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Guida in stato di ebbrezza: il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza dopo aver causato un incidente. La tesi difensiva, basata sulla presunta presenza di una macchia d’olio, non ha trovato riscontro, mentre gli indizi a carico dell’imputato, come l’alito vinoso, erano evidenti. La condanna al pagamento delle spese e di una sanzione è stata confermata.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: quando la difesa non regge, il ricorso è inammissibile

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di guida in stato di ebbrezza: un ricorso basato su tesi difensive non provate e generiche è destinato a essere dichiarato inammissibile. Il caso analizzato riguarda un automobilista che, dopo aver provocato un sinistro stradale, ha tentato di giustificare l’accaduto adducendo cause esterne, senza però fornire alcuna prova a sostegno della sua versione.

I Fatti del Caso

Il ricorrente era stato condannato nei gradi di merito per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver causato un incidente stradale. Nelle prime ore del mattino, intorno alle 8:45, l’uomo aveva perso il controllo del proprio veicolo, urtando un marciapiede, una palina segnaletica e un palo della pubblica illuminazione. Al momento dei fatti, le forze dell’ordine avevano riscontrato nell’automobilista un evidente stato di agitazione e un caratteristico “alito vinoso”, chiaro indizio del consumo di alcolici.

La linea difensiva si basava sull’affermazione che l’incidente fosse stato provocato da una macchia d’olio presente sull’asfalto. Tuttavia, questa tesi non ha mai trovato alcun riscontro probatorio negli atti del processo, rimanendo una mera asserzione difensiva.

La Decisione della Corte sulla guida in stato di ebbrezza

La Corte di Cassazione, investita del caso, ha esaminato il ricorso proposto dall’imputato e lo ha dichiarato inammissibile. Di conseguenza, la Corte non è entrata nel merito della questione, ma si è limitata a constatare la manifesta infondatezza dei motivi di ricorso.

Con la dichiarazione di inammissibilità, la condanna inflitta dalla Corte d’Appello è diventata definitiva. Inoltre, conformemente a quanto previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro a favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha ritenuto che la sentenza impugnata fosse motivata in modo logico e coerente. I giudici di merito avevano correttamente basato la loro decisione su elementi fattuali chiari e inequivocabili: la dinamica dell’incidente, lo stato di agitazione del conducente e l’alito vinoso. Questi elementi, nel loro complesso, costituivano prove sufficienti per ritenere sussistente lo stato di ebbrezza.

La tesi difensiva della macchia d’olio è stata liquidata come un’ipotesi non suffragata da alcun riscontro oggettivo. In assenza di prove concrete, tale affermazione non è stata in grado di scalfire la solidità del quadro accusatorio. Anche la sussistenza dell’aggravante per aver provocato un incidente, prevista dall’articolo 186, comma 2-bis, del Codice della Strada, è stata considerata correttamente accertata e motivata.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: nel processo penale, e in particolare in casi come la guida in stato di ebbrezza, non è sufficiente proporre versioni alternative dei fatti per ottenere un proscioglimento. Ogni affermazione difensiva deve essere supportata da elementi di prova concreti. Un ricorso per cassazione basato su motivi generici o su tesi fattuali già motivatamente respinte nei precedenti gradi di giudizio non ha alcuna possibilità di successo. Al contrario, espone il ricorrente a ulteriori conseguenze economiche, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che si aggiungono alla pena principale.

Perché il ricorso dell’automobilista è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano manifestamente infondati. La tesi difensiva, secondo cui l’incidente era stato causato da una macchia d’olio, non era supportata da alcuna prova e non è riuscita a confutare le motivazioni della sentenza di condanna.

Quali elementi sono stati decisivi per confermare la condanna per guida in stato di ebbrezza?
Gli elementi decisivi sono stati la dinamica dell’incidente (urto contro marciapiede, palina e palo), l’alito vinoso del conducente e il suo evidente stato di agitazione. Questi indizi, valutati nel loro complesso, sono stati ritenuti sufficienti a dimostrare lo stato di alterazione alcolica.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della decisione della Cassazione?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000,00 euro a favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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