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Guida in stato di ebbrezza: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. Il conducente, dopo aver causato un incidente stradale, era risultato positivo all’alcol test con un tasso di 1,65 g/l. La Suprema Corte ha confermato che l’elevato tasso alcolemico e il coinvolgimento in un sinistro escludono sia l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), sia la concessione della sospensione condizionale della pena.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: Inammissibile il Ricorso se Generico e Reiterativo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11605/2025, ha ribadito principi fondamentali in materia di guida in stato di ebbrezza, chiarendo i limiti per l’accesso a benefici come la non punibilità per particolare tenuità del fatto e la sospensione condizionale della pena. La pronuncia sottolinea come un tasso alcolemico elevato e il coinvolgimento in un sinistro stradale costituiscano elementi ostativi a una valutazione di lieve entità del reato. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine una mattina del febbraio 2019, quando una pattuglia dei Carabinieri interveniva sul luogo di un sinistro stradale. Sul posto, trovavano un’autovettura che si era schiantata contro un ostacolo fisso. Il conducente, in evidente stato di alterazione psicofisica, veniva identificato e condotto in caserma per essere sottoposto al test alcolemico.

L’esame con l’etilometro confermava i sospetti, rilevando valori significativamente superiori ai limiti di legge: la prima misurazione registrava un tasso di 1,65 g/l, mentre la seconda, a breve distanza, un valore di 1,63 g/l. Tali valori collocano il fatto nella fascia più grave del reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’art. 186, comma 2, lett. c) del Codice della Strada.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello confermavano la responsabilità penale dell’imputato, con la seconda che, pur concedendo le attenuanti generiche, rideterminava la pena in sei mesi di arresto e 1.500 euro di ammenda.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione affidandosi a tre principali motivi:

1. Una presunta violazione del diritto di difesa dovuta alla trasmissione tardiva delle conclusioni del Procuratore Generale nel giudizio d’appello.
2. La mancata assoluzione per particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale, lamentando un vizio di motivazione da parte della Corte d’Appello.
3. L’erronea applicazione della legge e il vizio di motivazione in relazione al diniego della sospensione condizionale della pena.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le censure sollevate dall’imputato. Vediamo nel dettaglio le argomentazioni dei giudici.

Sulla tardività delle conclusioni del P.G.

Il primo motivo è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha osservato che, sebbene le conclusioni del Procuratore Generale fossero state depositate in ritardo, esse non erano supportate da alcuna argomentazione. Inoltre, il ricorrente non aveva allegato alcun pregiudizio concreto e specifico derivante da tale ritardo, rendendo la doglianza puramente formale e priva di rilevanza.

Sulla guida in stato di ebbrezza e la particolare tenuità del fatto

La Cassazione ha giudicato inammissibile il motivo relativo all’art. 131-bis c.p., in quanto mera riproposizione delle argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno condiviso la valutazione del giudice di merito, secondo cui la condotta non poteva in alcun modo essere considerata di particolare tenuità. Gli elementi decisivi in tal senso sono stati:

* L’elevato tasso alcolemico, che indicava una grave condizione di ebbrezza.
* Le condizioni psicofisiche dell’imputato, che lo rendevano incapace di governare il veicolo.
* Il coinvolgimento in un incidente stradale, che dimostrava la concreta messa in pericolo della sicurezza pubblica.

Questi fattori, nel loro insieme, delineano un quadro di offensività tutt’altro che esiguo, incompatibile con l’applicazione della causa di non punibilità.

Sul diniego della sospensione condizionale della pena

Anche il terzo motivo è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ritenuto congrua ed esaustiva la motivazione della Corte territoriale nel negare la sospensione condizionale della pena. La decisione si fondava su un giudizio prognostico sfavorevole basato su due elementi chiave:

1. Le modalità della condotta, sintomatiche di una totale incapacità di autocontrollo da parte dell’imputato.
2. La sussistenza di un precedente specifico, che indicava una tendenza a reiterare comportamenti illeciti.

La Corte ha quindi confermato che, in presenza di tali indicatori, è legittimo negare il beneficio della sospensione della pena.

Le Conclusioni

La sentenza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso in materia di guida in stato di ebbrezza. La Corte di Cassazione chiarisce che un ricorso non può limitarsi a ripetere argomenti già esaminati, ma deve contenere una critica specifica e argomentata alla decisione impugnata. Sul piano sostanziale, viene ribadito che un tasso alcolemico elevato, specialmente se accompagnato da un incidente, rappresenta un indice di gravità che preclude l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. Allo stesso modo, la valutazione per la concessione della sospensione condizionale deve tenere conto non solo della condotta specifica, ma anche della personalità del reo, desumibile da eventuali precedenti. Questa pronuncia serve da monito sulla serietà con cui l’ordinamento tratta i reati che mettono a rischio la sicurezza stradale, limitando l’accesso a istituti premiali nei casi di maggiore allarme sociale.

È possibile ottenere l’assoluzione per “particolare tenuità del fatto” in caso di guida in stato di ebbrezza con tasso alcolemico molto elevato?
No. Secondo la sentenza, un tasso alcolemico elevato (nel caso specifico 1,65 g/l), unito all’aver provocato un incidente stradale, dimostra una notevole pericolosità per la sicurezza pubblica. Tale gravità esclude che il fatto possa essere considerato di “particolare tenuità” ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile se si limita a ripetere i motivi dell’appello?
Sì. La Corte Suprema ha chiarito che il ricorso per cassazione è inammissibile se si risolve in una “pedissequa reiterazione” dei motivi già presentati in appello, senza muovere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata. Il ricorso deve attaccare la logica della decisione di secondo grado, non solo riproporre le stesse difese.

La sospensione condizionale della pena può essere negata a chi commette il reato di guida in stato di ebbrezza?
Sì. La sentenza conferma che il beneficio può essere negato sulla base di un giudizio prognostico sfavorevole. In questo caso, il diniego è stato ritenuto legittimo a causa delle modalità della condotta, che rivelavano un’incapacità di autocontrollo, e della presenza di un precedente specifico, elementi che fanno dubitare che l’imputato si asterrà dal commettere futuri reati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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