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Guida in stato di ebbrezza: avviso al difensore valido

Un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza, con l’aggravante di aver causato un incidente, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando la nullità del prelievo ematico eseguito in ospedale, poiché non preceduto da un nuovo avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che l’avviso dato e sottoscritto in precedenza era sufficiente, confermando così la condanna e la revoca della patente.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: valido il prelievo di sangue anche senza nuovo avviso al difensore

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23310/2025, affronta un caso di guida in stato di ebbrezza e chiarisce un importante aspetto procedurale: la validità del prelievo ematico in ospedale. La pronuncia stabilisce che, se l’imputato è già stato informato della facoltà di farsi assistere da un legale e ha sottoscritto il relativo verbale, tale avviso resta valido anche per il successivo prelievo, senza necessità di una ripetizione da parte dei sanitari. Approfondiamo la vicenda.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo e in secondo grado per il reato di cui all’art. 186 del Codice della Strada. L’accusa era grave: essersi messo alla guida con un tasso alcolemico di 1,72 g/l, superando di gran lunga la soglia massima di 1,5 g/l. La situazione era aggravata dall’aver provocato un incidente stradale e dall’aver guidato in orario notturno. La pena inflitta era di un anno di arresto, 3.000 euro di ammenda e la revoca della patente di guida.

L’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, basando la sua difesa su diversi motivi, il principale dei quali era un presunto vizio di procedura. Sosteneva, infatti, che il prelievo di sangue effettuato presso la struttura ospedaliera fosse nullo. A suo dire, non gli era stata nuovamente comunicata la facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia prima dell’analisi, un adempimento che riteneva necessario e distinto dal primo avviso ricevuto dagli agenti accertatori.

L’Analisi della Cassazione sulla Guida in Stato di Ebbrezza

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno smontato punto per punto le argomentazioni della difesa, confermando la solidità della sentenza d’appello.

Validità del Prelievo Ematico e Avviso al Difensore

Il cuore della decisione riguarda il primo motivo di ricorso. La Cassazione ha evidenziato come le doglianze dell’imputato fossero una mera riproposizione di quanto già esaminato e respinto dalla Corte d’Appello, senza un reale confronto critico con le motivazioni di quella sentenza.

La Corte territoriale aveva già accertato che:
1. Nel verbale di accertamenti urgenti, regolarmente sottoscritto dall’imputato, era stato dato atto dell’avvenuta informazione circa la facoltà di farsi assistere da un legale.
2. L’imputato era stato accompagnato in ospedale con il suo consenso per effettuare il prelievo.

Secondo la Cassazione, questi elementi erano sufficienti a garantire il diritto di difesa. Il primo avviso, formalizzato e sottoscritto, copre anche le operazioni consequenziali come il prelievo ematico, specialmente se accettato dall’interessato. Non sussiste, quindi, un obbligo per il personale sanitario di ripetere tale avviso. L’eccezione di nullità è stata pertanto ritenuta infondata.

Rigetto delle Altre Doglianze

Anche gli altri motivi di ricorso sono stati respinti:
* Aggravante dell’incidente: La Corte ha considerato la censura un tentativo di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti, operazione preclusa in sede di legittimità. La correlazione tra lo stato di ebbrezza e l’incidente era stata logicamente motivata dai giudici di merito.
* Mancata concessione delle attenuanti generiche: La decisione di non concedere le attenuanti è stata ritenuta correttamente motivata dalla Corte d’Appello, che aveva evidenziato la mancanza di segni di pentimento e la gravità della condotta, la quale aveva creato una situazione di allarme e pericolo.

Le Motivazioni

La decisione della Cassazione si fonda su principi consolidati. In primo luogo, un ricorso non può limitarsi a ripetere le argomentazioni già respinte nei precedenti gradi di giudizio, ma deve confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata. In caso contrario, il ricorso è inammissibile perché non svolge la sua funzione tipica, che è quella di una critica argomentata.

In secondo luogo, la Corte ribadisce che il suo ruolo non è quello di una terza istanza di merito. Non può, quindi, rileggere gli elementi di fatto o sostituire la propria valutazione a quella, logicamente motivata, dei giudici dei gradi precedenti. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva congruamente spiegato perché le prove raccolte (incluso il risultato del prelievo ematico) dimostravano la responsabilità penale dell’imputato.

Infine, per quanto riguarda le sanzioni, la sentenza sottolinea come la revoca della patente sia una conseguenza obbligatoria e vincolata per legge quando si è condannati per guida in stato di ebbrezza con un tasso superiore a 1,5 g/l e si è provocato un incidente. Il giudice non ha discrezionalità in merito e non è tenuto a fornire una motivazione aggiuntiva sul punto.

Conclusioni

Questa sentenza offre importanti spunti pratici. Conferma che l’avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore, una volta dato e verbalizzato, ha un’efficacia che si estende agli atti urgenti immediatamente successivi, come un prelievo di sangue in ospedale accettato dall’indagato. Sottolinea inoltre il rigore con cui la Cassazione valuta l’ammissibilità dei ricorsi, sanzionando quelli meramente ripetitivi. Infine, serve come monito sulla severità delle conseguenze per chi commette il reato di guida in stato di ebbrezza in forma aggravata: la revoca della patente non è una possibilità, ma una certezza.

È sempre necessario un nuovo avviso al difensore prima di un prelievo ematico in ospedale per guida in stato di ebbrezza?
No. Secondo la sentenza, se l’indagato è già stato informato di tale facoltà nel verbale di accertamenti urgenti, che ha regolarmente sottoscritto, e ha acconsentito al prelievo, non è necessario un ulteriore e specifico avviso da parte del personale sanitario.

Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile se si limita a ripetere i motivi dell’appello?
Sì. La Corte ha ribadito che la funzione dell’impugnazione è la critica argomentata al provvedimento. Un ricorso che reitera le stesse doglianze già motivatamente respinte nel grado precedente, senza confrontarsi con le argomentazioni della sentenza d’appello, è destinato all’inammissibilità.

La revoca della patente è automatica in caso di incidente provocato in stato di ebbrezza grave?
Sì. La sentenza conferma che, in caso di condanna per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 1,50 g/l e l’aggravante di aver provocato un incidente, l’applicazione della sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente è obbligatoria per il giudice e non richiede un’ulteriore specifica motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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