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Guida in stato di ebbrezza: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico elevato. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, respingendo i motivi legati alla particolare tenuità del fatto, all’utilizzabilità dell’alcoltest e al bilanciamento delle circostanze attenuanti, data la gravità della condotta.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: la Cassazione chiarisce i limiti del ricorso

La guida in stato di ebbrezza continua a essere una delle fattispecie di reato più comuni e dibattute nelle aule di giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce importanti chiarimenti sui limiti dell’appello, in particolare quando si invocano la particolare tenuità del fatto e vizi procedurali. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere i principi applicati dalla Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla condanna di un automobilista, sorpreso alla guida di un’utilitaria in evidente stato di alterazione alcolica. Gli accertamenti tecnici avevano rilevato un tasso alcolemico significativamente superiore ai limiti di legge, pari a 1,31 g/l e 1,27 g/l nelle due misurazioni. Il Tribunale di primo grado lo aveva condannato a una pena di quattro mesi e quattro giorni di arresto e 1.185,00 euro di ammenda. La sentenza era stata poi confermata dalla Corte d’Appello.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione basandosi su tre motivi principali:

1. Violazione di legge per mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: Secondo la difesa, la Corte d’Appello avrebbe dovuto riconoscere la causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis c.p., data la presunta lieve entità del reato commesso.
2. Inutilizzabilità degli accertamenti alcolimetrici: Si contestava la validità delle prove raccolte tramite etilometro, sostenendo che all’imputato non fosse stato garantito il diritto di farsi assistere da un difensore durante l’accertamento.
3. Mancata concessione delle attenuanti generiche: La difesa lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche in un giudizio di prevalenza rispetto alle aggravanti contestate.

La Decisione della Corte e le Motivazioni sulla guida in stato di ebbrezza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi manifestamente infondati. Vediamo nel dettaglio le motivazioni della Corte per ciascun punto.

Sulla particolare tenuità del fatto

La Corte ha sottolineato che la valutazione sulla sussistenza della particolare tenuità del fatto è un giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica e congrua. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente escluso tale causa di non punibilità basandosi su elementi concreti: l’elevato tasso alcolemico, la pericolosità della guida (effettuata in orario notturno) e le condizioni fisiche compromesse del conducente (desarmonia dei movimenti). Questi fattori, nel loro insieme, rendono il fatto incompatibile con l’ipotesi di una minima offensività.

Sull’utilizzabilità dell’alcoltest

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Corte ha chiarito che la prova dell’avvenuto adempimento dell’obbligo di avvisare la persona della facoltà di farsi assistere da un difensore era presente nel verbale di accertamento. Il verbale conteneva un’indicazione non equivoca in tal senso, rendendo infondato il dubbio sollevato dalla difesa.

Sul bilanciamento delle circostanze

Infine, la Corte ha confermato la correttezza del bilanciamento delle circostanze operato dai giudici di merito. Il reato era aggravato ai sensi del comma 2-sexies dell’art. 186 del Codice della Strada. Il successivo comma 2-septies stabilisce una regola precisa: le attenuanti concorrenti con tale aggravante non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti. La riduzione di pena per le attenuanti generiche, che pure erano state riconosciute, può essere applicata solo sulla pena già aumentata per effetto dell’aggravante. La Corte d’Appello aveva seguito esattamente questa procedura, applicando correttamente la legge.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce il rigore con cui la giurisprudenza tratta i casi di guida in stato di ebbrezza, specialmente in presenza di un tasso alcolemico elevato che indica un’alterazione significativa e un pericolo concreto per la circolazione. La decisione conferma che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un’opzione praticabile quando la condotta denota una reale pericolosità. Inoltre, viene riaffermato un principio procedurale fondamentale: le contestazioni sull’utilizzabilità degli atti devono essere supportate da elementi concreti, non potendo basarsi su dubbi generici. Infine, la sentenza chiarisce il meccanismo di bilanciamento tra aggravanti specifiche e attenuanti generiche, confermando che le norme speciali prevalgono sulle regole generali, limitando la discrezionalità del giudice nel modo previsto dal legislatore. La declaratoria di inammissibilità ha comportato per il ricorrente non solo la definitività della condanna, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una cospicua somma alla Cassa delle ammende.

Quando può essere esclusa la particolare tenuità del fatto in caso di guida in stato di ebbrezza?
La particolare tenuità del fatto può essere esclusa quando emergono elementi che dimostrano una significativa pericolosità della condotta, come un’elevata alterazione alcolica accertata, la guida in orario notturno e condizioni fisiche compromesse (es. disarmonia dei movimenti).

L’alcoltest è utilizzabile se l’imputato sostiene di non essere stato avvisato della facoltà di farsi assistere da un difensore?
Sì, l’alcoltest è utilizzabile se il verbale di accertamento riporta l’indicazione non equivoca che tale avviso è stato dato. La semplice contestazione da parte della difesa non è sufficiente a inficiare la prova se l’atto documenta la regolarità della procedura.

Le attenuanti generiche possono essere considerate prevalenti sull’aggravante di aver commesso il fatto dopo le 22 e prima delle 7?
No. L’art. 186, comma 2-septies, del Codice della Strada stabilisce espressamente che le circostanze attenuanti concorrenti con l’aggravante dell’orario notturno non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti. La riduzione per le attenuanti si applica solo dopo l’aumento di pena per l’aggravante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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