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Guida in stato di ebbrezza: ricorso generico inammissibile

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza con tasso alcolemico molto elevato e aggravanti (incidente notturno). I motivi, relativi alla mancata applicazione della particolare tenuità del fatto e delle attenuanti generiche, sono stati giudicati generici e una mera ripetizione di quelli già respinti in appello.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: quando il ricorso in Cassazione è solo una perdita di tempo?

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 6298/2024 offre importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità del ricorso e sui limiti del sindacato di legittimità in materia di guida in stato di ebbrezza. La pronuncia ribadisce principi consolidati, sottolineando come la mera riproposizione di censure già respinte in appello, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata, conduca inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

Il caso: condanna per guida in stato di ebbrezza aggravata

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado alla pena di sei mesi di arresto e 2.250 euro di ammenda per il reato di guida in stato di ebbrezza. La sua posizione era particolarmente grave: il tasso alcolemico riscontrato era molto elevato (2,58 g/l e 2,37 g/l), ben al di sopra della soglia più alta prevista dalla legge. Inoltre, la sua condotta era aggravata dall’aver provocato un sinistro stradale e dall’aver commesso il fatto in orario notturno.

I motivi del ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di presentare ricorso per cassazione, basando la sua difesa su due principali argomenti:

1. Mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.): Si sosteneva che la Corte d’Appello avesse erroneamente negato l’applicazione di questa causa di non punibilità, nonostante ne ricorressero i presupposti.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche e pena eccessiva (art. 62-bis c.p.): Il ricorrente lamentava che i giudici di merito non avessero concesso le attenuanti generiche e avessero inflitto una pena sproporzionata rispetto alla reale entità del fatto.

L’analisi della Corte: perché il ricorso per guida in stato di ebbrezza è stato respinto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione si fonda su tre pilastri argomentativi solidi e in linea con l’orientamento giurisprudenziale dominante.

Genericità e mera reiterazione dei motivi

Innanzitutto, i giudici hanno qualificato i motivi del ricorso come palesemente generici. L’imputato non aveva fatto altro che riproporre le stesse identiche doglianze già presentate e motivatamente respinte dalla Corte d’Appello. La Cassazione ricorda che lo scopo del ricorso di legittimità non è ottenere un terzo giudizio di merito, ma sottoporre a critica la decisione di secondo grado. Un ricorso che ignora le argomentazioni della sentenza impugnata e si limita a ripetere le proprie tesi fallisce questo scopo e diventa inammissibile.

L’infondatezza sulla particolare tenuità del fatto

Anche nel merito, la richiesta di applicare l’art. 131-bis c.p. è stata ritenuta infondata. I giudici di merito avevano correttamente escluso la tenuità del fatto valorizzando elementi negativi di peso: i precedenti penali dell’imputato e la condotta di guida particolarmente pericolosa che aveva portato all’incidente. Questa valutazione, essendo logica e non arbitraria, rientra pienamente nelle prerogative del giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità.

Il diniego delle attenuanti generiche

Infine, la Corte ha respinto la censura relativa al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Secondo un principio consolidato, il giudice ha l’obbligo di motivare in modo analitico solo la concessione delle attenuanti, non il loro diniego. Per negarle, è sufficiente che dalla motivazione complessiva emerga che il giudice abbia valutato gli elementi previsti dall’art. 133 c.p. (gravità del reato, capacità a delinquere), come implicitamente avvenuto nel caso di specie. Allo stesso modo, la determinazione della pena, se contenuta entro la media edittale e logicamente motivata, non è soggetta a censura.

Le motivazioni

La motivazione della Cassazione si concentra sulla natura del giudizio di legittimità e sui limiti del potere del ricorrente. Non è sufficiente lamentare un’ingiustizia percepita; è necessario dimostrare un vizio logico o una violazione di legge nella sentenza impugnata, confrontandosi criticamente con le ragioni addotte dal giudice precedente. La Corte ha ritenuto che il ricorso fosse privo di questo confronto critico, limitandosi a una sterile ripetizione di argomenti già vagliati e respinti. Per quanto riguarda la sostanza delle questioni, i giudici hanno confermato che la valutazione sulla tenuità del fatto e sulla concessione delle attenuanti è un giudizio di merito che, se immune da vizi logici, sfugge al controllo della Cassazione. La pericolosità della condotta, l’elevato tasso alcolemico e i precedenti penali sono stati considerati elementi più che sufficienti a giustificare sia il diniego dell’art. 131-bis sia delle attenuanti generiche.

Le conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un monito importante: il ricorso per cassazione non è una terza istanza di giudizio. Per avere una possibilità di successo, deve essere specifico, critico e focalizzato su reali vizi di legittimità. In casi di guida in stato di ebbrezza con elementi di particolare gravità (tasso alcolemico elevato, incidente, precedenti), sperare in un esito favorevole basandosi su doglianze generiche come la tenuità del fatto o le attenuanti generiche si rivela una strategia processuale inefficace, che porta unicamente a una condanna al pagamento delle spese processuali e di un’ulteriore somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso per cassazione è dichiarato inammissibile quando è palesemente generico, non si confronta criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata e si limita a riproporre gli stessi motivi già respinti nel precedente grado di giudizio, senza evidenziare vizi di legittimità.

Perché la Corte ha negato l’applicazione della “particolare tenuità del fatto” in questo caso di guida in stato di ebbrezza?
La particolare tenuità del fatto è stata negata perché i giudici di merito hanno considerato elementi ostativi come i pregiudizi penali a carico dell’imputato e la condotta di guida particolarmente pericolosa, che aveva causato un incidente. Tali elementi sono incompatibili con un giudizio di minima offensività del fatto.

Il giudice deve sempre motivare in modo dettagliato il diniego delle circostanze attenuanti generiche?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata citata nella sentenza, il giudice non ha l’obbligo di fornire una motivazione analitica e specifica per negare le attenuanti generiche. È sufficiente che dalla motivazione complessiva della sentenza si evinca che ha tenuto conto dei criteri di valutazione della pena previsti dall’art. 133 del codice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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