con misura di prevenzione. Questa pronuncia è particolarmente importante perché interviene a poca distanza da una decisione della Corte Costituzionale (n. 116/2024) che aveva sollevato dubbi sull’applicazione dell’art. 73 del D.Lgs. 159/2011 (Codice Antimafia). La Cassazione chiarisce con precisione i confini applicativi della norma, distinguendo tra chi guida dopo la revoca della patente e chi non l’ha mai conseguita.

I Fatti del Caso in Esame

Il caso riguarda un individuo, già sottoposto a misura di prevenzione personale, condannato in primo e secondo grado per due reati contravvenzionali: guida in stato di ebbrezza e guida senza aver mai conseguito la patente di guida. La difesa ha proposto ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali, tra cui la presunta incostituzionalità della norma incriminatrice alla luce della recente giurisprudenza costituzionale.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorrente ha fondato la sua difesa su tre argomenti principali:
1. Incostituzionalità dell’art. 73 D.Lgs. 159/2011: Secondo la difesa, la condotta contestata (guida senza mai aver conseguito la patente) rientrerebbe nell’ambito della sentenza della Corte Costituzionale n. 116/2024, che ha dichiarato illegittima la norma per i casi di guida con patente revocata o sospesa per violazioni del Codice della Strada.
2. Violazione del principio del ne bis in idem: Si sosteneva che l’imputato fosse già stato giudicato per lo stesso fatto storico con una precedente sentenza irrevocabile, sebbene per reati diversi (furto e omissione di soccorso).
3. Errata gestione della recidiva: Si lamentava una contraddizione tra la decisione di primo grado e quella d’appello riguardo all’applicazione della recidiva, contestata nell’imputazione.

La Decisione della Corte sulla guida senza patente con misura di prevenzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La Corte ha analizzato punto per punto i motivi del ricorso, fornendo chiarimenti decisivi sull’interpretazione delle norme.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nella distinzione operata dalla Cassazione riguardo l’ambito di applicazione della sentenza n. 116/2024 della Corte Costituzionale. Gli Ermellini hanno precisato che la dichiarazione di incostituzionalità dell’art. 73 del Codice Antimafia riguarda esclusivamente la fattispecie in cui un soggetto, sottoposto a misura di prevenzione, si mette alla guida dopo che la sua patente è stata revocata o sospesa per cause non collegate alla misura stessa (come precedenti violazioni del Codice della Strada).

La Corte Costituzionale, infatti, ha voluto evitare che una responsabilità legata al “modo di essere” dell’autore prevalesse sulla specifica condotta. Tuttavia, la stessa Consulta ha chiarito che il reato sussiste pienamente in altre ipotesi, tra cui proprio quella oggetto del caso: la guida senza aver mai conseguito la patente. In questa situazione, la mancanza del titolo abilitativo è una condizione originaria e non una conseguenza di precedenti illeciti stradali. Pertanto, la condotta rientra a pieno titolo nella previsione penale dell’art. 73.

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte ha ribadito che il principio del ne bis in idem si applica solo in caso di medesimezza del fatto storico (stessa condotta, evento e nesso causale). I reati di furto e omissione di soccorso sono ontologicamente diversi dalla guida in stato di ebbrezza e dalla guida senza patente, anche se commessi nella stessa circostanza temporale. Infine, sul terzo motivo, la Corte ha osservato che la recidiva era stata correttamente non applicata in primo grado, poiché l’istituto, dopo la riforma del 2005, si applica solo ai delitti e non alle contravvenzioni, come quelle contestate.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio: il reato di guida senza patente per chi è sottoposto a misura di prevenzione rimane pienamente valido e punibile quando l’individuo non ha mai ottenuto il titolo di guida. La parziale dichiarazione di incostituzionalità della norma non ha effetto su questa specifica fattispecie. La decisione riafferma la logica del sistema, che intende colpire la pericolosità sociale di chi, pur essendo destinatario di una misura di prevenzione, ignora le prescrizioni e si pone alla guida di un veicolo senza aver mai dimostrato di possederne i requisiti tecnici e morali.

La sentenza n. 116/2024 della Corte Costituzionale rende sempre lecita la guida per chi è sottoposto a misura di prevenzione?
No. La sentenza ha dichiarato incostituzionale il reato previsto dall’art. 73 D.Lgs. 159/2011 solo per il caso specifico in cui una persona, sottoposta a misura, guidi un veicolo dopo che la sua patente è stata revocata o sospesa per precedenti violazioni del Codice della Strada. Non si applica a chi guida senza aver mai conseguito la patente.

Perché la guida senza mai aver conseguito la patente è considerata diversa dalla guida con patente revocata?
La Corte distingue le due situazioni perché nel caso di guida senza aver mai conseguito la patente, la mancanza del titolo abilitativo è una condizione originaria. La norma penale punisce il fatto che il soggetto, ritenuto socialmente pericoloso, si metta alla guida senza aver mai ottenuto l’autorizzazione statale. Nel caso della patente revocata per violazioni stradali, la Corte Costituzionale ha ritenuto che si creasse una forma di responsabilità legata più allo status della persona che alla condotta.

Il principio del “ne bis in idem” si applica se più reati vengono commessi con un’unica condotta?
No, non necessariamente. Il principio del “ne bis in idem” (non due volte per la stessa cosa) impedisce un nuovo processo solo se vi è identità del “fatto storico”, inteso come condotta, evento e nesso causale. Come chiarito dalla Corte, commettere reati diversi (es. furto e guida in stato di ebbrezza) nella stessa occasione non integra la medesimezza del fatto, quindi è possibile essere processati separatamente per ciascuno di essi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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