LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Guida in stato di ebbrezza: avviso del difensore

Un motociclista viene condannato per guida in stato di ebbrezza aggravata dall’aver causato un incidente stradale. L’imputato ricorre in Cassazione sostenendo l’inutilizzabilità del test alcolemico, effettuato in ospedale, per mancato avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore. La Corte Suprema rigetta il ricorso, chiarendo che l’avviso è obbligatorio quando la polizia giudiziaria richiede l’analisi su un prelievo ematico a fini probatori. Tuttavia, nel caso specifico, i giudici di merito avevano accertato che l’avviso era stato dato. Viene inoltre confermata la nozione di ‘incidente stradale’ come qualsiasi evento che interrompa la circolazione e crei pericolo, ricollegabile alla condotta alterata del conducente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in Stato di Ebbrezza: L’Avviso al Difensore è Obbligatorio anche in Ospedale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un caso di guida in stato di ebbrezza, fornendo chiarimenti cruciali su due aspetti fondamentali: la validità degli accertamenti alcolemici eseguiti in ospedale e la corretta interpretazione dell’aggravante per aver provocato un incidente stradale. La decisione conferma che, anche quando il prelievo di sangue avviene per scopi medici, la successiva richiesta di analisi da parte della polizia giudiziaria a fini probatori fa scattare l’obbligo di avvisare l’interessato della facoltà di farsi assistere da un difensore.

I Fatti del Caso: Un Incidente Notturno e il Tasso Alcolemico Elevato

Il caso riguarda un motociclista che, nelle prime ore del mattino, perdeva il controllo del proprio veicolo, provocando un incidente stradale autonomo. Soccorso e trasportato d’urgenza in ospedale per le lesioni riportate, veniva sottoposto a esami clinici, tra cui un prelievo di sangue.

Nel frattempo, la Polizia Stradale, intervenuta sul luogo del sinistro, richiedeva alla struttura sanitaria di effettuare le analisi per verificare l’eventuale assunzione di alcol. Gli esiti delle analisi di laboratorio confermavano un tasso alcolemico molto elevato, pari a 2,60 g/l alla prima prova e 2,29 g/l alla seconda, valori ben al di sopra del limite legale. Di conseguenza, il conducente veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza, con l’applicazione dell’aggravante per aver causato un incidente in orario notturno.

I Motivi del Ricorso: L’Utilizzabilità dell’Alcoltest e l’Aggravante

La difesa del motociclista ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Inutilizzabilità degli accertamenti: Si sosteneva che i risultati del test alcolemico non potessero essere usati nel processo, poiché all’imputato non era stato dato l’avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore, come previsto dal codice di procedura penale.
2. Errata valutazione delle prove: La condanna si sarebbe basata unicamente sui dati di laboratorio, senza considerare le testimonianze che riferivano di un consumo di alcol limitato alla sera precedente.
3. Illegittimità dell’aggravante: Si contestava che l’evento potesse essere qualificato come “incidente stradale” ai fini legali, in quanto non era stata data prova di un’effettiva interruzione della circolazione o di un pericolo per la collettività.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sulla guida in stato di ebbrezza

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato in tutti i suoi punti e fornendo importanti precisazioni giuridiche.

L’Obbligo di Avviso per il Prelievo Ematico in Ospedale

I giudici hanno innanzitutto ribadito un principio consolidato: l’obbligo per la polizia giudiziaria di avvisare il conducente della facoltà di farsi assistere da un difensore sussiste non solo quando viene richiesto un prelievo ematico ad hoc, ma anche quando si chiede di utilizzare a fini probatori un campione di sangue già prelevato dalla struttura sanitaria per scopi di diagnosi e cura. La ratio di questa norma risiede nella funzione puramente probatoria che l’atto assume nel momento in cui viene richiesto dall’autorità.

Tuttavia, nel caso di specie, la Corte ha rilevato che i giudici di merito avevano accertato in fatto che la richiesta di analisi, trasmessa dalla centrale operativa della Polizia all’ospedale, conteneva l’esplicita indicazione di dare tale avviso all’interessato. La Corte d’Appello aveva concluso che l’avviso era stato effettivamente ricevuto, e che la tesi contraria della difesa era rimasta a livello di mera congettura. Pertanto, gli accertamenti sono stati ritenuti pienamente utilizzabili.

La Definizione di Incidente Stradale ai Fini dell’Aggravante

La Corte ha inoltre respinto la contestazione relativa all’aggravante. È stato chiarito che per “incidente stradale” ai sensi dell’art. 186, comma 2-bis, del Codice della Strada, si deve intendere qualsiasi avvenimento inatteso che, interrompendo il normale svolgimento della circolazione, possa provocare serio pericolo per la collettività. Non è necessario il coinvolgimento di altri veicoli o persone.

Per affermare la sussistenza dell’aggravante, è sufficiente che l’incidente sia stato determinato o favorito dalla condotta di guida del soggetto in stato di ebbrezza. Non serve un nesso eziologico diretto tra l’alterazione e l’evento, ma un collegamento materiale tra il verificarsi del sinistro e la condizione di alterata reattività e percezione del pericolo del conducente. Essendo evidente che un elevato tasso alcolemico compromette gravemente le capacità di guida, il nesso è stato ritenuto provato sulla base delle circostanze del caso concreto.

Le conclusioni

La sentenza conferma la condanna e stabilisce punti fermi di grande rilevanza pratica. In primo luogo, rafforza l’importanza delle garanzie difensive: la polizia giudiziaria deve sempre attivarsi affinché venga dato l’avviso della facoltà di assistenza legale quando richiede un test alcolemico a fini investigativi, anche in ambito ospedaliero. In secondo luogo, consolida un’interpretazione ampia della nozione di incidente stradale, sufficiente a far scattare l’aggravante e le conseguenti, più severe, sanzioni penali e accessorie, come la revoca della patente e l’impossibilità di convertire la pena in lavori di pubblica utilità.

Quando la polizia richiede un alcoltest su un campione di sangue già prelevato in ospedale, è necessario l’avviso al conducente della facoltà di farsi assistere da un difensore?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che l’avviso è obbligatorio. La richiesta della polizia giudiziaria di effettuare analisi su un campione, anche se già prelevato per motivi di cura, trasforma l’atto in un accertamento con esclusiva vocazione probatoria, facendo scattare le garanzie difensive.

Cosa si intende per ‘incidente stradale’ ai fini dell’aggravante per guida in stato di ebbrezza?
Si intende qualsiasi avvenimento inatteso che interrompe il normale svolgimento della circolazione e può provocare un serio pericolo per la collettività. Non è necessario che siano coinvolti altri veicoli o persone; anche un’uscita di strada autonoma può configurare l’aggravante.

Per applicare l’aggravante dell’incidente, deve essere provato un nesso causale diretto tra lo stato di ebbrezza e l’incidente stesso?
No, non è richiesto un nesso eziologico diretto. È sufficiente che l’incidente sia conseguenza di una condotta inosservante delle regole cautelari (del Codice della Strada o di generale prudenza) e che vi sia un collegamento materiale tra il verificarsi del sinistro e lo stato di alterazione dell’agente, la cui capacità di reazione e percezione del pericolo è ridotta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati