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Guida in stato di ebbrezza: la curva di Widmark

Un automobilista, condannato per guida in stato di ebbrezza dopo un incidente con un tasso alcolemico molto elevato (2,80 g/l), ha presentato ricorso in Cassazione. Sosteneva che, secondo la curva di Widmark, il suo tasso alcolemico al momento del sinistro fosse più basso. La Corte ha respinto il ricorso, affermando che la curva di Widmark offre solo un modello generale e non può essere usata per calcoli retroattivi senza prove concrete. Inoltre, ha confermato il diniego della sospensione condizionale della pena, basato non sul precedente reato (sebbene estinto), ma sulla specifica ricaduta, indicativa di una prognosi negativa sul comportamento futuro dell’imputato.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in Stato di Ebbrezza: La Curva di Widmark non basta a Salvare dalla Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta due questioni centrali in materia di guida in stato di ebbrezza: l’affidabilità della cosiddetta “curva di Widmark” per contestare i risultati dell’alcoltest e gli effetti di un precedente reato, seppur estinto, sulla concessione della sospensione condizionale della pena. La pronuncia chiarisce che le teorie scientifiche, se non supportate da prove concrete, non sono sufficienti a scalfire la validità delle misurazioni strumentali e che la ricaduta in un medesimo reato è un fattore decisivo nella valutazione del giudice.

I Fatti: Incidente e Tasso Alcolemico Elevato

Il caso riguarda un automobilista, dipendente di un ente pubblico, che aveva causato un sinistro stradale mentre era alla guida di un veicolo di servizio. Allertata, la Polizia Locale giungeva sul posto trovando il veicolo danneggiato fuori dalla carreggiata. L’uomo, dopo aver compilato la constatazione amichevole, si era allontanato a piedi. Raggiunto poco dopo, veniva sottoposto all’alcoltest, che rivelava un tasso alcolemico di 2,80 g/l alla prima prova e di 2,69 g/l alla seconda. Sulla base di questi elementi, veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un incidente.

I Motivi del Ricorso e la Prova della Guida in Stato di Ebbrezza

La difesa dell’imputato ha basato il ricorso in Cassazione su due argomenti principali. In primo luogo, ha contestato la ricostruzione dei fatti sostenendo che, applicando i parametri della curva di Widmark, il tasso alcolemico al momento esatto dell’incidente sarebbe stato inferiore, o addirittura che l’alcol fosse stato assunto solo dopo il sinistro. Secondo questa tesi, il rito abbreviato scelto in primo grado aveva ingiustamente impedito un approfondimento tecnico attraverso una perizia.

In secondo luogo, la difesa ha criticato il diniego della sospensione condizionale della pena. L’imputato aveva un precedente specifico risalente al 2015, ma il reato era stato dichiarato estinto a seguito del positivo svolgimento dei lavori di pubblica utilità. Pertanto, secondo il ricorrente, tale precedente non poteva essere considerato ostativo alla concessione del beneficio.

L’Analisi della Corte sulla Curva di Widmark

La Corte di Cassazione ha rigettato le argomentazioni relative alla curva di Widmark, definendole infondate. I giudici hanno sottolineato che il tasso alcolemico registrato era molto elevato e che la leggera diminuzione tra le due misurazioni indicava che, al momento del test, la fase di assorbimento dell’alcol era già terminata e il picco era stato superato. Di conseguenza, era del tutto implausibile che l’assunzione di alcol fosse avvenuta dopo l’incidente.

La Corte ha ribadito un principio consolidato: le tempistiche di assorbimento e smaltimento dell’alcol variano da individuo a individuo in base a numerosi fattori. La curva di Widmark descrive un andamento generale ma non è uno strumento per calcolare con precisione retroattiva il tasso alcolemico di un soggetto in un dato momento, a meno che non sia supportato da prove concrete che, nel caso di specie, mancavano completamente.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte sono state chiare e lineari. La tesi difensiva è stata considerata una mera prospettazione alternativa dei fatti, priva di qualsiasi supporto probatorio e quindi inidonea a minare la logicità della sentenza impugnata. L’alcoltest, con due misurazioni conformi, costituisce prova piena dello stato di ebbrezza. Per quanto riguarda la sospensione condizionale, la Corte ha precisato che il giudice d’appello non ha considerato il precedente estinto come un impedimento legale automatico. Piuttosto, ha correttamente esercitato il suo potere discrezionale, valutando la “specifica ricaduta” dell’imputato nello stesso reato come un indice prognostico negativo. Questa valutazione, finalizzata a prevedere il comportamento futuro del condannato, è pienamente legittima ai sensi dell’art. 164 del codice penale e non è illogica, data la reiterazione della medesima condotta illecita.

Conclusioni

La sentenza consolida due importanti principi. Primo, per contestare efficacemente i risultati dell’etilometro non bastano teorie scientifiche astratte come la curva di Widmark; è necessario fornire elementi di prova concreti e specifici. Secondo, un reato precedente, anche se estinto, può essere legittimamente considerato dal giudice non come causa ostativa, ma come un elemento fattuale per formulare un giudizio prognostico sulla futura condotta del reo ai fini della concessione della sospensione condizionale della pena. La ricaduta nello stesso tipo di reato, in particolare, assume un peso determinante in questa valutazione.

È possibile contestare l’esito dell’etilometro basandosi sulla curva di Widmark per sostenere di aver bevuto dopo l’incidente?
No, secondo la sentenza, la curva di Widmark descrive un andamento generale e non è sufficiente da sola a provare che l’alcol sia stato assunto dopo la guida. Per contestare l’etilometro, l’imputato deve fornire prove concrete a sostegno della sua tesi, che altrimenti viene considerata una mera speculazione.

Un reato precedente estinto a seguito di lavori di pubblica utilità impedisce di ottenere la sospensione condizionale della pena per un nuovo reato?
No, un reato estinto non è una causa ostativa automatica al riconoscimento della sospensione condizionale. Tuttavia, il giudice può e deve tenerne conto nella sua valutazione discrezionale sul comportamento futuro del condannato. Una specifica ricaduta nello stesso tipo di reato può portare a una prognosi sfavorevole e al conseguente diniego del beneficio.

Cosa indica una diminuzione del tasso alcolemico tra la prima e la seconda misurazione dell’etilometro?
La sentenza chiarisce che una diminuzione del tasso alcolemico tra le due prove, eseguite a breve distanza l’una dall’altra, è un forte indicatore del fatto che il picco di assorbimento dell’alcol (il punto più alto della curva di Widmark) è già stato superato e che l’organismo si trova nella fase di smaltimento. Questo rende poco plausibile l’ipotesi di un’assunzione di alcolici immediatamente precedente al test.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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