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Guida in stato di ebbrezza: multa penale non dovuta

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna penale per guida in stato di ebbrezza. Il giudice di primo grado, pur riqualificando il reato nella fascia più bassa (0,5-0,8 g/l) che costituisce solo un illecito amministrativo, aveva erroneamente inflitto una pena pecuniaria penale (ammenda). La Suprema Corte ha stabilito che in questi casi il giudice deve assolvere l’imputato e trasmettere gli atti al Prefetto, unico organo competente a irrogare la sanzione amministrativa.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in Stato di Ebbrezza: la Multa Penale è Errata se il Fatto è Illecito Amministrativo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale in materia di guida in stato di ebbrezza: se il tasso alcolemico rientra nella fascia più bassa, la condotta non è un reato ma un illecito amministrativo. Di conseguenza, un giudice penale non può infliggere una condanna penale, neanche nella forma dell’ammenda. Vediamo nel dettaglio questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva fermato e sottoposto al test alcolemico, che registrava valori di 0,85 g/l e 0,81 g/l. L’accusa iniziale era quella prevista dall’articolo 186, comma 2, lettera b) del Codice della Strada, che punisce penalmente la guida con un tasso alcolemico compreso tra 0,81 e 1,5 g/l, con l’aggravante di aver commesso il fatto in orario notturno.

In seguito a un’opposizione a decreto penale di condanna, il caso giungeva davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare (G.U.P.).

La Decisione del Giudice di Primo Grado

Il G.U.P., accogliendo una tesi difensiva basata su un potenziale margine di errore del 5% dell’etilometro, riteneva non provato il superamento della soglia di 0,80 g/l nella seconda misurazione (0,81 g/l). Di conseguenza, riqualificava il fatto nella fattispecie meno grave, quella prevista dalla lettera a) del medesimo articolo, che sanziona la guida con un tasso tra 0,51 e 0,80 g/l.

Tuttavia, pur avendo ricondotto il fatto a un illecito di natura puramente amministrativa, il giudice condannava l’imputato a una pena penale: 900 euro di ammenda e la sospensione della patente per sei mesi.

Il Ricorso in Cassazione: le ragioni della difesa e dell’accusa

Contro questa decisione proponevano ricorso sia l’imputato che il Procuratore Generale. L’imputato sosteneva che, una volta qualificato il fatto come illecito amministrativo, il giudice avrebbe dovuto assolverlo con la formula “perché il fatto non costituisce reato” e trasmettere gli atti al Prefetto, unico organo competente a irrogare la sanzione amministrativa pecuniaria. Il Procuratore, invece, contestava la decisione del giudice di merito di applicare un margine di errore all’etilometro e, in subordine, concordava con l’imputato sulla necessità di trasmettere gli atti al Prefetto in caso di riqualificazione.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Guida in Stato di Ebbrezza

La Corte di Cassazione ha dato pienamente ragione all’imputato. Gli Ermellini hanno affermato senza mezzi termini che l’ipotesi prevista dall’art. 186, comma 2, lett. a) del Codice della Strada (tasso tra 0,5 e 0,8 g/l) integra un illecito amministrativo, di competenza esclusiva del Prefetto.

Il G.U.P., pertanto, ha commesso un errore di diritto nel condannare l’imputato a una sanzione penale (l’ammenda) per un fatto che la legge non considera reato. Il giudice penale, di fronte a una situazione del genere, non ha il potere di irrogare sanzioni amministrative. Il suo unico compito è quello di prendere atto della natura non penale del fatto e prosciogliere l’imputato, disponendo la trasmissione degli atti all’autorità amministrativa competente per le valutazioni del caso.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio chiaro e invalicabile: il giudice penale non può invadere le competenze della pubblica amministrazione. Quando un fatto, originariamente contestato come reato, viene riqualificato in un illecito amministrativo, la conseguenza non può essere una condanna penale “scontata”, ma un’assoluzione nel processo penale. Sarà poi il Prefetto a decidere se e come sanzionare la condotta. Questa decisione rafforza la distinzione tra illecito penale e illecito amministrativo, garantendo che ogni violazione sia trattata dall’autorità competente secondo le procedure previste dalla legge.

Cosa succede se il mio tasso alcolemico, misurato a 0,81 g/l, viene considerato dal giudice entro la soglia di 0,80 g/l per un margine di tolleranza?
La condotta viene riqualificata da reato a illecito amministrativo, come previsto dalla fascia più bassa dell’art. 186 del Codice della Strada. Il giudice penale deve assolverti perché il fatto non costituisce reato.

Se il giudice penale riqualifica la guida in stato di ebbrezza in illecito amministrativo, può comunque darmi una multa?
No. Il giudice penale non può irrogare una sanzione penale (come l’ammenda) per un fatto che la legge definisce come illecito amministrativo. Deve assolvere l’imputato e trasmettere gli atti al Prefetto.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza “senza rinvio”?
L’ha annullata senza rinvio perché l’errore del giudice di primo grado era di puro diritto e non richiedeva ulteriori accertamenti di fatto. La Corte ha potuto decidere direttamente la questione, stabilendo che il fatto non sussiste come reato e ordinando la trasmissione degli atti all’autorità amministrativa competente, cioè il Prefetto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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