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Guida in stato di ebbrezza: calcolo pena e aggravanti

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza per guida in stato di ebbrezza a carico di un autotrasportatore, a causa di una motivazione carente sul calcolo della pena. Il caso riguardava la complessa interazione tra le attenuanti generiche e due diverse aggravanti: quella per aver causato un incidente e quella ‘privilegiata’ per i conducenti professionali. La Corte ha ribadito la necessità per i giudici di seguire un percorso logico-giuridico preciso nel bilanciare le circostanze, annullando la decisione limitatamente al trattamento sanzionatorio e rinviando per un nuovo esame.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in Stato di Ebbrezza: la Cassazione fa chiarezza sul calcolo della pena

La guida in stato di ebbrezza rappresenta uno dei reati più comuni e pericolosi sulle nostre strade. Quando a commetterlo è un conducente professionale e, per di più, provoca un incidente, il quadro sanzionatorio si complica notevolmente. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato proprio un caso di questo tipo, annullando una condanna per vizio di motivazione e offrendo importanti chiarimenti su come i giudici debbano calcolare la pena in presenza di circostanze attenuanti e aggravanti concorrenti.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un autotrasportatore alla guida di un autoarticolato che, in evidente stato di alterazione alcolica, perdeva il controllo del mezzo e urtava due veicoli in sosta. Sottoposto al test etilometrico, risultava avere un tasso alcolemico molto elevato, pari a 2,66 g/l al primo controllo e 2,34 g/l al secondo.

Il Percorso Giudiziario

Sia in primo grado che in appello, l’uomo veniva riconosciuto colpevole del reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un incidente e dalla sua qualifica di conducente professionale. La Corte d’Appello, pur riformando parzialmente la sentenza di primo grado riducendo la sanzione pecuniaria, confermava la condanna. L’imputato, tramite il suo difensore, presentava quindi ricorso in Cassazione, lamentando principalmente la violazione delle norme sul calcolo della pena e la totale assenza di motivazione da parte dei giudici di merito su questo punto cruciale.

Il complesso bilanciamento delle circostanze nella guida in stato di ebbrezza

Il cuore del problema risiedeva nella corretta gestione del concorso tra le circostanze attenuanti generiche, riconosciute all’imputato, e due distinte circostanze aggravanti:

1. L’aver provocato un incidente (art. 186, comma 2-bis, C.d.s.), un’aggravante ‘comune’ soggetta al normale giudizio di bilanciamento con le attenuanti.
2. La qualifica di conducente professionale (art. 186-bis, C.d.s.), un’aggravante ‘privilegiata’ o a ‘blindatura forte’, per la quale la legge esclude che le attenuanti possano essere considerate prevalenti o equivalenti.

Il ricorrente sosteneva che i giudici di merito non avessero spiegato in alcun modo come avessero operato questo complesso bilanciamento, limitandosi a irrogare una pena senza esplicitare il percorso logico-giuridico seguito.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto le doglianze del ricorrente, ritenendo i primi quattro motivi di ricorso fondati. Gli Ermellini hanno sottolineato come la sentenza impugnata fosse totalmente carente di motivazione riguardo all’effettiva incidenza delle attenuanti generiche sul trattamento sanzionatorio e al giudizio di bilanciamento con le aggravanti contestate.

La Corte ha richiamato i principi stabiliti dalle Sezioni Unite (sent. Cena, 2021), secondo cui, in casi come questo, il giudice deve seguire un procedimento logico preciso. Prima deve effettuare il bilanciamento tra le attenuanti e le aggravanti ‘comuni’ (in questo caso, l’aver causato l’incidente). Solo successivamente, sull’esito di questo primo bilanciamento, deve applicare l’aumento di pena previsto per l’aggravante ‘privilegiata’ (quella per i conducenti professionali), dalla quale poi si operano le eventuali diminuzioni per le attenuanti, se ritenute prevalenti nel primo passaggio.

Nel caso di specie, i giudici di merito non hanno dato conto di questo percorso, omettendo completamente di motivare come siano giunti alla determinazione della pena finale. Questa omissione costituisce un vizio di ‘mancanza assoluta di motivazione’ che impone l’annullamento della sentenza sul punto.

Le Conclusioni

La Cassazione ha quindi annullato la sentenza limitatamente alla determinazione della pena, rinviando il caso a una diversa sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio. La condanna per la responsabilità del reato è invece divenuta definitiva. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: la condanna penale deve essere sempre sorretta da una motivazione chiara, logica e completa, specialmente quando si tratta di calcolare la pena in scenari complessi. Non basta affermare una colpevolezza, ma è necessario spiegare in modo trasparente come si è arrivati a una determinata sanzione, nel pieno rispetto delle regole procedurali e sostanziali. Per i casi di guida in stato di ebbrezza con molteplici aggravanti, ciò significa un obbligo di motivazione ancora più stringente per il giudice.

Come si calcola la pena per guida in stato di ebbrezza se ci sono sia attenuanti che aggravanti?
Il giudice deve prima bilanciare le attenuanti con le aggravanti ‘comuni’ (come l’aver causato un incidente). Successivamente, sulla pena risultante, deve applicare l’aumento per l’aggravante ‘privilegiata’ (come quella per i conducenti professionali), dalla cui base di calcolo potranno essere operate le diminuzioni per le attenuanti, se ritenute prevalenti nel primo bilanciamento.

Le attenuanti generiche possono annullare l’aggravante per i conducenti professionali?
No. L’art. 186-bis del Codice della Strada stabilisce un divieto di prevalenza o equivalenza. Le attenuanti non possono mai essere considerate prevalenti o equivalenti rispetto a questa specifica aggravante, che comporterà sempre un aumento della pena.

Cosa succede se un giudice non spiega come ha calcolato la pena?
Se la motivazione sul calcolo della pena è assente o gravemente carente, la sentenza è viziata. Come in questo caso, la Corte di Cassazione può annullare la sentenza limitatamente al trattamento sanzionatorio e rinviare il caso a un altro giudice per una nuova e corretta determinazione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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