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Guida in stato di ebbrezza: quando il reato sussiste

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. Il caso riguardava un incidente avvenuto in una proprietà privata, ma i giudici hanno confermato la condanna ritenendo provato che l’imputato provenisse da una strada pubblica. La Corte ha sottolineato che una ricostruzione alternativa dei fatti, se puramente congetturale e già motivatamente esclusa nei gradi di merito, non è sufficiente a sollevare un ragionevole dubbio in sede di legittimità.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: il reato c’è anche se l’incidente è in area privata

L’ordinanza in esame affronta un’interessante questione relativa al reato di guida in stato di ebbrezza, chiarendo i confini tra circolazione su suolo pubblico e privato. La Corte di Cassazione si è pronunciata sul ricorso di un automobilista, confermando la sua condanna nonostante l’incidente fosse avvenuto all’interno di una proprietà privata. La decisione ribadisce principi fondamentali in materia di prova e di valutazione della colpevolezza.

I Fatti di Causa

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza. L’imputato proponeva ricorso per cassazione, sostenendo un vizio di motivazione e la violazione del principio dell'”oltre ogni ragionevole dubbio”. A suo dire, il fatto era avvenuto all’interno di una proprietà privata e non vi era prova certa che egli provenisse dalla strada pubblica. La sua difesa proponeva una ricostruzione alternativa: l’uomo avrebbe potuto trovarsi già all’interno della proprietà privata prima di mettersi alla guida in stato di ebbrezza.

La Decisione della Corte sulla guida in stato di ebbrezza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. I giudici hanno confermato la condanna, basandosi sul solido impianto motivazionale delle sentenze di merito. La Corte ha chiarito che, sebbene l’incidente sia avvenuto su un sentiero privato, tutti gli elementi raccolti portavano a concludere che l’imputato avesse necessariamente percorso una strada pubblica prima di accedere all’area privata. Di conseguenza, il reato di guida in stato di ebbrezza era pienamente configurato.

Le Motivazioni

La decisione della Suprema Corte si fonda su diversi pilastri argomentativi.

In primo luogo, i giudici hanno richiamato il principio della “doppia conforme”. Quando i giudici di primo e secondo grado giungono alla medesima conclusione di colpevolezza con motivazioni coerenti e organiche, il controllo della Cassazione è più limitato.

In secondo luogo, la Corte ha specificato che il principio “oltre ogni ragionevole dubbio” non può essere invocato per dare rilevanza a una ricostruzione alternativa del fatto se questa è puramente congetturale e se i giudici di merito l’hanno già puntualmente e logicamente smontata. Nel caso di specie, i giudici avevano evidenziato diverse circostanze che rendevano implausibile la versione della difesa: l’imputato non era proprietario del maso, non aveva rapporti con i proprietari e non vi erano prove che avesse potuto procurarsi bevande alcoliche all’interno della proprietà privata. L’unica conclusione logica era che provenisse dalla strada pubblica.

Infine, la Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non consente una rilettura delle prove o una nuova valutazione dei fatti. Il ricorso dell’imputato, proponendo una diversa interpretazione degli elementi probatori, si spingeva oltre i limiti consentiti, diventando inammissibile. Anche il motivo relativo alla prescrizione è stato ritenuto manifestamente infondato, poiché i termini non erano ancora decorsi.

Le Conclusioni

L’ordinanza offre importanti spunti pratici. Il reato di guida in stato di ebbrezza si consuma nel momento in cui un soggetto conduce un veicolo su una strada pubblica o aperta al pubblico transito in condizioni di alterazione psico-fisica. Il fatto che la condotta si concluda o che l’incidente avvenga all’interno di un’area privata non esclude il reato, se è provato che prima di accedervi l’automobilista ha circolato sulla rete viaria pubblica. Per far valere una tesi difensiva alternativa e sollevare un “ragionevole dubbio”, non è sufficiente prospettare una mera possibilità, ma è necessario che tale versione sia credibile e non smentita da solidi elementi logici e fattuali.

Il reato di guida in stato di ebbrezza si configura se l’incidente avviene in una proprietà privata?
Sì, il reato si configura se viene fornita la prova che il conducente, prima di accedere all’area privata dove è avvenuto l’incidente, ha circolato su una strada pubblica in stato di ebbrezza. Il luogo finale della condotta non è determinante per escludere il reato.

Cosa significa il principio ‘oltre ogni ragionevole dubbio’ nel giudizio della Cassazione?
Nel giudizio di legittimità, questo principio non può essere utilizzato per imporre una rivalutazione di una versione alternativa dei fatti se i giudici di merito l’hanno già esaminata e logicamente esclusa. Il dubbio, per essere ‘ragionevole’, deve fondarsi su elementi concreti e non su mere ipotesi congetturali.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è manifestamente infondato, ovvero quando le censure proposte non hanno alcuna base legale, oppure quando mira a ottenere un nuovo giudizio sui fatti, attività che non rientra nei poteri della Corte di Cassazione, la quale si limita a un controllo di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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