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Guida in stato di ebbrezza: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico eccezionalmente alto (3,73 g/l). Il ricorrente contestava l’affidabilità del test e sosteneva di aver assunto farmaci contenenti etanolo. La Corte ha stabilito che le argomentazioni erano mere ripetizioni di quelle già respinte in appello e che spetta all’imputato fornire prove concrete per invalidare l’accertamento, confermando l’obbligo del guidatore di garantire la propria idoneità psico-fisica prima di mettersi al volante.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in Stato di Ebbrezza: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre importanti chiarimenti sui limiti e le condizioni per contestare una condanna per guida in stato di ebbrezza, specialmente quando si tenta di invalidare le prove scientifiche come l’etilometro. La Suprema Corte, con una decisione netta, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista, ribadendo principi fondamentali sulla responsabilità del conducente e sull’onere della prova nel processo penale.

I Fatti del Caso: La Condanna per Guida in Stato di Ebbrezza

Il caso trae origine dalla condanna, confermata sia in primo grado dal Tribunale di Padova sia dalla Corte d’Appello di Venezia, di un automobilista per il reato di cui all’art. 186, commi 2, lett. c) e 2-bis del Codice della Strada. L’accertamento aveva rivelato un tasso alcolemico pari a 3,73 g/l, un valore estremamente elevato e indicativo di una grave alterazione psico-fisica. L’imputato, non rassegnato alla condanna, ha proposto ricorso per Cassazione, cercando di smontare l’impianto accusatorio.

I Motivi del Ricorso: Tra Test Alcolemico e Farmaci

La difesa dell’imputato si è concentrata su due punti principali. In primo luogo, ha contestato la validità dell’accertamento medico di tipo immuno-enzimatico, sostenendo che fosse inattendibile perché effettuato a distanza di un’ora e mezza dall’incidente. In secondo luogo, ha addotto come giustificazione l’avvenuta assunzione di un farmaco contenente etanolo, che a suo dire avrebbe alterato il risultato del test. Tali argomentazioni miravano a privare l’accertamento della sua valenza probatoria e, di conseguenza, a ottenere l’annullamento della sentenza di condanna.

La Decisione della Cassazione: Responsabilità e Onere della Prova nella guida in stato di ebbrezza

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le tesi difensive, dichiarando il ricorso inammissibile. La motivazione principale risiede nel fatto che le doglianze presentate non erano altro che una riproposizione di censure già esaminate e respinte con motivazione congrua e non illogica dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte non è una terza istanza di giudizio sui fatti, ma un giudice di legittimità, che valuta la corretta applicazione della legge.

Le Motivazioni

Nel dettaglio, i giudici hanno ribadito principi consolidati in materia. Sulla validità del test, hanno affermato che l’intervallo temporale tra la guida e il controllo non è di per sé sufficiente a inficiare il risultato. Inoltre, hanno sottolineato che, in presenza di un accertamento strumentale conforme alla normativa, grava sull’imputato l’onere di fornire una prova rigorosa di circostanze capaci di invalidarlo. La semplice allegazione dell’assunzione di farmaci, senza riscontri probatori certi sulla reale assunzione e sulla sua specifica incidenza sul tasso rilevato, è stata ritenuta insufficiente. La Corte ha richiamato il principio fondamentale secondo cui ogni conducente ha l’obbligo di mettersi alla guida solo in uno stato di piena efficienza psico-fisica, dovendo quindi tenere conto anche degli effetti di farmaci assunti e della loro interazione con sostanze alcoliche. Infine, anche la censura relativa al mancato bilanciamento favorevole delle circostanze attenuanti generiche è stata respinta, in quanto, in casi di pena superiore al minimo edittale, tale valutazione rientra in un mero calcolo sanzionatorio non sindacabile in sede di legittimità se non per vizi logici, qui assenti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso in tema di guida in stato di ebbrezza. La decisione sottolinea che la responsabilità di chi si mette al volante è assoluta: è dovere del conducente accertarsi di essere in condizioni idonee per guidare in sicurezza. Contestare l’esito di un etilometro richiede prove concrete e specifiche, non mere supposizioni o affermazioni generiche. La pronuncia serve anche da monito sull’abuso del ricorso in Cassazione, chiarendo che non può essere utilizzato per tentare di ottenere un nuovo esame dei fatti già ampiamente valutati nei gradi di merito.

L’assunzione di un farmaco contenente alcol può invalidare il test del tasso alcolemico?
No, secondo la Corte, la semplice affermazione di aver assunto un farmaco non è sufficiente. L’imputato ha l’onere di fornire una prova concreta sia dell’effettiva assunzione sia della riconducibilità del tasso alcolemico rilevato a tale assunzione, tenendo conto che il conducente ha l’obbligo di mettersi alla guida solo in stato di piena efficienza psico-fisica.

Un ritardo di un’ora e mezza tra la guida e l’accertamento rende il test del tasso alcolemico inattendibile?
No, la Corte ha ribadito che l’intervallo temporale tra la guida e l’espletamento del test non è, da solo, una circostanza sufficiente a privare l’accertamento della sua validità dimostrativa della sussistenza del reato di guida in stato di ebbrezza.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, come in questo caso, viene proposto per motivi non consentiti nel giudizio di legittimità. Ad esempio, quando le doglianze sono una mera riproduzione di censure già esaminate e respinte con motivazione logica e non contraddittoria dal giudice d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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