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Guida senza patente: la prova della recidiva biennale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per guida senza patente con recidiva e porto di coltelli. La Corte ha stabilito che per provare la recidiva non serve un’attestazione formale della precedente sanzione, ma basta un minimo di prova. Inoltre, ha ribadito che la giustificazione per il porto di un coltello deve essere fornita immediatamente al momento del controllo e non a posteriori.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida senza Patente e Porto di Coltelli: la Cassazione sulla Prova della Recidiva

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12386 del 2025, è tornata a pronunciarsi su due questioni di grande rilevanza pratica: la prova della recidiva nel reato di guida senza patente e i limiti del porto di coltelli fuori dalla propria abitazione. La decisione offre chiarimenti fondamentali sull’onere della prova e sulla nozione di ‘giustificato motivo’, principi che ogni cittadino dovrebbe conoscere.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato sia in primo grado che in appello per due distinti reati: il primo, per aver guidato un motociclo senza aver mai conseguito la patente, con l’aggravante della recidiva nel biennio; il secondo, per aver portato fuori dalla propria abitazione due coltelli senza un motivo legittimo. L’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, contestando la sentenza su entrambi i fronti. Sosteneva, da un lato, che la Procura non avesse fornito la prova della definitività della precedente sanzione amministrativa per guida senza patente, elemento necessario per configurare la recidiva penale. Dall’altro, lamentava che i giudici non avessero considerato la sua giustificazione per il porto dei coltelli, legata a motivi di lavoro.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, confermando integralmente la condanna. I giudici hanno respinto le argomentazioni della difesa, fornendo una lettura chiara e rigorosa delle norme applicabili e della giurisprudenza consolidata in materia.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione si fonda su due pilastri argomentativi distinti, uno per ciascun motivo di ricorso.

La Prova della Recidiva nella Guida senza Patente

Sul primo punto, la Cassazione ha chiarito che, per affermare la recidiva nel reato di guida senza patente, non è indispensabile che l’accusa produca un’attestazione documentale formale che certifichi la definitività della precedente violazione. Secondo un orientamento ormai consolidato, è sufficiente un ‘minimo di prova’. Questo può consistere, ad esempio, nell’allegazione del verbale di contestazione della prima violazione, in una nota di servizio o nella testimonianza del personale di Polizia Giudiziaria.

Una volta fornito questo elemento iniziale, l’onere della prova si sposta sull’imputato. Spetta a quest’ultimo, infatti, dimostrare di aver intrapreso azioni per contestare la sanzione, come la presentazione di un ricorso al giudice o una richiesta di oblazione. In assenza di tali allegazioni difensive, il giudice può legittimamente ritenere provata la recidiva e, di conseguenza, la natura penale del fatto.

Il Porto di Coltelli: Quando è Giustificato?

Per quanto riguarda il porto dei coltelli, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: il ‘giustificato motivo’ deve essere allegato e dimostrato dall’interessato nell’immediatezza del controllo da parte delle forze dell’ordine. Non è ammissibile una giustificazione fornita a posteriori, magari durante il processo. La ragione di questa regola è semplice: il motivo deve essere immediatamente verificabile dagli agenti verbalizzanti.

Inoltre, i giudici hanno specificato che i coltelli rientrano nella categoria degli ‘strumenti da punta o da taglio atti ad offendere’. Per questa classe di oggetti, la legge non richiede al giudice di valutare la pericolosità in concreto del comportamento o le circostanze di tempo e luogo per ritenerlo un reato. Il semplice porto fuori dalla propria abitazione, senza un giustificato motivo fornito nell’immediatezza, integra di per sé il reato previsto dall’art. 4 della legge 110/1975.

Conclusioni

Questa sentenza consolida principi importanti con notevoli implicazioni pratiche. Per chi incorre in una violazione di guida senza patente, è cruciale essere consapevoli che una seconda infrazione nel biennio comporta conseguenze penali e che l’onere di dimostrare un’eventuale contestazione della prima multa ricade sul trasgressore. Per quanto riguarda il porto di oggetti come i coltelli, la pronuncia sottolinea la necessità di poter fornire una spiegazione plausibile e verificabile sul momento, poiché le giustificazioni tardive non avranno valore in sede processuale.

Per contestare la recidiva nella guida senza patente, il pubblico ministero deve produrre un’attestazione formale della definitività della precedente sanzione?
No, secondo la Cassazione non è indispensabile. È sufficiente un ‘minimo di prova’ (come il verbale di contestazione o la testimonianza degli agenti), che fa scattare l’onere per l’imputato di dimostrare di aver impugnato la sanzione.

Se vengo fermato con un coltello, posso giustificarne il porto in un secondo momento durante il processo?
No. La sentenza chiarisce che il ‘giustificato motivo’ per il porto di un coltello deve essere fornito nell’immediatezza del controllo di polizia, in modo da essere subito verificabile dagli agenti. Una giustificazione fornita a posteriori non è considerata valida.

Per essere condannati per il porto di un coltello, deve essere provato che vi era un pericolo concreto di usarlo per offendere qualcuno?
No. La Corte ha ribadito che i coltelli sono considerati ‘strumenti da punta o da taglio atti ad offendere’. Per questa categoria di oggetti, la legge non richiede la prova di un pericolo concreto o la valutazione delle circostanze di tempo e luogo per configurare il reato. Il semplice porto non giustificato è sufficiente per la condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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