LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Guida senza patente: arresto e multa con recidiva

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11824 del 2024, ha stabilito che il reato di guida senza patente con recidiva nel biennio deve essere punito con la pena congiunta dell’arresto e dell’ammenda. Un automobilista aveva impugnato la sua condanna, sostenendo che, a seguito della depenalizzazione della violazione base, la sanzione per l’ipotesi aggravata dovesse essere solo quella detentiva. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che il termine ‘altresì’ presente nella norma indica in modo inequivocabile la natura cumulativa delle sanzioni, confermando così la legittimità della doppia pena.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida senza Patente e Recidiva: la Cassazione conferma Arresto e Multa

La guida senza patente è una violazione che può avere conseguenze molto diverse a seconda delle circostanze. Se la prima volta si risolve con una sanzione amministrativa, cosa accade se si viene sorpresi a commettere la stessa infrazione una seconda volta in due anni? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 11824/2024) ha chiarito in modo definitivo la natura della sanzione in caso di recidiva, confermando l’applicazione di una pena congiunta: arresto e ammenda. Analizziamo la decisione per comprendere le ragioni e le implicazioni.

I Fatti del Caso

Un conducente veniva condannato sia in primo grado che in appello alla pena di venti giorni di arresto e 2.000 euro di ammenda per il reato di guida senza patente, aggravato dalla recidiva nel biennio, ai sensi dell’art. 116 del Codice della Strada.

L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso in Cassazione, sostenendo che la pena inflitta fosse illegale. La tesi difensiva si basava su un’interpretazione della normativa post-depenalizzazione. Poiché la condotta base di guida senza patente era stata trasformata da reato a illecito amministrativo nel 2016, l’ipotesi aggravata della recidiva doveva essere considerata una nuova fattispecie autonoma di reato, punita unicamente con la pena dell’arresto e non anche con l’ammenda.

La questione normativa sulla guida senza patente

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione dell’art. 116, comma 15, del Codice della Strada. La norma prevede per chi guida senza aver conseguito la patente un’ammenda da 2.257 a 9.032 euro. Prosegue poi specificando: “Nell’ipotesi di recidiva nel biennio si applica altresì la pena dell’arresto fino ad un anno”.

La difesa sosteneva che, a seguito della depenalizzazione dell’ipotesi base, la previsione della recidiva fosse diventata un reato a sé, punito solo con l’arresto. La Cassazione, tuttavia, ha rigettato questa interpretazione, giudicandola manifestamente infondata.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha fondato la sua decisione su un’analisi letterale e sistematica della norma. Il punto cruciale è l’uso dell’avverbio “altresì”. Questo termine, spiegano i giudici, ha un inequivocabile significato di “anche”, “inoltre”, “in aggiunta a”. Di conseguenza, la pena dell’arresto non sostituisce la sanzione pecuniaria, ma si somma ad essa. La sanzione per la guida senza patente con recidiva è, quindi, una pena congiunta, composta sia dalla detenzione che dalla sanzione pecuniaria.

La Corte ha ripercorso l’evoluzione legislativa della norma, evidenziando come il legislatore, con il D.Lgs. n. 8 del 2016, abbia depenalizzato i reati puniti con la sola pena pecuniaria, ma abbia esplicitamente previsto che le relative ipotesi aggravate, se punite con pena detentiva, continuassero a essere considerate reati autonomi. La recidiva nella guida senza patente rientra perfettamente in questa casistica. La reiterazione dell’illecito (ora depenalizzato) fa scattare una fattispecie autonoma di reato, la cui sanzione è costruita sommando la pena detentiva alla sanzione pecuniaria prevista per la violazione base.

Conclusioni

La sentenza consolida un principio giuridico chiaro e rigoroso: la recidiva nel reato di guida senza patente è trattata con particolare severità. La Corte di Cassazione ha stabilito che la volontà del legislatore è quella di punire il comportamento recidivo con una sanzione cumulativa. Chi viene sorpreso a guidare senza patente per la seconda volta in due anni non affronterà solo una sanzione pecuniaria, ma anche la pena dell’arresto fino a un anno. La decisione serve come monito sull’importanza di rispettare le norme del Codice della Strada, sottolineando che la ripetizione della violazione comporta un salto qualitativo nella gravità delle conseguenze legali, passando da un illecito amministrativo a un vero e proprio reato con pena detentiva e pecuniaria.

Guidare senza patente è sempre un reato?
No. A seguito della depenalizzazione avvenuta con il D.Lgs. n. 8 del 2016, la guida senza patente commessa per la prima volta è un illecito amministrativo, punito con una sanzione pecuniaria. Diventa reato solo in caso di recidiva nel biennio.

Qual è la pena per chi guida senza patente con recidiva nel biennio?
La pena è congiunta. Si applica la pena dell’arresto fino a un anno in aggiunta (come specificato dall’avverbio “altresì” nella norma) alla sanzione pecuniaria prevista per la violazione base, che va da 2.257 a 9.032 euro.

Perché la Corte di Cassazione ha confermato sia l’arresto che l’ammenda?
La Corte ha respinto il ricorso basandosi sull’interpretazione letterale della legge. L’uso dell’avverbio “altresì” nell’art. 116 del Codice della Strada indica chiaramente che la pena detentiva si aggiunge a quella pecuniaria, non la sostituisce. L’ipotesi aggravata della recidiva è considerata una fattispecie autonoma di reato la cui pena è cumulativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati