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Guida in stato di ebbrezza: l’avviso al difensore

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. Il ricorrente lamentava la nullità dell’accertamento per presunta violazione del diritto di difesa, sostenendo di non essere stato avvisato della facoltà di farsi assistere da un difensore. La Corte ha respinto il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello, poiché le prove documentali e testimoniali (verbali e dichiarazione di un agente) attestavano che l’avviso era stato regolarmente dato. I motivi del ricorso sono stati giudicati come una mera riproposizione di censure già esaminate e respinte nei gradi di merito.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: Quando la formalità dell’avviso al difensore diventa decisiva

La guida in stato di ebbrezza è un reato che comporta conseguenze serie, ma il procedimento che porta a una condanna deve rispettare scrupolosamente le garanzie difensive dell’indagato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare un aspetto procedurale cruciale: l’avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore durante gli accertamenti urgenti, come l’alcoltest. La Corte ha ribadito che la prova dell’avvenuto avviso, se documentata correttamente, rende il ricorso dell’imputato inammissibile.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato sia in primo grado che in appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, ai sensi dell’art. 186 del Codice della Strada. La difesa dell’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, basando la sua strategia su due motivi principali: la presunta nullità dell’accertamento urgente per violazione del diritto di difesa e un vizio di motivazione della sentenza d’appello.

Nello specifico, il ricorrente sosteneva che il verbale di accertamento fosse incompleto, in quanto non attestava in modo chiaro che gli fosse stata data la possibilità di farsi assistere da un avvocato di fiducia prima di sottoporsi al test. Inoltre, evidenziava una presunta contraddizione tra i documenti agli atti e la testimonianza dell’agente che aveva effettuato il controllo.

Guida in stato di ebbrezza e la valutazione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno chiarito che i motivi presentati non erano validi per un giudizio di legittimità, ma rappresentavano una semplice riproposizione di argomenti già ampiamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. La Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge.

La Corte ha sottolineato come la sentenza impugnata avesse già affrontato in modo logico e coerente la questione. I giudici di merito avevano infatti accertato che l’avviso al difensore era stato regolarmente dato, basandosi su prove solide.

Le motivazioni

La decisione si fonda su tre elementi probatori convergenti che hanno annullato le doglianze della difesa:

1. Il Verbale di Accertamenti Urgenti: Questo documento, redatto dai Carabinieri, attestava espressamente che “prima di procedere all’esecuzione degli atti urgenti”, il conducente era stato avvisato della facoltà di farsi assistere da un legale.
2. L’Annotazione di Polizia Giudiziaria: Un secondo atto, redatto dagli stessi militari, confermava nuovamente l’avvenuto avviso all’imputato.
3. La Testimonianza dell’Agente: Durante il processo, un maresciallo aveva testimoniato con “assoluta certezza” di aver informato l’automobilista del suo diritto. Anzi, l’imputato aveva persino nominato un avvocato, aggiungendo però che si trovava troppo lontano per poterlo assistere in quel momento.

Di fronte a questi elementi, la Corte d’Appello, e di conseguenza la Cassazione, ha concluso che non vi era alcuna irregolarità nella compilazione degli atti. Le argomentazioni della difesa sono state ritenute infondate e una mera reiterazione di punti già vagliati.

Le conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale: nel giudizio di Cassazione non è possibile rimettere in discussione l’accertamento dei fatti compiuto dai giudici di merito, se la loro motivazione è logica, coerente e basata su prove concrete. Per contestare efficacemente una condanna per guida in stato di ebbrezza basata sulla violazione del diritto di difesa, non è sufficiente lamentare un’irregolarità, ma è necessario dimostrare che le prove a sostegno della regolarità della procedura (come verbali e testimonianze) siano state valutate in modo illogico o contraddittorio, cosa che in questo caso non è avvenuta. La presenza di documentazione chiara e di una testimonianza precisa ha reso insuperabile l’accertamento dei fatti, chiudendo la porta a ogni ulteriore contestazione.

È valido l’alcoltest se l’imputato sostiene di non aver ricevuto l’avviso di farsi assistere da un difensore?
Sì, l’accertamento è valido se dai documenti (come il verbale di accertamenti urgenti) e dalle testimonianze (come quella dell’agente operante) emerge chiaramente che l’avviso è stato dato, anche se l’imputato lo nega.

Posso contestare in Cassazione una condanna per guida in stato di ebbrezza semplicemente riproponendo gli stessi motivi del processo d’appello?
No, il ricorso per Cassazione viene dichiarato inammissibile se si limita a reiterare censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza evidenziare vizi di legittimità (cioè errori nell’applicazione della legge) o motivazioni illogiche o carenti da parte del giudice precedente.

Cosa succede se, dopo aver ricevuto l’avviso, l’imputato nomina un difensore ma questo è troppo lontano per assisterlo?
La procedura di accertamento urgente prosegue validamente. L’obbligo della polizia giudiziaria è quello di dare l’avviso della facoltà di farsi assistere; l’impossibilità materiale del difensore di presenziare non impedisce il compimento dell’atto, che per sua natura è indifferibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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