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Guida in stato di ebbrezza: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha confermato una condanna per guida in stato di ebbrezza, dichiarando inammissibile il ricorso dell’imputato. I motivi, incentrati sulla presunta irregolarità dell’etilometro e sulla valutazione delle prove, sono stati ritenuti una mera ripetizione di doglianze già respinte in appello, senza presentare nuovi elementi di diritto. La Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: perché la Cassazione ha respinto il ricorso?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso di guida in stato di ebbrezza, chiarendo i limiti e i requisiti di ammissibilità dei ricorsi presentati contro le sentenze di condanna. La decisione sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione non può essere una semplice ripetizione delle argomentazioni già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio.

I Fatti del Caso: dalla Condanna in Appello al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine dalla condanna di un automobilista per il reato di cui all’art. 186 del Codice della Strada. La Corte di Appello di Torino aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, rideterminando la pena in 5 mesi di arresto e 1.400,00 euro di ammenda, sostituendo poi la pena detentiva con una pena pecuniaria per un totale di 38.900,00 euro.

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, basandolo su cinque motivi principali:
1. Nullità o inutilizzabilità dei risultati dell’etilometro.
2. Vizio di motivazione sulla regolarità del test alcolimetrico.
3. Violazione di legge e vizio di motivazione per il diniego di una rinnovazione del dibattimento (perizia tecnica).
4. Mancata assunzione di una prova ritenuta decisiva.
5. Violazione di legge sulla prova della responsabilità penale.
Inoltre, in via subordinata, l’imputato chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.).

La Guida in stato di ebbrezza e la questione dell’etilometro

I motivi centrali del ricorso riguardavano l’affidabilità dell’etilometro. La difesa sosteneva che i risultati del test non fossero validi. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha osservato come queste doglianze fossero una mera riproposizione di quanto già discusso e respinto dalla Corte di Appello.

La sentenza impugnata, infatti, aveva già chiarito con argomentazioni logiche che la taratura dell’apparecchio rientra nelle operazioni di controllo periodico a cui l’etilometro, per legge, deve essere sottoposto. Essendo emerso che lo strumento era stato regolarmente controllato, le obiezioni sono state ritenute infondate.

Il Diniego della Perizia e la Valutazione della Corte

Anche i motivi relativi alla mancata ammissione di una nuova perizia tecnica sono stati giudicati inammissibili. La difesa contestava la valutazione della Corte di Appello, che aveva disatteso le conclusioni del consulente di parte. La Corte territoriale aveva motivato il suo rigetto osservando che il breve lasso di tempo tra il sinistro e le due misurazioni effettuate con l’etilometro indicava un’assunzione di alcol avvenuta poco prima dell’incidente, rendendo irrilevanti le argomentazioni del consulente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso nel suo complesso inammissibile. La ragione principale risiede nel carattere ‘reiterativo’ dei motivi proposti. I giudici di legittimità hanno ribadito che non è possibile presentare in Cassazione le stesse identiche questioni già esaurientemente trattate e respinte dalla Corte di Appello, senza sollevare specifiche critiche di violazione di legge o di manifesta illogicità della motivazione della sentenza impugnata.

Il ricorso si limitava a riproporre le medesime doglianze, sperando in una nuova e diversa valutazione del merito della vicenda, attività che è preclusa alla Corte di Cassazione. Anche la richiesta di applicazione dell’art. 131 bis c.p. è stata giudicata manifestamente infondata, poiché era stata subordinata alla derubricazione del reato in un’ipotesi meno grave, condizione che non si è verificata.

Conclusioni: L’Importanza di Motivi Specifici nel Ricorso

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: per avere successo, un ricorso in Cassazione deve essere fondato su motivi specifici, nuovi e pertinenti. Non è sufficiente ripetere le argomentazioni difensive già respinte. È necessario individuare precisi errori di diritto o vizi logici macroscopici nella sentenza di appello. In assenza di tali elementi, come nel caso di specie, il ricorso è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione a favore della Cassa delle ammende.

È possibile contestare il funzionamento dell’etilometro in Cassazione?
Sì, ma solo se si evidenziano specifici errori di diritto o vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza di appello. Non è sufficiente riproporre le stesse obiezioni già esaminate e respinte nel grado precedente, come la generica contestazione sulla taratura dello strumento se la Corte di merito ha già motivato sulla sua regolarità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché i motivi proposti erano ‘reiterativi’, ovvero una semplice ripetizione delle stesse doglianze già mosse in appello e a cui la Corte territoriale aveva già fornito una risposta logica ed esauriente.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘reiterativo’?
Un motivo di ricorso è ‘reiterativo’ quando ripropone le stesse questioni di fatto o di diritto già esaminate e decise nel precedente grado di giudizio, senza introdurre nuovi profili di critica giuridica specificamente rivolti contro la motivazione della sentenza impugnata. È, in sostanza, un tentativo di ottenere un nuovo giudizio sul merito, non consentito in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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