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Guida in stato di ebbrezza: onere della prova etilometro

La Cassazione conferma la condanna per guida in stato di ebbrezza a seguito di un incidente. L’appello è inammissibile: l’onere della prova sul malfunzionamento dell’etilometro spetta alla difesa e la revoca della patente è automatica per tassi alcolemici elevati.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in Stato di Ebbrezza: La Difesa Deve Provare il Malfunzionamento dell’Etilometro

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 7210 del 2024, ribadisce principi fondamentali in materia di guida in stato di ebbrezza, chiarendo in modo netto a chi spetti l’onere della prova in caso di presunto malfunzionamento dell’etilometro. La pronuncia offre spunti cruciali sull’affidabilità delle misurazioni alcolemiche e sulla severità delle sanzioni accessorie, come la revoca della patente, soprattutto quando il reato è aggravato da un incidente stradale. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Incidente e Tasso Alcolemico Elevato

Il caso ha origine da un sinistro stradale avvenuto nel gennaio 2021. Un automobilista, dopo aver perso il controllo del proprio veicolo, urtava un’altra auto in sosta. Intervenuti sul posto, i Carabinieri notavano i tipici sintomi dello stato di ebbrezza nel conducente. Sottoposto al test alcolemico, l’uomo risultava avere una concentrazione di alcol nel sangue molto elevata: 2,30 g/l alla prima misurazione e 2,13 g/l alla seconda, valori ben al di sopra della soglia più grave prevista dalla legge (1,5 g/l).

Sia il Tribunale di Cuneo che la Corte d’Appello di Torino confermavano la sua colpevolezza per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un incidente. La condanna era fissata in otto mesi di arresto e 2000 euro di ammenda, con sospensione condizionale della pena. L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando diverse questioni di legittimità.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Cassazione

La difesa ha articolato il ricorso in cinque motivi, contestando principalmente l’utilizzabilità di alcune dichiarazioni, la ripartizione dell’onere della prova sull’affidabilità dell’etilometro, la valutazione di una consulenza tecnica di parte, la revoca della patente e la mancata concessione di attenuanti.

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso nel suo complesso inammissibile, ritenendolo una mera riproposizione delle questioni già adeguatamente affrontate e respinte nei gradi di merito.

Onere della Prova e Affidabilità dell’Etilometro nella guida in stato di ebbrezza

Uno dei punti centrali del ricorso riguardava il funzionamento dell’etilometro. La difesa sosteneva che fosse onere dell’accusa dimostrare il perfetto funzionamento dell’apparecchio. La Suprema Corte ha respinto questa tesi, riaffermando un principio consolidato: l’esito positivo dell’alcoltest costituisce prova dello stato di ebbrezza. L’affidabilità dello strumento è garantita dai controlli periodici di omologazione e taratura. Di conseguenza, è onere della difesa dell’imputato fornire la prova contraria, dimostrando, ad esempio, l’assenza o l’irregolarità di tali controlli, magari tramite la produzione del libretto metrologico dell’etilometro.

La Revoca Automatica della Patente

La difesa contestava anche l’automatismo della revoca della patente, previsto dall’art. 186, comma 2-bis, del Codice della Strada quando il conducente in stato di ebbrezza provoca un incidente. La Cassazione ha ritenuto questa doglianza infondata, richiamando una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 194/2023). La Consulta ha stabilito che tale automatismo non è irragionevole né sproporzionato, data la particolare pericolosità della condotta. La sanzione accessoria della revoca è parte di una scala di gravità progressiva, finalizzata a prevenire e reprimere comportamenti estremamente pericolosi per la sicurezza stradale.

Inapplicabilità della Particolare Tenuità del Fatto

Infine, la Corte ha escluso l’applicabilità dell’art. 131-bis del codice penale (particolare tenuità del fatto). La motivazione è chiara: un tasso alcolemico così elevato, le conseguenze dannose del sinistro e il pericolo creato per gli altri utenti della strada rendono la condotta tutt’altro che tenue. Per le stesse ragioni, è stata confermata la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche e una pena superiore al minimo edittale, giustificata dalla rilevante gravità e pericolosità del comportamento dell’imputato.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Cassazione si fondano su un’interpretazione rigorosa delle norme e della giurisprudenza consolidata. La Corte ha sottolineato che la scelta del rito abbreviato da parte dell’imputato implica l’accettazione dell’utilizzabilità di tutti gli atti di indagine, comprese le dichiarazioni riportate nelle annotazioni di servizio. Sul tema cruciale dell’etilometro, i giudici hanno ribadito che la presunzione di affidabilità dello strumento, supportata da controlli periodici, sposta sulla difesa l’onere di dimostrare un suo specifico difetto o la mancanza delle verifiche obbligatorie. La Corte ha inoltre evidenziato come la consulenza di parte prodotta dalla difesa fosse basata su mere interpretazioni teoriche, non ancorate ad un’analisi tecnica del caso concreto. Infine, la decisione si allinea pienamente alla giurisprudenza costituzionale che ha salvato l’automatismo della revoca della patente per le ipotesi più gravi di guida in stato di ebbrezza, riconoscendone la funzione preventiva e repressiva.

Le Conclusioni

La sentenza in esame consolida alcuni pilastri fondamentali nel contrasto alla guida in stato di ebbrezza. In primo luogo, l’esito del test alcolemico è una prova robusta e spetta all’imputato contestarne concretamente l’affidabilità. In secondo luogo, la sanzione della revoca della patente in caso di incidente non è discrezionale ma automatica, una misura severa ma giustificata dall’elevato allarme sociale. Infine, tassi alcolemici significativamente alti, uniti alla causazione di un sinistro, escludono la possibilità di beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto o di attenuanti, riflettendo la gravità di una condotta che mette a serio rischio la vita altrui.

A chi spetta dimostrare che l’etilometro non funziona correttamente?
Spetta alla difesa dell’imputato. L’esito positivo dell’alcoltest è considerato prova affidabile, e sta all’imputato fornire la prova contraria, dimostrando l’assenza o l’irregolarità dei controlli periodici sullo strumento.

In un processo con rito abbreviato, possono essere usate le dichiarazioni raccolte durante le indagini?
Sì. Scegliendo il rito abbreviato, l’imputato accetta l’utilizzabilità di tutti gli atti legittimamente acquisiti al fascicolo del pubblico ministero, comprese le dichiarazioni rese in fase di indagine.

La revoca della patente è sempre automatica in caso di guida in stato di ebbrezza con incidente?
Sì, per l’ipotesi di reato contestata (art. 186, comma 2-bis, Codice della Strada), la Corte ha confermato che l’automatismo della revoca della patente non è incostituzionale, data la gravità del comportamento e il livello del tasso alcolemico, in un’ottica di prevenzione e repressione di condotte pericolose.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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